Bando rada San Francesco. Reset chiede proroga e obbligo tariffe agevolate per residenti

Bando rada San Francesco. Reset chiede proroga e obbligo tariffe agevolate per residenti

Ma. Ip.

Bando rada San Francesco. Reset chiede proroga e obbligo tariffe agevolate per residenti

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martedì 17 Settembre 2013 - 22:07

Alle 13 scade il termine per la presentazione delle offerte per la concessione della rada San Francesco. Intanto l’Assemblea Regionale Siciliana torna ad occuparsi dell’Ente Porto. E il Movimento 5 Stelle è contro l’abolizione

La proposta arriva ad un giorno dalla scadenza del termine di presentazione per la concessione della rada San Francesco. Riguarda la proroga del bando e l’obbligo di inserire tariffe agevolate per i residenti. E’ firmata Reset, che precisa che è possibile agire anche dopo la scadenza, dando il tempo necessario ai concorrenti di riformulare le offerte in seguito alle eventuali modifiche.

Reset, tramite l’avv. Tiziana Arcoraci, si rivolge all’Autorità Portuale e, per conoscenza, al sindaco Accorinti. “Dopo aver atteso invano l’intervento degli enti deputati a tale compito – si legge nella nota -, il Movimento si vede costretto a chiedere la proroga del termine in scadenza per introdurre nel bando l’obbligo, da parte del concessionario aggiudicante, di prevedere tariffe agevolate, di andata e ritorno, per i residenti del Comune di Messina, non superiori a 15 euro per le automobili, 8 euro per i mezzi a due ruote e portando al minimo il costo per il traghettamento pedonale. Tale richiesta è ampiamente giustificata dai disagi, che oramai da decenni, i cittadini ed il territorio di Messina sono costretti a subire giornalmente a seguito del passaggio di tir ed autovetture; basti pensare ai numerosi decessi, agli elevati tassi di inquinamento acustico ed atmosferico, al pessimo stato delle strade cittadine nonostante l’introduzione dell’ecopass”.

Ferma restando la bontà delle intenzioni, desta perplessità la richiesta ad appena un giorno dalla scadenza del termine, visto che il bando è stato pubblicato nello scorso mese di luglio.

A sostegno dell’iniziativa, comunque, si schiera anche l’Orsa: “Le tariffe agevolate sono una necessità che reclamiamo da tempo assieme ai comitati pendolari dello Stretto – scrive il sindacato -. Occorre rivedere l'intero sistema del traghettamento ed invitiamo in tal senso l'amministrazione comunale a porre in essere azioni ancora più incisive per liberare la città dalla schiavitù del gommato pesante e aiutare la mobilità dei cittadini e dei pendolari tra le due sponde. Pertanto condividiamo con Reset la necessità di modificare il bando di concessione della rada San Francesco sospendendo quello attuale e introducendo tariffe sociali per la continuità territoriale e la conurbazione dell’area dello Stretto”.

La priorità per la città, condivisa da Reset e Orsa, rimane la costituzione della flotta pubblica. Le tariffe agevolate vengono dunque richieste per il prossimo triennio. Poi sarà la flotta formata da Comune e Regione a garantire il diritto costituzionale della continuità territoriale.

Da un argomento all’altro, perché in questi giorni l’Assemblea Regionale Siciliana si occuperà finalmente dell’Ente Porto. Il contenzioso con l’Autorità Portuale, da tempo, blocca lo sviluppo della zona falcata, il cuore storico-culturale della città lasciato all’abbandono e al degrado.

Contrariamente alle idee della maggior parte della classe politica messinese, che vorrebbe l’abolizione di un carrozzone inutile, il Movimento 5 Stelle afferma la possibilità che “si nascondano numerosi interessi, quali lo sfruttamento delle aree della Zona Falcata, il Porto, gli approdi, il Piano Regolatore Portuale, la realizzazione di alberghi e parcheggi, in altre parole l’ultima grande speculazione edilizia realizzabile sul nostro territorio”.

Vento dello Stretto, ad esempio, che riprenderà gli incontri settimanali discutendo proprio di zona falcata ed Ente Porto, auspica che “l’Assemblea Regionale, con in testa i deputati messinesi, prenda finalmente atto del fallimento del progetto “Punto Franco” e si decida a riconsegnare l’area della Falce ai messinesi affinché da un recupero e da una rigenerazione di questa vasta area – sviluppato nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio – possa crearsi una vera occasione di sviluppo e di rinascita per Messina”.

Le perplessità dei 5 Stelle, invece, riguardano in particolare il Piano Regolatore Portuale, “redatto dall’Autorità Portuale senza avere mai coinvolto la cittadinanza e la Regione, che ha già previsto la trasformazione delle aree industriali e commerciali del porto di Messina in aree a vocazione turistico-alberghiera, senza nulla specificare in merito all’individuazione delle nuove aree su cui dovrebbe sorgere il Punto Franco”.

Il Movimento 5 Stelle Messina si chiede “come possa la Regione rinunciare ad esercitare la propria potestà su una porzione così importante del proprio territorio e perché non realizza le condizioni che possano consentire all’Ente Porto di attuare e gestire il Punto Franco. E’ assurdo sostenere che lo sviluppo di Messina passi dall’abolizione dell'Ente Autonomo Portuale che, invece, dovrebbe essere reso messo in condizione di funzionare, dopo che in 60 anni si sono persi soldi e migliaia di posti di lavoro”.

