S. Teresa, lotta all'evasione: nel 2019 eseguiti 7.227 accertamenti per 3 milioni

S. Teresa, lotta all’evasione: nel 2019 eseguiti 7.227 accertamenti per 3 milioni

Carmelo Caspanello

S. Teresa, lotta all’evasione: nel 2019 eseguiti 7.227 accertamenti per 3 milioni

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sabato 11 Gennaio 2020 - 09:30

Dal 2016 il Comune santateresino può contare su un nuovo sistema informatico che consente di lavorare in regime di banca dati unica.

S. TERESA DI RIVA –  Lotta all’evasione e ufficio unico delle entrate, al Comune di S. Teresa di Riva, sono due facce della stessa medaglia. Nel 2019 l’Ufficio ha eseguito 7mila e 227 attività di accertamento. In essi sono compresi mille e 304 avvisi bonari per omesso versamento. L’ importo accertato ammonta complessivamente 3 milioni 309mila e 115 euro. Il riferimento è a Imu, Tasi, acquedotto e Tari dell’ultimo quinquennio.

Dal 2016 il Comune santateresino  può contare su un nuovo sistema informatico che consente di lavorare in regime di banca dati unica. Le nuove procedure si interfacciano con la piattaforma del concessionario per il recupero coattivo, affinché si abbia un dato aggiornato completo di ogni codice fiscale (ogni contribuente del Comune) che viene interrogato. Un clic ed ogni ufficio dell’ente locale ha il quadro completo e aggiornato e può verificare ed accertare la situazione di ogni singolo contribuente.

Ogni giorno 30 emissioni

“Quando parliamo di 7mila e 227 atti accertativi – spiega il sindaco, Danilo Lo Giudice – significa che ogni giorno registriamo circa 30 emissioni. Prima della nostra amministrazione (cioè prima dell’Amministrazione di Cateno De Luca del 2012 quando iniziò il nuovo ciclo politico-amministrativo) questi numeri – chiosa Lo Giudice –  non sono stati raggiunti in un intero decennio”. Il primo cittadino entra poi nel merito della questione, quella che alla fine riguarda le tasche dei cittadini.

“Gli importi riferiti a Imu e Tasi, vale a dire un milioni 679mila e 779 euro – fa notare – possono da sole finanziare le spese correnti, essendo nuovi accertamenti di bilancio. Ma ovviamente vanno incassati”. Gli altri importi, Tari e acquedotto, una volta incassati, vanno a diminuire il fondo crediti di dubbia esigibilità, poiché già accertati con i ruoli ordinari annuali e inseriti in percentuale come mancato incasso nello stesso fondo. “Al momento dell’accertamento, cioè nei 4-5 anni dalla scadenza – evidenzia Lo Giudice – la capacità di riscossione è del 70% per Imu e Tasi; 72% Tari e 73% acquedotto.

Per il periodo di 4-5 anni – fa notare il sindaco – si intende quello in cui il pagamento avviene in maniera spontanea da parte del contribuente prima che si proceda all’accertamento da parte del Comune delle somme non versate o che si sarebbero dovute versare. Pensate – conclude Lo Gidice – quanti servizi in più si potrebbero effettuare. Si potrebbero abbassare in buona percentuale le imposte e creare opere pubbliche per migliorare l’economia della cittadina”.

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