Sacal e stabilizzazioni, sindacati sul piede di guerra

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Redazione

Sacal e stabilizzazioni, sindacati sul piede di guerra

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venerdì 23 Luglio 2021 - 08:00

Servizio Persone a mobilità ridotta parzialmente esternalizzato nelle stesse ore in cui le parti sociali chiedevano di far finire il precariato

Sacal, i sindacati sono sul piede di guerra.
L’incontro svoltosi mercoledì scorso su loro richiesta sulla stabilizzazione del personale adibito al servizio Prm (Persone a mobilità ridotta) e sulla garanzia occupazionale dei lavoratori stagionali, non è terminato come avrebbero voluto le forze sociali. Benché i sindacati avessero già comunicato la «fattibilità di quanto chiesto», la società che gestisce i tre aeroporti calabresi ha ritenuto fosse il caso d’«approfondire l’argomento sottoponendo un quesito all’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) regionale sulla possibilità di assumere personale a tempo determinato in costanza di ammortizzatori sociali con causale Covid».
Cosa che naturalmente non poteva esaltare i rappresentanti dei lavoratori.
Ma soprattutto, malgrado una trattativa tuttora in corso, la Sacal ha «provveduto, invece, unilateralmente ad esternalizzare in parte la gestione del servizio Prm». Cioè lo stesso per il quale si chiedeva di stabilizzare i precari.

Gli addebiti

In una nota congiunta Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporto aereo esprimono «chiara e netta preoccupazione per il pessimo stato delle relazioni sindacali con Sacal, ritenendo tale atteggiamento inaccettabile, non solo nel merito, ma anche nel metodo». Proprio perché «avvenuto dopo una discussione relativa all’azzeramento della Cigd nel settore specifico per consentire, appunto, l’assunzione dei lavoratori stagionali precari ormai da anni». E questo, anche in virtù degli accordi precedentemente assunti che prevedono l’utilizzo del personale inserito nelle rispettive graduatorie.
Stando ai sindacati, «è ancor meno accettabile il tentativo di giustificazione della Sacal di non poter attendere l’esito del quesito posto a causa della necessità impellente d’impiegare risorse in tale servizio. Ma questa discussione era stata già affrontata nella riunione del 5 luglio scorso e Sacal, dopo ben 16 giorni, non è stata in grado di dissipare i propri dubbi ciò anche a significare che la società aveva già scelto quale linea adottare», affermano i sindacati. Che contesta a Sacal di trattare i sindacati «non come strumenti rappresentativi dei lavoratori ma come soggetti fastidiosi».

La richiesta

Di qui, la richiesta d’annullare immediatamente l’esternalizzazione del servizio. «Diversamente – fanno sapere le parti sociali -, senza indugio alcuno denunceremo all’Ispettorato nazionale del lavoro, all’Inps e a tutti gli altri soggetti competenti questo atteggiamento aziendale teso a sostituire manodopera intentando anche un’azione risarcitoria nei confronti dei lavoratori stagionali non assunti».

Il precedente

E non basta. Secondo Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo , la vicenda «è ancora più grave anche perché durante la riunione presso Confindustria a Catanzaro le organizzazioni sindacali e l’Azienda avevano condiviso la necessità di sottoporre al competente Ispettorato del lavoro le interpretazioni legislative».

Piano “fantasma”

D’altro canto, fanno sapere i sindacati di non condividere il perenne ritardo della presentazione del Piano industriale della Sacal, «approvato dal mese di marzo, fino “al momento opportuno” che coinciderà con la campagna elettorale. Sacal cambi presto atteggiamento – è l’invito – nell’interesse degli scali calabresi, dei passeggeri e dei lavoratori che sono i più colpiti da questo assurdo comportamento».

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