D'Alia e Zafarana,divisi su tutto, uniti sul Piemonte: "Messina deve sapere la verità. Basta bugie"

D’Alia e Zafarana,divisi su tutto, uniti sul Piemonte: “Messina deve sapere la verità. Basta bugie”

Rosaria Brancato

D’Alia e Zafarana,divisi su tutto, uniti sul Piemonte: “Messina deve sapere la verità. Basta bugie”

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martedì 05 Gennaio 2016 - 14:37

In due distinte conferenze stampa D'Alia e Zafarana concordano su un unico punto: "Messina deve sapere le verità sul Piemonte, sia sul parere del Ministero che sulla questione del patrimonio". I due deputati concordano: l'emendamento Formica-Grasso regala i beni del Piemonte all'Irccs che non è un'azienda sanitaria ma un Ente di diritto pubblico. E un domani?

Hanno parlato da due Palazzi diversi, l’una nella Sala ovale del Comune, l’altro nella sala consiglio dell’ex Provincia, si sono anche bacchettati a distanza, ma su un punto la deputata regionale del M5S Valentina Zafarana e il presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia sono d’accordo: “sul caso Piemonte Messina deve sapere la verità al di là delle chiacchiere e delle cortine di fumo”.

Giovedì l’Ars in linea di massima dovrebbe votare gli emendamenti alla legge 24 ed entro il 15 gennaio l’assessore Gucciardi deve varare il decreto attuativo ma a rimescolare le carte ed a scatenare il caos è stato il parere del Ministero e le successive modifiche apportate alla norma dagli azzurri Formica-Grasso e che di fatto consegnerebbero il patrimonio del Piemonte all’Irccs. Sia per la grillina che per il leader centrista la questione dei beni immobili non è lana caprina, ma è tema delicatissimo che se preso sottogamba potrebbe portare un giorno la città a pentirsi di non averlo affrontato adeguatamente.

“Ormai siamo alla legislazione creativa- commenta Valentina Zafarana nel corso di una conferenza stampa alla presenza del Comitato Salvare l’ospedale- Non è questo il modo di legiferare. E’ tutto troppo torbido, gli emendamenti presentati da Formica e Grasso costituiscono un esproprio senza indennizzo che è proprio quello che il Ministero, con quel parer, ha voluto evitare. Il ministero dice: il patrimonio dovete lasciarlo al Papardo a meno che, se volete darlo all’Irccs non siate disposti a pagare un corrispettivo. Attenti, un corrispettivo non vuol dire 1 euro… “.

Secondo il M5S i rischi oltre ad essere immediati sono anche in prospettiva, legati al fatto, ribadisce la deputata che: “l’irccs non è un’azienda sanitaria inserita nella legge 5 del 2009, ma è un Ente di diritto pubblico. Questo equivale a dire che un giorno in futuro, qualora si decidesse di non usare più la struttura del Piemonte per fini sanitari, lo si potrebbe fare. L’Irccs potrebbe diventare una spa, potrebbe tornare ad essere una fondazione un albergo, un supermercato. Qualsiasi cosa. Potrebbe essere venduto. Noi dobbiamo difendere le strutture pubbliche, in questo caso il Papardo che stando così le cose resta l’unica azienda sanitaria pubblica il cui patrimonio sta per essere dimezzato regalando la parte del Piemonte all’Irccs”.

La Zafarana concorda con D’Alia sull’ipotesi di procedere con un comodato d’uso, anche trentennale, ma bacchetta gli Udc “che si sono svegliati un po’ tardi, la mattina del 30 dicembre a poche ore dal voto. Spero non si tratti solo di una ripicca perché le sorti dell’ex ospedale Margherita, pur contemplate dalla legge 24, sono state dimenticate. Ben venga D’Alia, se ha proposte le presenti giovedì. Se salvano il Piemonte come le nostre le voteremo”.

I grillini riprendono poi la proposta presentata a settembre, l’accorpamento del Piemonte con l’Asp e con l’ospedale di Taormina, unica soluzione per salvare il Pronto soccorso. Infine due inviti: “alla deputazione regionale sperando che rinsavisca perché così facendo si chiude il Piemonte oppure si salva solo l’Irccs. E un invito a Vullo affinchè la smetta di fare terrorismo psicologico. La legge 24 impone al direttore generale del Papardo di mantenere la piena funzionalità del Piemonte fino a conclusione dell’iter. Tra ricatti e giochi politici sta passando l’idea che se non si approva tutto quello che vogliono loro come vogliono loro allora si chiude tutto”.

Il M5S giovedì tornerà a presentare gli emendamenti già bocciati in Commissione e che prevedono che il patrimonio immobiliare del Piemonte resti al Papardo o se viene ceduto che non lo sia a cifre irrisorie “Qualora l’azienda Papardo presenti esposizione debitoria superiore ai 10 milioni di euro l’autorizzazione non può essere concessa se il valore della transazione sia inferiore a quello dichiarato in bilancio ridotto del 10%”.

