L'Italia di Prandelli in prima fila contro la 'ndrangheta: si allenerà a Rizziconi

L’Italia di Prandelli in prima fila contro la ‘ndrangheta: si allenerà a Rizziconi

L’Italia di Prandelli in prima fila contro la ‘ndrangheta: si allenerà a Rizziconi

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giovedì 14 Luglio 2011 - 14:37

Dopo il sopralluogo di ieri, adesso è ufficiale: l'Italia di Prandelli si allenerà in un campo di Rizziconi (Rc) confiscato alla 'ndrangheta.

La Nazionale di calcio si allenerà a Rizziconi, sulla piana di Gioia Tauro, in Provincia di Reggio Calabria, su un campo confiscato nel 2003 alla ‘ndrangheta. La data ancora non è stata decisa, ma l’evento si svolgerà tra agosto, ottobre oppure novembre in concomitanza con i raduni di preparazione alle partite che disputerà l’Italia per le qualificazioni dell’Europeo in programma per il prossimo anno. La Figc ha confermato la volontà di portare gli Azzurri ad allenarsi nel Reggino, a Rizziconi, dopo aver effettuato un sopralluogo sul piccolo campo di calcio a cinque in erba sintetica che, però, ha una grande storia alle spalle.

Durante il sopralluogo, sono state verificate le strutture, gli accessi, la fattibilità della realizzazione di questo progetto che ha lo scopo di regalare una giornata di festa e di sport a chi ne ha davvero bisogno.

Grande accoglienza e disponibilità da parte delle autorità locali che hanno partecipato al sopralluogo con il Commissario Straordinario di Rizziconi Fabrizio Galli e i rappresentanti dell’Associazione Libera con don Pino De Masi, Vicario Generale della Diocesi di Oppido-Palmi, in rappresentanza di Don Ciotti che ha lanciato l’invito raccolto dal presidente Abete e dal Commissario tecnico Prandelli.

Il campo di Rizziconi è stato costruito su un terreno confiscato alla ‘ndrangheta nel 2003: lì circa 120 ragazzini tra i 6 e i 14 anni tirano calci ad un pallone e coltivano i loro sogni, grazie alla scuola calcio Renato Naso incoraggiata alla nascita nel 2007 da don Pino De Masi, referente di Libera, l’Associazione che da anni si batte contro la mafia, per la zona di Gioia Tauro. Il valore simbolico del campo, quindi, è doppio: non solo si tratta di un bene confiscato alle cosche locali, ma è anche un luogo in cui si praticano attività limpide e pulite che tengono i bambini del posto lontani da strade criminali, purtroppo non così difficili da imboccare in un contesto come quello della piana.

“L’arrivo della Nazionale Italiana – ha detto oggi don Pino al termine del sopralluogo – è un motivo di speranza e di incoraggiamento per tutti i ragazzi di questa terra che cercano di voltare pagina”.

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