Barcellona, Munafò: “Non mi ritiro. Il simbolo Pd è un mio diritto”

Barcellona, Munafò: “Non mi ritiro. Il simbolo Pd è un mio diritto”

Giovanni Passalacqua

Barcellona, Munafò: “Non mi ritiro. Il simbolo Pd è un mio diritto”

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giovedì 23 Aprile 2015 - 14:57

Il candidato sindaco, pur essendo iscritto al Pd, è sostenuto da un solo circolo cittadino, mentre gli altri tre appoggiano l'”esterno” Turrisi. E stavolta il “modello Milazzo” potrebbe non funzionare

Non ho alcuna intenzione di ritirare la mia candidatura. Sono iscritto al PD e dirigente di uno dei quattro circoli cittadini: ho diritto al simbolo del partito”. A parlare è Giovanni Munafò, candidato alla carica di primo cittadino di Barcellona Pozzo di Gotto. Una candidatura “scomoda” per il Partito Democratico, che nella città del Longano vive una situazione paradossale: Munafò, pur essendo regolarmente iscritto, è sostenuto da un unico circolo cittadino; gli altri tre hanno dichiarato – e ribadito – il loro sostegno a Giusi Turrisi, non tesserato e appoggiato anche da elementi del centrodestra; a questo si aggiunge la diaspora di renziani e civatiani, sostenitori di Maria Teresa Collica, e di alcuni consiglieri sempre più vicini alla lista di Roberto Materia.

Una situazione intricata, difficile da immaginare dopo la sfiducia votata nei confronti dell'amministrazione Collica dallo stesso PD, insieme al centrodestra. “E proprio al centrodestra faremo un grosso favore” – spiega Munafò – “se lasceremo il simbolo del partito nelle mani di Turrisi. Si tratta di una trappola, uno dei tanti stratagemmi politici messi in campo in questa fase delicata della campagna elettorale. L'attuale situazione finirà per favorire non solo i candidati di centrodestra, ma anche la stessa Collica, che può contare su un elettorato molto compatto. Serve una svolta, e per questo rivendico ciò che è un mio diritto”.

La vicenda di Barcellona presenta diverse analogie con quella milazzese, conclusasi – dopo l'intervento del segretario regionale Fausto Raciti – con il ritiro di uno dei due contendenti in favore dell'altro, in cambio di un riconoscimento politico. Ma, a quanto pare, l'epilogo barcellonese non sarà il medesimo: “Sono io ad avere tutte le carte in regola per presentarmi come candidato ufficiale del PD; Turrisi ha dichiarato pubblicamente di non essere iscritto, e non sembra intenzionato a farlo. Certamente, se si potesse intavolare una discussione forse si troverebbe un compromesso: Turrisi potrebbe rinunciare, e allora si potrebbe discutere dei punti di contatto. Ma, nonostante l'invito del segretario regionale organizzativo Antonio Rubino, gli stessi circoli del partito rifiutano il confronto, sostenendo che non sia necessaria alcuna intesa. Se nessuno è disposto a confrontarsi per trovare un compromesso, non sarò certo io a farmi da parte”.

Non resta dunque che attendere gli sviluppi della vicenda. Munafò ha già ventilato l'ipotesi di un ricorso giudiziario qualora il simbolo venisse assegnato a Turrisi; tuttavia, l'ampia maggioranza a sostegno del candidato “esterno” potrebbe finire per legittimarne la candidatura. Lo stesso Rubino ha infatti dichiarato che presentare un partito unito alle elezioni di Barcellona è fondamentale, e che lo statuto PD prevede, in questi casi, di trovare una maggioranza nei circoli cittadini, schierati con Turrisi. E stavolta l'intervento del segretario Raciti potrebbe non bastare a sbrogliare la matassa.

Giovanni Passalacqua

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