Fatale il deficit di 26 milioni, 18 in più rispetto al piano di rientro definito dall’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo

Salvatore Giuffrida non ha atteso la notifica del licenziamento ed anticipando i tempi ha presentato le proprie dimissioni dall’incarico di direttore generale dell’Asp di Messina.
Il deficit di 26 milioni, ben 18 milioni in più rispetto al piano di rientro definito dall’assessore regionale della Salute, Massimo Russo, è stato fatale al manager dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina.
Stessa decisione è stata assunta dal direttore dell’Asp di Catania Giuseppe Calaciura mentre il massimo responsabile dell’Asp di Agrigento, Salvatore Olivieri, si è riservato di adire il Tar perché non concorde con le motivazioni addotte al suo licenziamento.
L’unico dei manager a rischio che è stato “assolto” e rimane, pertanto, in carica è il direttore dell’Asp di Siracusa Franco Maniscalco.
Alla fine di agosto era scoppiato ufficialmente il caso Asp in Sicilia, lo stesso governatore Raffaele Lombardo si era concesso una settimana di riflessione prima di assumere una decisione così drastica quale la defenestrazione dei manager “insolventi” ma, dopo le recentissime dichiarazioni dell’assessore Massimo Russo con cui si annunciava l’imminenza dell’inoltro ai direttori generali delle missive di licenziamento, il percorso verso il temuto commissariamento appare ormai inevitabile.
La preoccupazione sul futuro della sanità messinese è legata ai possibili tagli ai servizi in funzione dell’unico obiettivo del risanamento del deficit di bilancio.
Tra i possibili papabili all’incarico di commissario si fanno i nomi di Francesco Poli, ex direttore generale dell’Ausl 5 di Messina negli anni ‘90 e project manager al Papardo e di Lia Muré, Dirigente Programmazione Ospedaliera Assessorato della Salute Palermo. (Giuseppe Spanò)