In ricordo di Peppino Impastato. Domani il secondo incontro di Aula Aut al Maurolico

In ricordo di Peppino Impastato. Domani il secondo incontro di Aula Aut al Maurolico

Sara Faraci

In ricordo di Peppino Impastato. Domani il secondo incontro di Aula Aut al Maurolico

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giovedì 02 Maggio 2013 - 09:54

A 35 anni dalla morte di Peppino Impastato, l'attivista di Cinisi ucciso dalla criminalità organizzata, il liceo F. Maurolico, in collaborazione con l'associazione sorta in onore del "martire della mafia", propone incontri per ricordarne il percorso di vita

Sicilia – mafia. Un binomio destinato a radicarsi nel corso degli anni. A pendere, come un carattere identificativo, su una terra che ha le sue colpe. Un accostamento che si è sempre avvalso di quell’omertà complice e dell’atteggiamento di un popolo colto, a volte, a fare orecchie da mercante. Un’equazione amara che con il proprio sangue, persone assurte agli onori della cronaca hanno tentato di spezzare, lavandone l’onta.

Tra di essi, Peppino Impastato, l’attivista originario di Cinisi che ha pagato con la vita il tentativo di frammentare gli apparati collusivi che come una gramigna incolta, si avvinghiavano alla sua terra, minacciando di soffocarla.

Ed è proprio a questa figura, simbolo dell’impegno sociale e dell’entusiasmo giovanile, che il progetto “Aula – Aut” dedica due incontri messi in piedi dagli sforzi di un comitato spontaneo formatosi all’interno del liceo Maurolico, in sinergia con l’Associazione “Peppino Impastato”.

Il primo degli appuntamenti ha già avuto luogo due giorni fa presso l’aula magna del regio liceo, convogliando illustri personaggi dinanzi a una platea di studenti ma anche di “esterni” che abbiano voluto partecipare a momenti intrisi della storia riguardante la locale lotta alla mafia.

Il lasso di tempo compreso tra la nascita della Scuola Barbiana, fondata da Don Lorenzo Miani e la riforma voluta dall’ex ministro Maristella Gelmini, è stato ripercorso da Sonny Foschino, presidente della stessa associazione sorta in onore di Impastato. Foschino ha ripreso la crudezza delle parole di don Miani “ogni parola in meno che sai è un calcio in culo in più che prenderai dalla vita. Per questo la cultura diventa la chiave di volta per sviluppare in voi la coscienza critica che possa farvi e farci scoprire la verità. Solo studiando e costruendo il vostro pensiero potremo realizzare il sogno dei laici martiri di questa guerra: sconfiggere definitivamente la mafia”.

Un inno a quella cultura sociale che nasce, prima ancora che all’interno del grembo familiare, tra i banchi di scuola. Un’educazione che ha il sapore della consapevolezza e della ricerca della verità. Una cultura che si fa largo progressivamente attraverso una costante attenzione alla necessità di scoperchiare i “calderoni bollenti” che minacciano perennemente di riversare il loro pericoloso contenuto ai piedi della società nella quale albergano indisturbati. La consapevolezza che il rifiuto e la negazione di un problema che sempre più stretto si abbarbica al cuore di un popolo, non può che ingrandire il fenomeno portandolo a dimensioni sempre più ingestibili.

Sono state queste le tematiche portate alla ribalta dal primo dei due appuntamenti che ha, tra l’altro, potuto vantare anche la presenza dei capi di Digos e polizia scientifica nonché del questore di Messina, Carmelo Gugliotta, che hanno invece fornito la misura di una diversa angolazione dalla quale il problema è percepito. Quella, appunto, delle istituzioni che hanno il dovere di scendere in mezzo alla gente, farsi carico di loro bisogni e necessità, dialogando con essa al fine di creare una cooperazione complice e costruttiva. Al dott. Gugliotta è stato poi donato, al termine degli interventi, un riconoscimento dalla studentessa Alessandra Verzera, membro attivo del comitato spontaneo.

Presenti in aula anche Carmelo Ioppolo, presidente di una delle prime associazioni antiracket d’Italia, una delegazione dell’associazione “Liberi Tutti” di Barcellona Pozzo di Gotto, infine, Salvatore Barresi e Benedetto Gianlombardo, i due imprenditori, coraggiosi artefici della denuncia nei confronti dei loro estorsori, testimoni del fatto che le dinamiche di oppressione e richiesta del “pizzo”, fioriscono tuttora rigogliose.

In cantiere il secondo incontro che si terrà domani, anch’esso, all’interno dei locali del regio liceo. Attesi l’attore Lorenzo Randazzo, uno degli interpreti del film “I cento passi”, racconto della vita di Impastato, il ribelle ucciso dalla mafia, Salvo Vitale, amico di infanzia dello stesso Impastato e Gaetano Porcasi, pittore antimafia, donatore di litografie che andranno ad occupare l’aula museo allestita all’interno dell’istituto, nonché autore del libro “I tempi, i luoghi, gli uomini” che sarà presentato presso l’Hotel Sant’Elia alle ore 18. A dare maggior enfasi all’incontro, la proiezione dei principali spezzoni del film di Marco Tullio Giordana che ricondurranno la memoria ai momenti clou della vita dell’uomo che si oppose alla mafia. (Sara Faraci)

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