S. Teresa, il Caffé d'Arte commemora il centenario della scomparsa di Giovanni Verga

S. Teresa, il Caffé d’Arte commemora il centenario della scomparsa di Giovanni Verga

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S. Teresa, il Caffé d’Arte commemora il centenario della scomparsa di Giovanni Verga

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mercoledì 26 Ottobre 2022 - 10:33

L'incontro al Palazzo della Cultura ha avuto un ampio rilievo culturale grazie alla  relazione della professoressa Pina Ardita 

S. TERESA – Il Caffè Riva d’Arte di S. Teresa di Riva ha commemorato il centenario della scomparsa di Giovanni Verga, insigne scrittore di Vizzini, conosciuto come il maggiore esponente del Verismo. L’incontro al Palazzo della Cultura ha avuto un ampio rilievo culturale per la  relazione della professoressa Pina Ardita  già docente di Lingua e Letteratura francese, e per i numerosi interventi degli associati, moderati dalla presidente del sodalizio Melina Patanè (insieme ad Antonello Bruno e Gabriele Camelia).

La relatrice Ardita ha posto l’accento sulle differenze notate tra il Verismo verghiano ed il Naturalismo di Emile Zola a partire dalla radice comune determinata dalla filosofia positivista di Comte che preconizzava il valore della ricerca scientifica come base per una società migliore, dove la razionalità prendeva il posto del sentimentalismo romantico fortemente idealizzato ma che si era rivelato fallimentare nei suoi eletti fini. La professoressa ha tracciato il percorso “scientifico” di Verga e la sua osservazione della realtà siciliana dell’epoca, con l’accettazione fatalista della condizione personale di esistenza che, nell’accoglienza dello status qui, trasforma il “Vinto” in vincitore.

“Quanto dei Malavoglia rimane nel siciliano di oggi”?

Al contrario Zola, tratteggiando personaggi e luoghi dei banlieux parigini con la loro decadenza morale si distanzia dal fatalismo e pessimismo per raccontare di un mondo che non si rassegna e cerca il riscatto a partire dalla persona stessa. Anche le figure femminili raccontano mondi e condizioni diverse: in Verga le donne appaiono sottomesse alla figura maschile ed alle convenzioni sociali e chi se ne distanzia viene emarginata, vedesi “La Lupa”. In Zola, invece, la donna ha già una consapevolezza di sé, avendo in nuce quel germe di femminismo che da li a poco  sarebbe stato convogliato nel movimento delle Suffragettes.

Nella disamina di Ardita è tuttavia il popolo verghiano ad avere la meglio, laddove riconosce salvezza nel solco della tradizione e nella famiglia. La serata si è animata ulteriormente col dibattito innescato dalle domande poste dai curatori “Quanto dei Malavoglia rimane nel siciliano di oggi”? “Si crede sempre nella Provvidenza?”. Con le relative considerazioni e disamine stilistiche, letterarie, sociologiche degli stessi e degli intervenuti al dibattito :lo scrittore Curtò, l’attore Barbera, il presidente del Cinit Caminiti e la giovane artista Santoro.
La serata si è conclusa con un momento musicale della cantante Concetta Savoca che ha presentato anche le sue creazioni stilistiche e i monili d’arte  “sostenibile”. Prossimo appuntamento venerdì 4 novembre con un evento in memoria dei soldati Caduti in guerra, per ricordare e riflettere su questa tragica tematica

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