Conclusa la conferenza stampa della Zafarana a Palazzo Zanca, di lì a poco è stata la volta del leader dell’Udc Gianpiero D’Alia che con la pentastellata condivide la lettura del parere del Ministero. E va anche oltre: “Gucciardi il decreto può farlo in qualsiasi momento a prescindere dalle modifiche che Formica e gli altri vogliono apportare. Anzi, dirò di più. Se giovedì passano quegli emendamenti diventa impossibile fare il decreto. Se passano queste modifiche l’assessore non potrà fare la legge perché diventerà un’impresa far quadrare tutto. E’ l’esatto contrario di quel che qualcuno vuol fare credere e cioè che senza le modifiche Gucciardi è impossibilitato a emettere il decreto. Io dico, se vengono inserite quelle modifiche e il patrimonio passa all’Irccs diventa complicato spiegare perché non ci si attiene al parere del ministero, si dimezza il patrimonio del Papardo, vengono a mancare milioni di euro dalle risorse destinate alla sanità della provincia. Insomma, la questione del patrimonio non è lana caprina come si vuol far pensare”.

D’Alia, in conferenza stampa insieme ai consiglieri comunali, al segretario provinciale Chiara Giorgianni ed al vice segretario regionale Matteo Francilia, ha ribadito quanto più volte detto in passato e cioè la bontà della legge 24 se però realizzata nella sua pienezza e cioè la Cittadella della salute.

“L’Irccs è un’eccellenza e noi siamo d’accordo che diventi un polo riabilitativo per tutto il meridione. Ma la legge dice molto di più,ed è questo che chiediamo all’assessore Gucciardi: chiami il direttore generale dell’Asp Sirna ed il rettore Navarra che nei mesi scorsi hanno dato piena disponibilità e porti avanti la parte della legge 24 che riguarda il Pronto soccorso generale, da far gestire al Policlinico Universitario ed i servizi territoriali, da affidare all’Asp.Perchè non l'ha fatto ancora? O si fa la Cittadella della salute o si fa un’altra cosa. E allora se si vuol far un’altra cosa lo si dica subito e con chiarezza”. Il parlamentare concorda con la deputata regionale sul fronte Irccs “è un ente di diritto pubblico e non un’azienda sanitaria in senso pieno. Ogni 3 anni è sottoposto ad una verifica per la conferma del riconoscimento, quindi se perde la mission della riabilitazione perde anche il riconoscimento di ente di diritto pubblico. In quel caso che si fa? Non dimentichiamo che il patrimonio dell’ex Margherita è in concessione all’assessorato ai beni culturali e lì si realizzerà la cittadella della cultura. Per questo ribadisco che la titolarità del patrimonio non è lana caprina. E lo dice chiaramente anche il Ministero della giustizia quando sottolinea i rischi per il patrimonio del Papardo in caso di cessione senza corrispettivo all’Irccs”. I timori di D’Alia e Zafarana sono tutti volti al futuro, se cioè tra un paio d’anni, o tra 10, le cose non staranno più come oggi ed invece del Pronto soccorso al posto del Piemonte ci troveremo “altro”. D’Alia si sofferma ulteriormente sul Pronto soccorso: “Il Piemonte registra 30 mila accessi l’anno, di gran lunga più del Policlinico. Se dovesse chiudere il Pronto soccorso dell’ospedale del viale Europa il Policlinico non potrebbe assolutamente garantire risposte adeguate. Parliamo di questo all’Ars. Ripeto, Gucciardi è in grado di fare un decreto attuativo che garantisca la concretizzazione della Cittadella della salute. Se fa altro, se l’Ars vara quelle modifiche quel processo si blocca, perché anche giuridicamente dovrà far quadrare i conti ed a farne le spese sarà la sanità messinese. E di questo dovranno risponderne tutti.” L'ultima stoccata ai sindacati: "ho visto cambiare posizione in un anno almeno 8 vote. C'è da chiedersi il perchè…"

A preparare un emendamento nelle prossime ore sarà anche Nino Germanà, che con l’Udc sta ponendo le basi anche in Sicilia ed a Messina per l’Area popolare.

Forse sarà l’emendamento che salva “capre e cavoli”, ma l’impressione è che il caso Piemonte sta diventando un labirinto politico-giuridico dal quale ne usciremo con le ossa rotte.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Chiaramente si nota da parte dell’UDC (non sono ne un loro iscritto ne ho simpatia per questa gente) ma credo che in Sanità hanno le idee piu chiare e di gran lunga rispetto al populismo ignorante della Zafarana e company. A Messina abbiamo tre eccellenze nella Sanità Papardo, Policlinico e IRCSS, Pertanto ritengp a mio modesto parere che la legge che sta per essere varata sia la migliore. Il passaggio del Piemonte all’IRCSS , mantenendo un Adeguato PS D’urgenza , credo che sia la cosa migliore per l’utenza messinese.

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  2. Chiaramente si nota da parte dell’UDC (non sono ne un loro iscritto ne ho simpatia per questa gente) ma credo che in Sanità hanno le idee piu chiare e di gran lunga rispetto al populismo ignorante della Zafarana e company. A Messina abbiamo tre eccellenze nella Sanità Papardo, Policlinico e IRCSS, Pertanto ritengp a mio modesto parere che la legge che sta per essere varata sia la migliore. Il passaggio del Piemonte all’IRCSS , mantenendo un Adeguato PS D’urgenza , credo che sia la cosa migliore per l’utenza messinese.

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