Gli operatori sanitari 'prestati' dal Paese caraibico saranno poco meno di 500, operativi in diverse specializzazioni. Fase sperimentale al via da settembre
REGGIO CALABRIA – Ma non s’era detto, con tanto di comunicato stampa ufficiale diramato dall’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, che quanto asserito da amministratori locali, associazioni e cittadini vari a proposito dell’imminente arrivo di medici cubani per rimpolpare gli organici più che sguarniti di alcuni presìdi sanitari locali – in testa, l’ospedale territoriale spoke di Polistena – era, in sostanza, una ‘balla’?
In arrivo in Calabria quasi 500 medici cubani
Fatto sta che, dopo le reprimende dei giorni scorsi da parte di ‘capi’ e ‘capetti’ della Sanità calabrese e della Regione Calabria, ora è notizia ufficiale l’intesa tra Regione e Csmc (Comercializadora de servicios medicos cubanos) per il più tempestivo arrivo in Calabria di poco meno di 500 medici cubani.
«La sanità nel nostro Paese vive un paradosso che spero il futuro governo potrà definitivamente risolvere. In tutta Italia, Calabria compresa, le Aziende sanitarie cercano disperatamente medici da assumere a tempo indeterminato, ma non ne trovano – argomenta in una nota il presidente della Giunta regionale e commissario governativo alla Sanità Roberto Occhiuto -. È l’effetto perverso del numero chiuso imposto alle Facoltà di Medicina. Il reclutamento è diventato un terno al lotto, difficilmente prevedibile e governabile».
«Le abbiamo provate tutte. Concorsi andati deserti»
«In Calabria – il nostro sistema sanitario in questo momento ha risorse in abbondanza per assumere – negli ultimi mesi le abbiamo provate tutte. Abbiamo fatto bandi per posti a tempo indeterminato, manifestazioni di interesse, e sono andati deserti – fa sapere Occhiuto –. Stiamo lavorando – avevamo avviato un confronto serio con il ministro dell’Economia Daniele Franco – ad un pacchetto d’incentivi, economici e di carriera, per rendere maggiormente attrattivi i nostri concorsi.
Del resto, se analoghi problemi vengono riscontrati in Regioni d’eccellenza – dalla Lombardia alla Toscana, dal Veneto al Piemonte -, figurarsi in Calabria – prosegue il Governatore calabrese in carica -, con una sanità disagiata che paga il conto di 12 anni di commissariamento.
Eppure, nel nostro territorio devo, con i miei collaboratori, contrastare quotidianamente le emergenze, rischiando di chiudere reparti o interi ospedali. Per impedire che ciò possa accadere devo avere tutta la cassetta degli attrezzi a disposizione».
La lunga interlocuzione col Governo cubano
«Da mesi – ammette il presidente della Regione – ho una proficua interlocuzione con il governo cubano. I medici sono un fiore all’occhiello del Paese caraibico, e hanno già aiutato l’Italia, in Lombardia e in Piemonte, nei mesi più caldi della pandemia.
Oggi a Roma, presso l’Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia, ho firmato un Accordo di cooperazione con la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos (CSMC), la società dei medici cubani, per la fornitura di servizi medici e sanitari.
Grazie a quest’intesa in Calabria potremo utilizzare temporaneamente – fino a quando non sarannno espletati con esiti positivi tutti i concorsi – operatori sanitari provenienti da Cuba.
Il Governo caraibico può mettere a nostra disposizione 497 medici con diverse specializzazioni. A settembre partirà la fase sperimentale di questa collaborazione e arriveranno nella nostra Regione i primi medici.
Inizieranno coloro che già sanno parlare l’italiano – la lingua ufficiale della Repubblica di Cuba è lo spagnolo – e gli altri, prima di prendere servizio, faranno corsi intensivi per apprendere presto e bene la nostra lingua.
Ad ogni modo, i medici cubani saranno sempre affiancati dai nostri operatori sanitari».
Trattativa riservata (…si fa per dire)
«Siamo soddisfatti per la firma di questo importante accordo, un’opportunità in più per la Calabria – così Occhiuto -, un modo concreto per dare risposte immediate ai bisogni dei cittadini, per erogare in modo adeguato i servizi, per garantire su tutto il territorio regionale presidi sanitari operativi e ospedali funzionanti.
Abbiamo deciso in questi mesi di mantenere riservata questa delicata trattativa anche perché, nel frattempo, altre Istituzioni pubbliche e private stavano esplorando con insistenza la stessa strada.
Il risultato raggiunto ci ripaga del lavoro fatto e ci consente di affrontare con maggior serenità i prossimi step per risanare e migliorare sempre più la nostra Sanità regionale».
I medici ci sono! La verità è che nessuno vuole fare il medico in Calabria!!!