Lo dice l’avvocata Annalisa Giacobbe, che si rivolge alla Struttura commissariale del Risanamento
MESSINA – “La signora Annamaria Pistone, unica persona che attualmente vive in una delle baracche di Via del Proto, Rione Ariella, respinge categoricamente la qualifica di abusiva e intende chiarire i fatti in questione”. Lo scrive l’avvocata Annalisa Giacobbe dopo le dichiarazioni della Struttura commissariale del Risanamento, due giorni fa, in occasione della consegna di undici case popolari agli abitanti di via Taormina.
“La signora Annamaria Pistone non è un’abusiva, ma una residente storica della zona di risanamento. È nata e ha sempre vissuto nella baracca sita in via del Proto Ariella numero 54/bis, dove continua a risiedere oggi. La sua abitazione, assieme ad altre, è stata coinvolta in un grave incendio verificatosi nella zona in data 1° febbraio 2024″.
Continua l’avvocata Giacobbe: “A seguito dell’incendio, la Struttura commissariale, pur riconoscendo lo stato emergenziale, ha negato alla signora Pistone l’assegnazione di un alloggio d’urgenza. Tale diniego si è basato su due motivazioni:
- La presunta mancata presenza della signora Pistone sul luogo al momento dell’intervento del servizio sociale (alle ore 3:18), un fatto che viene smentito dai verbali della Questura che l’hanno censita per prima alle ore 20:30 del 1° febbraio
- La sua temporanea assenza successiva era dovuta all’assistenza prestata alla bisnonna, ustionata, al pronto soccorso”.
“La signora Annamaria Pistone, peraltro, negli anni precedenti, aveva intrapreso una convivenza stabile con il proprio compagno nella baracca di Via del Proto Ariella, stabilendo un nucleo familiare distinto da quello di origine. La signora Pistone vive in condizioni di emergenza abitativa, in una baracca fatiscente che porta ancora oggi i segni dell’incendio ed attende un’assegnazione di alloggio per il proprio nucleo familiare. Tale stato di cose però si pone in palese contrasto con la gestione dell’emergenza per gli altri nuclei familiari coinvolti nell’incendio, i quali hanno ricevuto un alloggio d’urgenza”.
“Si sollecita la struttura commissariale a porre fine alla situazione di estremo disagio della signora Pistone”
Prosegue l’avvocata: “In quella circostanza però, secondo quanto riferito dalla signora Pistone e peraltro emerge anche dai verbali, sarebbe stata censita anche altra persona come abitante una baracca ed a cui è stato anche assegnato un alloggio, una persona che invero non faceva più parte da anni del nucleo familiare di origine e non aveva più la residenza nell’ambito di risanamento già dal 2020. Tale decisione ha portato all’assegnazione di due alloggi a membri di un medesimo familiare originario (“una baracca, due alloggi”), in netta contraddizione con il rigido principio “una baracca, un alloggio” applicato solo alla signora Pistone”.
Da qui la richiesta della legale: “Si sollecita la struttura commissariale a porre fine alla situazione di estremo disagio della signora Pistone, che, a differenza di tutti gli altri residenti interessati dall’incendio, attende ancora una soluzione abitativa, pur avendone pieno diritto, e non può essere etichettata come “abusiva”. Ad oggi peraltro, nonostante l’invio di apposita diffida ove viene richiesto di fermare i lavori previsti con ordinanza, stante che in una delle baracche da demolire vi vive la signora Pistone, la via di accesso che porta alla strada di congiunzione con l’abitazione della stessa signora Pistone è stata transennata con impedimento per la stessa sia di farvi ingresso che di fuoriuscirvi”.
