Discarica di Mazzarrà, Foti all'Ars: "Smantellare un sistema criminale"

Discarica di Mazzarrà, Foti all’Ars: “Smantellare un sistema criminale”

Redazione Tirreno

Discarica di Mazzarrà, Foti all’Ars: “Smantellare un sistema criminale”

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giovedì 01 Giugno 2017 - 10:57

Il sindaco di Furnari ha spiegato in commissione ambiente che Tirrenoambiente, azienda che gestisce la discarica, avrebbe ottenuto profitti illeciti grazie a una fitta rete di compiacenze a livello statale, regionale e locale. In questo modo sarebbero state coperte numerose violazioni, soprattutto in tema di ambiente e sicurezza; e oggi la discarica è una bomba ecologica

La vicenda della discarica di Mazzarà Sant’Andrea è approdata in Commissione Ambiente all’Assemblea Regionale Siciliana, dopo la formale richiesta di audizione presentata dal vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino. Alla discussione erano assenti gli assessori al Territorio e Ambiente Maurizio Croce e all’Energia Vania Contrafatto, rappresentati dai funzionari degli assessorati. Tra i presenti anche l’assessore all’Ambiente di Furnari, Giusy D’Amico, e il senatore Francesco Campanella, che ha lanciato l’allarme a livello nazionale con un’interrogazione parlamentare.

L’audizione ha avuto tra i protagonisti il sindaco del Comune di Furnari, Mario Foti, il quale ha esposto la grave situazione di pericolo e tutte le criticità, puntando il dito contro chi, nel tempo, ha consentito uno scempio ambientale che mette a rischio non solo la popolazione dei Comuni limitrofi, ma anche il territorio circostante, a partire dall’adiacente torrente Mazzarrà Sant’Andrea, nei pressi del quale si trovano i pozzi di approvvigionamento idrico del comune di Furnari.

Il sindaco Foti ha portato in Commissione quanto appurato dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico con l’informativa del 30/9/2016, da cui si evince che: “La Tirrenoambiente, in persona dei vari amministratore e legali rappresentanti pro-tempore, si è avvalsa di una fitta rete di compiacenze di soggetti appartenenti ad organi statali, regionali e provinciali, gestendo enormi quantità di rifiuti in totale difformità agli atti autorizzatori posseduti o addirittura in assenza di essi, ottenendo in tal maniera cospicui illeciti profitti” – ha spiegato il primo cittadino.

Che, con forza, ha ribadito la sua convinzione che dietro Tirrenoambiente vi sia un vero e proprio sistema criminale: “Tutte le autorizzazioni rilasciate alla Tirrenoambiente non rispettano la legislazione vigente, anzi violano le basilari norme in materia di appalti pubblici; così l’azienda riesce addirittura ad occultare i relativi guadagni, derivanti anche dall’immissione in rete di energia elettrica prodotta dalla combustione del biogas della discarica. Ogni singolo atto portato a compimento dai vari dirigenti della Tirrenoambiente è il frutto di un complesso ed articolato progetto criminale, che ha permesso di realizzare una delle discariche più grandi della Sicilia in un territorio estremamente vulnerabile, gestendo illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti”.

Foti ha relazionato puntualmente sulla situazione di pericolo legato sia alla ulteriore possibilità di sversamento del percolato sia alla reale possibilità di crollo della discarica e di inquinamento da biogas. Il sindaco ha chiesto di avviare, nei confronti di coloro che avevano il dovere di vigilare, i relativi provvedimenti amministrativi sanzionatori e disciplinari. Al contempo, ha chiesto l’immediata rotazione di tutti quei funzionari coinvolti a vario titolo nella vicenda. “Chiedo infine l’immediato intervento del Governo regionale per trovare una soluzione definitiva atta ed evitare un disastro ambientale annunciato” – chiosa l’avvocato.

Nella stessa relazione emerge che “tutto quanto fatto sino a quel momento dal comune di Mazzarrà Sant’Andrea aveva nel prefetto di Messina Stefano Scammacca un regista, il quale aveva “commissionato” la realizzazione della discarica nonostante sino a quella data nessun provvedimento formale fosse stato assunto dalla Prefettura”. Sempre i Carabinieri del N.O.E. hanno accertato, sin dal 2001, che le autorità preposte al rilascio alle autorizzazione e gli organi di controllo erano perfettamente a conoscenza dell’inadeguatezza del sito; ma il “prefetto di Messina dell’epoca era intenzionato ad assecondare le intenzioni del Comune di Mazzarrà, disattendendo le indicazioni che gli provenivano dall’organo tecnico istruttorio presso il suo ufficio”.

La situazione della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea era stata già portata all’attenzione nel corso di una conferenza stampa all’Ars lo scorso 9 maggio. “Anche in questa vicenda emergono le responsabilità del governo regionale che con i diversi cambi di assessori e soprattutto con la vorticosa rotazione di dirigenti e funzionari ha nella sostanza reso difficile l’individuazione di competenze e responsabilità. La magistratura avrà il suo bel da fare” – ha dichiarato il senatore Campanella.

“Abbiamo assistito al solito rimbalzo di responsabilità tra uffici” – ha sottolineato Il vice presidente Venturino – “ho richiesto un’immediata verifica della presenza delle polizze fideiussorie di tutti gli impianti e discariche della Sicilia, al fine di non incorrere nella stessa situazione in cui si sta trovando la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea”. Durante la seduta di commissione è emerso che già dal 2014 i dirigenti dell’assessorato Energia e Rifiuti avevano richiesto al dipartimento Territorio e Ambiente l’escussione della polizza che la società Tirrenoambiente aveva rilasciato per la gestione operativa della discarica. La mancata escussione ha fatto scadere le polizze, oggi ormai inutilizzabili. Venturino ha inoltre formalizzato la richiesta di convocazione urgente della Commissione Antimafia al fine di valutare tutte le eventuali responsabilità.

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