Risanamento Messina, l'Unione Inquilini: dibattito grave e grottesco

Risanamento Messina, l’Unione Inquilini: dibattito grave e grottesco

Redazione

Risanamento Messina, l’Unione Inquilini: dibattito grave e grottesco

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venerdì 08 Gennaio 2021 - 10:53

Non serve un protocollo d'intesa, spiega l'Unione inquilini, basta applicare il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.

La nota dell’Unione Inquilini di Messina sulla querelle in corso sul risanamento e la legge speciale per lo sbaraccamento, ferma da due mesi in Commissione Ambiente alla Camera. Pronta un’iniziativa pubblica.

Dibattito grave e grottesco

Si sta assistendo, infatti, ad un dibattito pubblico assieme grave e grottesco. Ci troviamo di fronte a costanti oltraggi alla verità dei fatti sul modo in cui si è sviluppato il dibattito parlamentare, soprattutto in riferimento all’audizione del costituzionalista Massimo Luciani il cui pensiero sembra sia stato totalmente trasfigurato e utilizzato impropriamente per fini di mera propaganda politica.

Leale collaborazione

Nella audizione in questione, così come in quella precedente, che ha avuto come soggetti uditi l’Unione Inquilini di Messina (la cui relazione, avvalsasi del contributo tecnico di Nicola Bozzo e Pietro Saitta, è disponibile tra i materiali visionabili sul sito del Parlamento), l’attenzione del Prof. Luciani si è concentrata sulla necessità – costituzionalmente doverosa – che la legge in esame sia ispirata al principio di leale collaborazione tra Stato e Regione Siciliana. Dovrebbe essere noto, infatti, che, per giurisprudenza costante della Corte Costituzionale, lì dove si è in presenza di un intervento legislativo statale che si colloca al centro di un complesso e inestricabile intreccio di competenze distribuite tra Stato e Regioni, è proprio il principio di leale collaborazione che permette di giustificare un’attrazione a livello statale di competenze legislative e amministrative delle Regioni. In sostanza, grazie al principio di leale collaborazione, trovano una composizione equilibrata sia il principio autonomistico, sia le esigenze unitarie che ispirano l’intervento statale.

Nel nostro caso, infatti, si è evidenziato come ci si trovi di fronte sia a competenze esclusive dello Stato (in materia di tutela ambientale e di livelli essenziali delle prestazioni sociali) sia di potestà concorrente (in particolare la materia del governo del territorio). Quindi, appare veramente stravagante la trasformazione di questi principi costituzionali in una vulgata che fa riferimento a non meglio precisati protocolli di intesa che andrebbero stipulati tra Stato e Regione.

L’iniziativa dell’Unione inquilini

Come è ovvio, non bisogna stipulare nessun protocollo d’intesa, ma più seriamente e persuasivamente, ispirare al principio di leale collaborazione la legge in itinere. Proprio per questo, riteniamo di dovere al più presto indire una iniziativa pubblica (nelle forme consentite dal particolare momento che stiamo vivendo) tesa a ripristinare quegli elementari canoni di verità che, se così platealmente disattesi, non fanno altro che inquinare il dibattito pubblico e rendere ancora più incerto il futuro della legge speciale. E, con essa, le aspettative dei cittadini interessati.

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