Sanremo, le donne, la candela di Gwyneth e il deodorante al Q.I

Sanremo, le donne, la candela di Gwyneth e il deodorante al Q.I

Rosaria Brancato

Sanremo, le donne, la candela di Gwyneth e il deodorante al Q.I

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domenica 19 Gennaio 2020 - 09:43

La foto di Amadeus circondato da 11 donne è speculare alle foto delle prime file delle autorità, dei tavoli, dei vertici delle istituzioni.

Più di tutto, più delle dichiarazioni, mi ha colpito la fotografia: Amadeus circondato da 11 donne. Da anni mi soffermo a guardare le foto dei tavoli dei relatori nei convegni, delle prime file destinate alle autorità, dei tavoli delle presidenze, le foto di gruppo di #commissioniqualcosa, le foto dei Cda, dei vertici di qualsiasi istituzione.

Due foto speculari

In quelle foto le percentuali sono esattamente opposte a quella di Amadeus. Sono tutti uomini. Se va bene ne trovi una, massimo due, ma se le trovi è perché lo impone la legge.La foto di Sanremo 2020 è speculare a tutte le foto al maschile.

11 donne come fossero abiti

Il nocciolo del problema non sono le dichiarazioni di Amadeus, ma tutto quello che c’è dietro. Il problema è un Festival in onda sul servizio pubblico, che nel 2020 (non nel 1800), vede un solo conduttore affiancato da 11 donne che si alternano nelle diverse serate. Come se fossero abiti. Le dichiarazioni di Amadeus: “Ovviamente sono tutte belle”, oppure nel presentare Francesca Sofia Novella, fidanzata di Valentino Rossi “l’ho scelta per la sua capacità di stare al fianco di un grande uomo pur stando un passo indietro”, sono la CONSEGUENZA di un sistema.

Viaggio indietro nel tempo

Amadeus ha usato frasi sessiste, ma la verità è che conduce un Festival che in 70 anni è stato lo specchio di queste dichiarazioni. Dietro di lui ci sono 70 anni costruiti con le vallette e il conduttore “massimo”. Nel 2020 continuare a considerare le donne come vallette e ad affiancare Amadeus come fosse in un harem non è solo un’offesa, è un viaggio indietro nel tempo.

4 conduttrici in 70 anni

E’ un gap culturale incolmabile. Ho dato un’occhiata per scoprire quante donne hanno presentato DA SOLE, come conduttrici, Sanremo. Eccole: Maria Giovanna Elmi, Raffaella Carrà, Simona Ventura e Antonella Clerici. Quattro donne in 70 edizioni. L’Italia oggi è quella che continua a pensare che il conduttore debba essere un uomo e le donne debbano essere “vallette versione 2.0″, ma sempre poco vestite e….per dirla con Amadeus “OVVIAMENTE belle”. Quell’ovviamente, come se fosse un requisito indispensabile per partecipare è la parte più orrenda del discorso.

Il passo indietro

L’Italia ai vertici pensa questo nel 2020. Che le donne erano vallette nel 1951 e si sono trasformate in co-co-co-nduttrici. Quando si tratta però di condurre qualsiasi cosa, un cda, una giunta, un tavolo tecnico, un reparto d’ospedale, un’università, un ospedale, un ente pubblico, un governo regionale, un governo nazionale, devono fare un passo indietro. Tutte insieme peraltro.

Le prime file destinate alle autorità, se ci fate caso nelle foto, sono tutte di uomini. Le donne, tranne che non debbano sfilare per Miss Italia o ballare seminude, stanno in seconda fila. Sia esse un organo elettivo, un cda, un’associazione di bocciofila.Noi siamo quello che gli altri vogliono vedere.

Lo spot della Regione

In Sicilia, ad esempio, è scoppiato il caso della campagna dell’assessorato regionale alla salute contro l’abuso di alcolici tra le donne. Nella locandina c’è il ritratto stilizzato del volto di una donna con due bicchieri di vino rosso inclinati, che rappresentano le coppe di un reggiseno. Questa è la didascalia: “Quali sono le dosi giuste di alcol per una donna?” La pubblicità è comparsa sul sito istituzionale ‘Costruire Salute’ della Regione ed è stata rimossa a tempo di record per l’indignazione corale che ha suscitato. Il deputato regionale Claudio Fava ha presentato un’interrogazione al governatore e all’assessore Razza chiedendo con quali soldi è stata finanziata, chi l’ha scelta, quali criteri sono stati usati.

Pubblicato ad insaputa?

 La domanda è: chi ha autorizzato la pubblicazione? L’assessore Razza su facebook ha ammesso la scelta a dir poco infelice disponendone la rimozione e spiegando quanto invece si sta facendo sul fronte della prevenzione per le donne. Anche qui, come per Sanremo, il problema è cosa c’è dietro e prima di quella foto. Ci sono state persone che hanno pensato questa campagna, l’hanno illustrata, analizzata, realizzata, analizzata. E’ finita sui tavoli di chi ha dato il via libera. Ci sono almeno 10 passaggi prima di essere pubblicata sul sito. Possibile che sia avvenuto ad insaputa dell’assessore? Possibile che nessuno si sia accorto di un messaggio più adatto ad un night club che non ad una campagna di prevenzione? Come dice sempre Maria Andaloro, è un fatto di cultura, di contesto culturale.

La candela di Gwyneth

In questo quadro svetta la polemica d’oltreoceano, la candela di Gwyneth Paltrow “L’odore della mia vagina”, andata in sold out su e-commerce in 24 ore al prezzo di 75 dollari a pezzo. Posto che nessuno al mondo ha mai creduto che fosse davvero il profumo della vagina della star un dato è certo: l’incasso c’è stato. Se avesse messo in vendita la candela al “profumo della mia spiritualità, o del mio cervello”, sarebbe rimasta invenduta. Anzi, sarebbero stata sommersa da battute, ironie, commenti. (“Col tuo cervello ci puoi fare al massimo un lumino etc etc”).

Il deodorante di Donna Sarina

Per dirla alla Amadeus la Paltrow “Ovviamente” poteva vendere solo la candela al profumo di vagina. Giammai un altro profumo, che so, inclinazione artistica, genio, intelletto. Se Donna Sarina provasse a vendere il “deodorante del mio Q.I.” sarebbe sommersa d’insulti e sarebbe un flop.

L’odore che fa vendere

La candela da 75 dollari è una banalissima candela al profumo di geranio (buono per tenere lontane le zanzare), bergamotto, agrumeto combinati con estratti di cedro, rosa di damasco e semi di ambretta. Con questo mix ci avrebbe potuto mettere qualsiasi nome. Ma con “l’odore della mia vagina” e la foto della diva accanto, ha fatto il sold out.

La rivoluzione del profumo

Per questo noi donne normali, che profumiamo di normalità e d’intelligenza, dobbiamo continuare ad indignarci quando Amadeus sale sul palco di Sanremo con 11 donne cambiandole come abiti, quando spuntano spot “attira” pubblico con tette al vento e doppi sensi da osteria. Contestualmente dobbiamo indignarci con la stessa forza per cambiare altre foto: quelle delle prime file per le autorità, i tavoli, i vertici di enti, istituzioni, le stanze dei bottoni.

Contro l’odore della vagina dobbiamo fare la rivoluzione del profumo del cervello.

Un commento

  1. Brava Donna Sarina! condivido in pieno

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