Secondo i 5 Stelle, l’Ars dovrebbe piuttosto occuparsi di “fare dismettere le aree militari inutilizzate, eliminare l’inceneritore, recuperare la Cittadella e il patrimonio storico ed artistico delle opere presenti in quella zona, quali la lanterna del Montorsoli, il Forte San Salvatore, il Forte Sant'Anna, l'Istituto Talassografico ed il suo museo di pesci abissali”.

I 5 Stelle messinesi, insieme al portavoce eletto all’Assemblea Regionale Siciliana, Valentina Zafarana, a breve organizzeranno un incontro aperto a tutte le forze politiche, agli enti coinvolti e soprattutto alla cittadinanza messinese, per dibattere sul tema e cercare una soluzione condivisa alla problematica che da troppo tempo contribuisce al mancato sviluppo della città.

8 commenti

  1. Ma se la proposta è corretta, anche se l’ha presentata “reset” ad un giorno dalla scadenza del bando, rimarrebbe solo da chiedersi a chi risponde l’Autorità Portuale e di chi deve fare gli interessi.
    Quanto a “reset”, mischini… anche se l’avessero fatto solo per conquistarsi un millimetro di ragione, ma diamogliela pure. Sono già sfigatelli per aver imbarcato persone sbagliate.

    A me fa solo senso la frase “La priorità per la città, condivisa da Reset e Orsa, rimane la costituzione della flotta pubblica. Le tariffe agevolate vengono dunque richieste per il prossimo triennio. Poi sarà la flotta formata da Comune e Regione a garantire il diritto costituzionale della continuità territoriale.” Basta che poi il traghettamento non l’affidino all’ATM.

    NO dai, era solo una battuta. Tutto il paragrafo dico e, non soltanto l’ultima frase

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  2. puzza di bruciato 18 Settembre 2013 05:58

    Ma nn esiste…. Nn si può giocare con la pelle di una intera cittadinanza per favorire un esiguo numero pendolari e fare dei favori ai traghettatori. O si sposta tutto a tremestieri o se ne vanno a catania, tanto dicono ke li aspettano a braccia aperte.

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  3. Non si può spostare tutto a tremestieri si deve riqualificare il molo doce attracca la ferrovia poi si puo spostare il traffico.
    Giusto i costi di a/r proposti dall’avv. Tiziana arcoraci di Reset. Oggi quello ke si deve capire che non si deve far uscire un centesimo dalla cittá portare tutto a catania significa eliminare totalmente la cittá.
    Bisogna sistemare tremestieri e ampliarlo renderlo un molo commerciale questo porta soldi in cittá e lavoro.
    Voglio vedere quando i messinesi diventano imprenditori di se stessi cambiano mentalità solo cosi messina puo rinascere non serve cambiare i politici ma la mentalità

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  4. A Torino c’e la fabbrica della Fiat ed e’ come se i cittadini chiedessero
    la chiusura dello stabilimento perché inquina troppo …
    Una città come Messina ha bisogno di aziende e di imprenditori,
    cha fanno attività di impresa con i loro lavoratori, che
    hanno costi enormi e che devono hanno avere anche un profitto.
    Bisogna lasciarli lavorare in pace, lasciare che i TIR
    attraversino la città in caso contrario andranno altrove
    con danni ingenti sulla cittadinanza.
    Bisogna aspettare l’ampliamento del porto di Tremestieri
    e solo allora si proporrà spostare il traffico dei mezzi pesanti completamente.
    I Pendolari devono pagare un prezzo perché gli imprenditori per
    mantenere un servizi devono affrontare costi enormi: carburante, stipendi, leasing, tasse etc.etc.
    La città non può essere ostaggio di persone che non hanno buon senso …
    Senza gli imprenditori, le aziende, le imprese la città non ha futuro ..

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  5. Ho sempre dato atto al movimento di Alessandro TINAGLIA, R E S E T, di aver elaborato un programma di governo di Messina, chiavi in mano, cosa rara e complicata, impegnerebbe molto i futuri amministratori, meglio rimanere nel vago. Programma chiavi in mano significa LINEE PROGRAMMATICHE pronte per essere scritte nel Piano Dettagliato degli Obiettivi, quelle che poi i dirigenti debbano trasformare in OBIETTIVI e AZIONI, specificando anche gli INDICATORI DI RISULTATO. Sono contento di questo ritorno nell’agone politico e mediatico di R E S E T, mi conforta perché sono messinesi molto preparati sulle questioni di finanza locale. B E N E R E S E T!

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  6. puzza di bruciato 18 Settembre 2013 11:59

    D’accordo con tutti… Una mia piccola esperienza nel settore dice: I Tir da Messina transitano e basta!!! Non si fermano nemmeno per comprare nemmeno le sigarette… La merce che transita viene stoccata a catania palermo ecc. ecc. i cedi o centri di stoccaggio tramite piccoli patroncini fanno giungere la merce a messina… Spero di essere stato chiaro. Da anni succede così… La città dal transito dei tir non ricava un bel niente.. solo usura delle arterie stradali, smog,rischi ecc. ecc. Cmq la fiat a torino ha già dismesso da anni le fabbriche.

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  7. speriamo che il trachettamento dello stretto lo gestisce la regione e il comune

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  8. BRAVO TINAGLIA, BEL COMMENTO!

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