Cisl e Uil alla Borsellino: "Le sorti del Piemonte decise in riunioni per pochi intimi"

Cisl e Uil alla Borsellino: “Le sorti del Piemonte decise in riunioni per pochi intimi”

Cisl e Uil alla Borsellino: “Le sorti del Piemonte decise in riunioni per pochi intimi”

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sabato 04 Ottobre 2014 - 06:42

Cisl e Uil sulla vicenda ospedale Piemonte scrivono all'assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino: "Intervenga lei, perchè su questioni così delicate si sta decidendo attraverso riunioni per pochi intimi e senza consultare sindacati e forze sociali".

“Sia l’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, a prendere in mano la questione Piemonte per ripristinare il confronto e il dialogo su una vicenda che rischia di degenerare e di vedere offuscato il vero obiettivo, quello del mantenimento della struttura ospedaliera”. Così Cisl e Uil, a distanza di pochi giorni dalla manifestazione del 29 settembre tornano sull’argomento,chiamando direttamente in causa l’assessore regionale alle prese con il riordino della rte ospedaliera. Nella nota i sindacalisti del settore Pubblico Impiego-Medici replicano alle dichiarazioni del direttore generale Vullo secondo il quale “gli unici titolati a decidere le sorti del Piemonte sono “i direttori generali di Asp e Policlinico, il Commissario e il direttore dell’Irccs, il presidente dell’Ordine dei medici, il responsabile del 118, il responsabile della protezione civile, Marcello Minasi, presidente del Comitato “Salviamo l’Ospedale Piemonte e il presidente del Comitato Consultivo Aziendale del Papardo Piemonte, Vincenzo Terzi”.

“Il direttore generale – si legge nel comunicato stampa congiunto – continua a buttare benzina sul fuoco, ricercando strumentalmente ogni occasione e accadimento per gettare discredito sul Piemonte. Non si può calpestare la dignità e professionalità di operatori sanitari seri né si può disconoscere la volontà popolare che è stata espressa lunedì scorso nella partecipatissima assemblea cittadina. Le sorti dell’Ospedale Piemonte non possono essere decise nel chiuso di una stanza, in una pseudo riunione tecnica con soggetti scelti dal direttore generale. Riteniamo che in qualsivoglia riunione-incontro-confronto sull’Ospedale Piemonte debbano essere coinvolte le parti sociali”.

I sindacati sottolineano come l’aver coinvolto il Comitato Salvare Piemonte nella Commissione sia un fatto importante, ma contestano l’assenza al tavolo di rappresentanze di forze sociali e sindacali, che come ben sa Vullo, ex sindacalista, sono portatori di interessi e diritti da tutelare.

“Così facendo il direttore Vullo continua nella strategia distruttiva e dismissiva dell'Ospedale Piemonte, discreditando e denigrando lavoratori e cittadini. Vediamo arroganza, senza guardare all'interesse generale e collettivo. La conferma è che tutto viene deciso da pochi intimi. Riteniamo quindi che per competenza e responsabilità l’unico soggetto a prendere una decisione in merito è l’Assessore alla Sanità al quale chiediamo di prendere in mano la situazione e assumere tutte le iniziative per arrivare a un punto fermo sul Piemonte, per il quale ribadiamo la richiesta di mantenere gli impegni assunti e quindi il mantenimento. Invieremo tutta la rassegna stampa sulla vicenda all'assessore Borsellino proprio perché temiamo ci sia un difetto di comunicazione, anzi una disinformazione voluta”.

R.Br.

4 commenti

  1. LA CASTA DELLE CASTE. Il SINDACATO è protagonista nel nome di lavoratori, oramai in fuga di massa dal loro mantello protettivo(il grosso degli iscritti sono i pensionati inconsapevoli di pagare la delega) di comportamenti spregiudicati, faccio tre esempi per capirci meglio, intanto quello di casa nostra contro RENATO sindaco, di fatto si è aggredito il sindaco di Messina impedendogli di parlare. A Napoli il SINDACATO tenta di usurpare il ruolo dei partiti e ” consiglia ” gli eletti del popolo sovrano napoletano alle dimissioni per poi andare alle urne. Infine il caso nazionale, come sapete il SINDACATO, anche se in ordine sparso, ” minaccia ” lo sciopero generale contro il primato della politica, in questo caso di Matteo Renzi, il suo diritto dovere di fare scelte economiche nell’interesse generale, condivisibili o meno, poi saranno gli italiani e non il SINDACATO a dare un giuduzio politico con il voto, è la DEMOCRAZIA. Per non essere frainteso quando parlo di SINDACATO mi riferisco alla burocrazia sindacale, non intendo le rappresentanze unitarie all’interno delle fabbriche o dei cantieri o negli ospedali o nelle scuole, nei posti di lavoro il sindacato fa il suo mestiere, quello di portare a casa buoni contratti. Lo spostamento di alcuni reparti dal Piemonte al Papardo è una scelta politica, spetta a RE SARO Crocetta, saranno poi i siciliani ad emanare la sentenza alle prossime elezioni regionali, è la DEMOCRAZIA. L’abolizione dell’art.18 spetta a Matteo Renzi, uno sciopero generale sarebbe un’atto eversivo. La CASTA DELLE CASTE non si accontenta di far eleggere i suoi segretari regionali o nazionali in carica nelle assemblee elettive, comportamento scandaloso soprattutto della GCIL, non si accontenta del grande potere economico regalato attraverso i CAF da una classe politica a loro subalterna, vuole sostituirsi agli eletti del popolo sovrano, IMPEDIAMOGLIELO. La DEMOCRAZIA è distinzione dei ruoli, a cui tutti dobbiamo attenerci, altrimenti è un’altra cosa, poi non lamentiamoci delle degenerazioni violente.

