Messina nella tempesta: dai casi giudiziari all'allarme minori

Messina nella tempesta: dai casi giudiziari all’allarme minori

Marco Olivieri

Messina nella tempesta: dai casi giudiziari all’allarme minori

domenica 07 Dicembre 2025 - 07:20

Nell'ultima settimana le inchieste su Cuzzocrea e D'Alcontres e il dibattito sui bambini che fumano crack. Episodi che raccontano di una città da riscattare

di Marco Olivieri

MESSINA – 7 giorni d’ordinaria follia – Una città scossa da due vicende giudiziarie. Quelle che investono Salvatore Cuzzocrea e Francesco Stagno d’Alcontres. E, nella stessa settimana, il dibattito sugli interventi di padre Nino Basile, direttore della Caritas, e di Angelo Fabio Costantino, ex garante dell’infanzia, nella quarta commissione consiliare. In primo piano il tema del disagio giovanile tra prostituzione, gioco d’azzardo e droga, con il coinvolgimento di bambini di otto e nove anni. Ma si scuote davvero Messina? O assorbe tutto senza metabolizzare e poi reagire? La domanda è cruciale per capire se esiste davvero un domani in termini sociali e di qualità della vita.

Partiamo dalla premessa che va separato l’ambito giudiziario da quello della responsabilità politica. Sul primo spetta ai magistrati valutare nel rispetto della presunzione d’innocenza. Per il secondo aspetto, tocca a chi ha a cuore il futuro di Messina analizzare la realtà per poter contribuire a cambiarla. Ma davvero.

Che Messina è quella che si è sviluppata negli ultimi cinquant’anni, tra uno scandalo giudiziario e un altro? Una Messina delle diseguaglianze sociali, delle differenze tra i pochi che hanno molto e i tantissimi che vivono di stenti. Una Messina dove la bellezza dello Stretto e di alcuni scorci e palazzi rischia di passare in secondo piano rispetto alla grande bruttezza di troppi scempi edilizi. Il tutto tra la marginalià delle periferie e una borghesia parassitaria e sterile. Da qui l’assenza di uno sviluppo imprenditoriale e di una vocazione sociale e culturale per una città da riscattare.

La povertà sociale e la necessità del cambiamento a Messina

In questo contesto, se un bambino di otto anni fuma il crack, se dilaga il gioco d’azzardo tra i giovanissimi, se il lavoro è una chimera, perché stupirsi? Di recente,  il Rapporto diocesano 2024-25 su povertà ed esclusione sociale ha certificato un fallimento da cui nessuno si può tenere fuori. Tutti hanno responsabilità politiche: i partiti tradizionali di un tempo, centrodestra e centrosinistra.

Mentre abbiamo150 lavoratori a rischio nel settore dei supermercati, ed è solo un esempio, e la povertà sociale è un disastro annunciato, il rischio è di continuare ad assorbire le notizie in modo passivo. E di continuare a parlare di famiglie blasonate e di un sistema dove non esistono ascensori sociali e possibilità di crescita e sviluppo. Tutto fermo. E a questo sistema mortifero dobbiamo dire di no. E proporre qualcosa di dinamico e vitale.

In tutti i campi, nessuno è esente dall’invito ad agire per mutare l’esistente. Dalla politica e l’imprenditoria al giornalismo, i sindacati, le forze sociali e i cittadini. Servono elaborazioni e contenuti all’altezza dei problemi strutturali della società. Il cambiamento, serio e con effetti strutturali, non è un’opzione ma una necessità. Non più rinviabile. E s’intreccia con l’eterna questione meridionale.

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2 commenti

  1. COME NON ESSERE D’ ACCORDISSIMO CON LEI DIRETTORE…..CONDIVIDO OGNI PAROLA CHE HA SCRITTO !!!!

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  2. Messina prospetta la sua solita duple-face.E’ sempre stata cosi.Da una parte i BARONATI,i MASSONI,le CASTE,che tengono in pugno la città,che tengono dentro i loro forzieri le risorse finanziarie che altrimenti impiegati darebbero slancio ad una economia che si potrebbe sviluppare.A questa gente sono stati affidati i POLI attrattivi delle risorse(UNIVERSITA’,AREE PORTUALI,OSPEDALI).Di loro hanno terreni immensi da cedere per qualche Supermeracato,o speculazioni di vario genere.Se poi vi allarma il destino dei tanti giovani che si drogano o si prostituiscono,non c’è da stupirsi.Fino a 40-50 anni addietro quei giovani erano MANOVALANZA al servizio di cosche mafiose che taglieggiavano o spacciavano.Forse non si prostituivano.Ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole.Messina è quello che è sempre stata.Non facciamo gli ipocriti.La POLITICA l’ha smembrata in mille pezzi,l’ha svuotata di decine di opportunità,l’ha svuotata per prima cosa della cultura che appartenne ai padri.Messina non è priva di opportunità è solo PRIGIONIERA di una classe pessima di politicanti e ricchi che non arrischiano perchè i loro guadagni sono diversamente assicurati.

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