Anche i genitori messinesi contro la "Buona scuola" di Renzi, il documento del Liceo Ainis

Anche i genitori messinesi contro la “Buona scuola” di Renzi, il documento del Liceo Ainis

Anche i genitori messinesi contro la “Buona scuola” di Renzi, il documento del Liceo Ainis

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mercoledì 27 Maggio 2015 - 16:49

Dopo la protesta delle scorse settimane, anche i genitori messinesi scendono in campo contro la riforma della scuola varata dal Governo Renzi. Dai genitori degli studenti del Liceo Ainis un documento che sta già facendo il giro degli altri istituti e che sarà inviato al Prefetto come voce dell'intera provincia.

Anche i genitori in prima linea per difendere la qualità dell’istruzione dei propri figli e dire no ad una riforma che continua a non convincere. La “Buona scuola” del governo Renzi continua a raccogliere pochissimi consensi e se nelle scorse settimane anche il mondo della scuola messinese è sceso in piazza a protestare contro una riforma che dev’essere cambiata, adesso anche le famiglie messinesi vogliono mandare un messaggio al premier Renzi. A riunirsi per discutere della Buona scuola sono stati genitori e studenti del Liceo “E. Ainis” di Messina che esprimono la propria preoccupazione e il profondo disaccordo verso l'approvazione del decreto legge che riforma la scuola italiana in un modo che non piace. L’assemblea ha dato vita ad un documento che già adesso sta circolando negli altri istituti messinesi, la maggioranza dei genitori lo sta sottoscrivendo e sarà inviato al prefetto come documento unitario della provincia

«Le informazioni che provengono dai mass media non forniscono chiare indicazioni né sui contenuti né sulle conseguenze che il provvedimento potrebbe determinare sul futuro della Scuola Pubblica. Mancano, ci sembra, criteri oggettivi che regolino la mobilità del personale docente e garantiscano la libertà di insegnamento e la continuità didattica; paventiamo l’ulteriore riduzione del personale Ata che non consentirebbe, tra l’altro, un’adeguata vigilanza a tutela della sicurezza della comunità scolastica. Denunciamo soprattutto il rischio di vanificare e impoverire un’istituzione sociale, quale è la scuola, che ancora si distingue come luogo di reale confronto democratico e di decisioni condivise collegialmente. Ci sembra invece che il suddetto DDL crei profonde spaccature tra le varie componenti del mondo scolastico, affidando una delega in bianco al potere del Dirigente scolastico e mettendo quindi a repentaglio quel clima collaborativo senza il quale non è possibile attuare alcuna efficace azione educativa.

Siamo preoccupati inoltre per l'aperta dichiarazione da parte del governo di non poter garantire il finanziamento della scuola pubblica e indignati, d'altro canto, per la precisa volontà di non intaccare in alcun modo i finanziamenti verso la scuola privata. Tale preoccupazione è ampiamente giustificata dal fatto che gli stanziamenti per la scuola pubblica si sono notevolmente ridotti nel corso di questi ultimi anni; ciò ha fortemente impoverito la varietà dell’offerta formativa, privando gli studenti di servizi e opportunità utili ad arricchire la loro crescita culturale e personale.

Non riteniamo, altresì, che l'alternanza scuola-lavoro, così come proposta dal DDL, possa rappresentare una reale soluzione al problema della disoccupazione giovanile del nostro Paese e, in particolare della nostra regione il cui sistema imprenditoriale è decisamente fragile. D’altra parte il ricorso al finanziamento privato nella scuola pubblica creerebbe disparità tra le scuole, persino della stessa città, e potrebbe, a nostro avviso, condizionare le scelte educative, e creare persino delle disuguaglianze nell’acquisizione delle competenze specifiche spendibili nel mondo del lavoro.

Evidente appare, inoltre, che la continuità di insegnamento, sbandierata come obiettivo della riforma dallo stesso Presidente del Consiglio, non possa essere raggiunta attraverso incarichi triennali per i docenti che di fatto operano su curriculi quinquennali».

I genitori chiedono anche perché le istanze, le proposte, le obiezioni provenienti da tutti gli operatori della scuola non siano minimamente state prese in considerazione e fin da ora saranno vicini a insegnanti e personale Ata in qualsiasi protesta o mobilitazione.

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