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  2. LA CASTA DELLE CASTE. Il SINDACATO è protagonista nel nome di lavoratori, oramai in fuga di massa dal loro mantello protettivo(il grosso degli iscritti sono i pensionati inconsapevoli di pagare la delega) di comportamenti spregiudicati, faccio tre esempi per capirci meglio, intanto quello di casa nostra contro RENATO sindaco, di fatto si è aggredito il sindaco di Messina impedendogli di parlare. A Napoli il SINDACATO tenta di usurpare il ruolo dei partiti e ” consiglia ” gli eletti del popolo sovrano napoletano alle dimissioni per poi andare alle urne. Infine il caso nazionale, come sapete il SINDACATO, anche se in ordine sparso, ” minaccia ” lo sciopero generale contro il primato della politica, in questo caso di Matteo Renzi, il suo diritto dovere di fare scelte economiche nell’interesse generale, condivisibili o meno, poi saranno gli italiani e non il SINDACATO a dare un giuduzio politico con il voto, è la DEMOCRAZIA. Per non essere frainteso quando parlo di SINDACATO mi riferisco alla burocrazia sindacale, non intendo le rappresentanze unitarie all’interno delle fabbriche o dei cantieri o negli ospedali o nelle scuole, nei posti di lavoro il sindacato fa il suo mestiere, quello di portare a casa buoni contratti. Lo spostamento di alcuni reparti dal Piemonte al Papardo è una scelta politica, spetta a RE SARO Crocetta, saranno poi i siciliani ad emanare la sentenza alle prossime elezioni regionali, è la DEMOCRAZIA. L’abolizione dell’art.18 spetta a Matteo Renzi, uno sciopero generale sarebbe un’atto eversivo. La CASTA DELLE CASTE non si accontenta di far eleggere i suoi segretari regionali o nazionali in carica nelle assemblee elettive, comportamento scandaloso soprattutto della GCIL, non si accontenta del grande potere economico regalato attraverso i CAF da una classe politica a loro subalterna, vuole sostituirsi agli eletti del popolo sovrano, IMPEDIAMOGLIELO. La DEMOCRAZIA è distinzione dei ruoli, a cui tutti dobbiamo attenerci, altrimenti è un’altra cosa, poi non lamentiamoci delle degenerazioni violente.

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  3. Il mio commento di ieri ha preceduto il titolo di prima pagina del Corriere della Sera: IL SINDACATO BOCCIATO DAGLI ELETTORI DEL PARTITO DEMOCRATICO. Mariedit non vota il PD, ma questa volta è in sintonia con i suoi elettori, sicuramente con la stragrande maggioranza degli italiani. Urge una legge sulla RAPPRESENTANZA SINDACALE, non bastano più le sigle CGIL CISL UIL, deve contare il voto del singolo lavoratore all’interno del posto di lavoro, la vicenda FIAT deve pur aver insegnato qualcosa. Matteo Renzi ha un modo per spuntare le unghie al SINDACATO, il quale si è inventato il sindacato dei pensionati per vantare numeri sulla carta, gli basta interrompere gli effetti della delega di pagamento della quota sindacale al momento del pensionamento, l’automatismo del silezio assenso deve finire. Se il pensionato vuole finanziare il SINDACATO lo potrà fare liberamente senza coinvolgere l’INPS.

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  4. Il mio commento di ieri ha preceduto il titolo di prima pagina del Corriere della Sera: IL SINDACATO BOCCIATO DAGLI ELETTORI DEL PARTITO DEMOCRATICO. Mariedit non vota il PD, ma questa volta è in sintonia con i suoi elettori, sicuramente con la stragrande maggioranza degli italiani. Urge una legge sulla RAPPRESENTANZA SINDACALE, non bastano più le sigle CGIL CISL UIL, deve contare il voto del singolo lavoratore all’interno del posto di lavoro, la vicenda FIAT deve pur aver insegnato qualcosa. Matteo Renzi ha un modo per spuntare le unghie al SINDACATO, il quale si è inventato il sindacato dei pensionati per vantare numeri sulla carta, gli basta interrompere gli effetti della delega di pagamento della quota sindacale al momento del pensionamento, l’automatismo del silezio assenso deve finire. Se il pensionato vuole finanziare il SINDACATO lo potrà fare liberamente senza coinvolgere l’INPS.

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