Atreju non si accontenta del 15%. "Gli studenti siano il fulcro del sistema accademico"

Atreju non si accontenta del 15%. “Gli studenti siano il fulcro del sistema accademico”

Claudio Panebianco

Atreju non si accontenta del 15%. “Gli studenti siano il fulcro del sistema accademico”

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domenica 21 Settembre 2014 - 22:24

L'Associazione Studentesca Universitaria Atreju ha esposto la propria opinione riguardo la riforma dello statuto dell'UniMe, chiedendo che il peso del voto degli studenti sia maggiore e che il 15% venga eliminato dal piano, uniformando il diritto alle procedure presenti negli altri Atenei Italiani

Una riforma di statuto al veleno quella che sta interessando l'Università di Messina in queste settimane. Dopo l'ultima assemblea d'ateneo, gli animi si sono decisamente scaldati: gli studenti e i docenti non condividono infatti la linea adottata dal Direttivo dell'apparato accademico, le Associazioni (insieme anche ai Sindacati) sono scese in campo per esprimere la loro opinione e ribadire la propria posizione.

Dopo la lettera aperta inviata da A.G.E.S., Figli di Ippocrate, Gea Universitas, I Camiciotti, Nettuno, Onda Universitaria ed Università Eclettica, anche l'Associazione Atreju desidera spiegare le proprie ragioni. Nella nota stampa divulgata, il collettivo si concentra principalmente e naturalmente sul trattamento che è stato riservato agli studenti dalla nuova riforma, stringendo l'occhio sulla rappresentanza degli iscritti all'interno della scena politica accademica, "Noi studenti dell’Associazione Atreju, in particolare, intendiamo esprimere il nostro dissenso in merito a ciò che ha causato maggior scalpore tra la compagine studentesca, ovvero la proposta della diminuzione drastica del diritto di voto dei propri rappresentanti (appena il 15% a voto!). Siamo stati sempre indignati per il modo in cui alcuni studenti interpretavano e gestivano le operazioni di voto per l’elezione dei Direttori di Dipartimento (e in particolare del Rettore), ma non è sicuramente questo il modo per fronteggiare la corruzione e la mala-politica, ed è altresì assurdo pensare che essa riguardi solo gli studenti. Dobbiamo essere in grado di eleggere rappresentanti con sani principi, che onorino il mandato conferitogli. La voce degli studenti non si tocca e deve essere garantita in tutti i modi".

Un attacco è anche stato lanciato dai ragazzi di Atreju al Rettore Pietro Navarra, il quale, al tempo della sua elezione, aveva descritto gli studenti come fulcro dell'Università e, come si legge, "ne sta al contrario sminuendo inspiegabilmente il ruolo". La nuova riforma dello statuto dell'UniMe prevede una rappresentanza del 15% del 15% per la voce degli studenti, ed i giovani dell'Associazione trovano ingiusto un trattamento del genere, "Non avrebbe dunque alcun senso una ulteriore riduzione del peso elettorale introducendo un voto ponderato pari al 15% per ogni singolo voto espresso, che farebbe sì che il peso del voto di ogni rappresentante degli studenti risulti pari a 2,25% (15 X 0,15) rispetto a quello dei docenti".

L'invito dell'Associazione Atreju è anche rivolto ai rappresentanti in Parlamento, affinchè la questione sia esposta a livello nazionale, attraverso una proposta concreta che regolamenti e indirizzi il sistema in modo chiaro e definitivo: il gruppo chiede infatti che il voto degli studenti in riva allo Stretto valga quanto quello che viene espresso negli altri spazi accademici d'Italia, "e che sia dunque necessario uniformare su base nazionale il peso della rappresentatività studentesca". E' intervenuto per esprimere la sua idea sul caso anche Daniele Travisano che, come si legge nel documento, prima di essere consigliere della IV Circoscrizione del Comune di Messina è uno studente dell’ateneo cittadino, "In un momento in cui vi è una totale disaffezione verso le istituzioni, certe scelte non fanno altro che allontanare i giovani universitari dalla politica, quella autentica e scevra da compromessi di bottega."

Claudio Panebianco

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