Tutto pronto per il primo Sprar di Messina, nei locali di Villa Lina in arrivo 4 famiglie

Tutto pronto per il primo Sprar di Messina, nei locali di Villa Lina in arrivo 4 famiglie

Eleonora Corace

Tutto pronto per il primo Sprar di Messina, nei locali di Villa Lina in arrivo 4 famiglie

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giovedì 15 Maggio 2014 - 00:19

Tutto pronto per il primo progetto Sprar di Messina. Assegnate già quattro famiglie su cinque, che potrebbero arrivare già la prossima settimana. L’assessore Mantineo insieme al consiglio del V quartiere ha visitato i locali allestiti a Villa Lina.

Cinque famiglie per un totale di 15 posti, oltre gli eventuali posti aggiuntivi. Questi i numeri del progetto Sprar di Messina, ma per un volta, quando si parla di accoglienza ai migranti, non contano i numeri, ma le persone. Quattro delle cinque famiglie sono state già individuate dal Ministero ed arriveranno molto presto – probabilmente già dalla prossima settimana . Si tratta di nuclei familiari con bambini in età scolare.

I progetti Sprar, ovvero il Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati dell’Anci, realizzano sul territorio nazionale quella che viene generalmente definita “seconda accoglienza”, che rispetto alle modalità “emergenziali” e spesso disumane della prima accoglienza, tiene conto delle esigenze dei migranti e della loro integrazione sul territorio. Il bando per un progetto Sprar – il primo a Messina – è stato indetto dal dipartimento dei servizi sociali del Comune a fine settembre, qualche settimana prima, dunque, che la nostra città fosse investita dal problema della prima accoglienza, con l’allestimento del PalaNebiolo. A vincere il bando la cooperativa ProAlter2000, che è stata anche l’unica ad aver partecipato. La ProAlter2000 funge da capofila del progetto di cui fa parte anche il circolo Arci Thomas Sankara. Il costo complessivo del progetto, per l’anno 20014, è di : 248.987,13 euro.

I locali prescelti per realizzare l’accoglienza dei rifugiati sono quelli di Villa Lina. Qui si è svolto un sopralluogo capitanato dall’Assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo, insieme ai rappresentanti della cooperativa e dell’Arci, e al Consiglio del V Quartiere. L’Assessore ha spiegato che questo progetto è stato fortemente voluto dall’amministrazione, in quanto volto alla reale accoglienza ed integrazione dei migranti, nel rispetto della loro dignità di esseri umani. Dalla visita è risultato che i locali di Villa Lina sono attrezzati in modo adeguato per garantire una buona accoglienza. Il V quartiere è il fulcro della “questione migranti” a Messina,sia nella forma degenere della prima accoglienza in tenda che in quella dignitosa della seconda accoglienza con il primo progetto Sprar della città. “Siamo orgogliosi di essere dei pionieri nel campo della seconda accoglienza – spiega il Presidente Santino Morabito – ci stiamo impegnando anche per avere un altro progetto Sprar, sempre nel quartiere, quando l’Unione Europea e il Governo attiveranno i prossimi finanziamenti. Invitiamo anche le altre circoscrizioni cittadine a fare altrettanto, per avere almeno uno o due progetti di ospitalità diffusa e integrata in ogni circoscrizione. Noi appoggiamo il modello della seconda accoglienza, ma condanniamo i metodi della prima accoglienza, soprattutto nella forma della tendopoli allestita nel centro di Conca D’Oro. Il V quartiere ha dichiarato la totale contrarietà alla tendopoli e abbiamo lanciato una petizione per farla chiudere. Domenica il primo banchetto informativo all’Annunziata, piazza Umberto I, accanto la Chiesa.

“Eravamo già pronti a partire – dichiara Flavina Stefania Cucinotta, rappresentante della ProAlter2000– l'equipe ha partecipato agli incontri di formazione organizzati dal Servizio Centrale e si è adeguatamente preparata all'arrivo degli ospiti. L'arrivo dei beneficiari è regolato dal Servizio Centrale, e poiché il numero dei posti SPRAR in Italia quest'anno è arrivato a 16000, rispetto ai 3000 della precedente triennalità -e parliamo solo di posti ordinari, senza considerare gli allargamenti – la riorganizzazione di tutto il sistema ha richiesto più tempo. Questo anche perché i beneficiari che vengono accolti nel Sistema non vengono considerati come pacchi da trasferire, ma per quello che sono: persone, appartenenti spesso a nuclei familiari che non devono essere separati, con delle esigenze specifiche – ad esempio socio-sanitarie – ed ogni inserimento è monitorato in questo senso”.

I progetti Sprar, infatti, puntano a preservare lo statuto di persona del soggetto migrante: “L’intento del Sistema è anche quello di passare da un'ottica dell'emergenza, che causa inutili allarmismi e spreco di risorse economiche, a un’accoglienza integrata e capillare su tutto il territorio italiano, che costa molto meno, è programmabile, ed è sostenibile per i territori. L'obiettivo principe è la ri-conquista dell'autonomia, l'abbandono di interventi di tipo assistenziale che infantilizzano il migrante. Ha un tempo determinato, dura sei mesi per ogni nucleo familiare che è già titolare di una protezione, e sei mesi dal momento in cui ricevono lo status, per i richiedenti asilo, che possono essere prorogati in casi particolari. Il beneficiario è messo al centro del percorso di autonomia, che viene programmato insieme all'equipe. Ci si occuperà dell'integrazione socio-lavorativa di questi nuclei, dando loro gli strumenti per poter vivere nella nostra società: corso d'italiano continuativo e obbligatorio, tutela legale e socio-psico-sanitaria, inserimento e supporto scolastico per i minori, orientamento ai servizi e alla città, bilancio competenze, tirocini formativi, supporto nella ricerca di un’abitazione al termine del progetto. Al progetto lavora un equipe multidisciplinare composta da: Responsabile del progetto/riabilitatrice psichiatrica, Assistente sociale, Insegnante di italiano, Psicologa, Mediatore culturale, Educatrice/animatrice, operatori legali (forniti dal circolo Arci), amministrativi”.

La cooperativa, ProAlter2000 dal 2011, gestisce un progetto analogo a Melicuccà (RC), in provincia di Reggio Calabria. Il progetto, lavorando in rete con altri attori del territorio, in un ottica di empowerment dei beneficiari, è riuscito a fornire ai nuclei familiari accolti, gli strumenti necessari per l'integrazione – conoscenza lingua italiana, educazione civica, conoscenza di come funzionano i servizi – e tre nuclei sono usciti dal progetto con inserimento abitativo-lavorativo nel territorio circostante. Per la triennalità 2014-2016 la cooperativa è Ente Gestore dei progetti di Messina, Montalbano Elicona (ME), Melciuccà (RC), Sant'Alessio in Aspromonte (RC) e Lagnadi (RC).

Intanto, un cartello di protesta è stato esposto dai migranti costretti a vivere nelle tende del PalaNebiolo da oltre un mese, in attesa di essere trasferiti – o nel gergo di queste operazioni “smistati” – in altri centri governativi, o meglio ancora, in centri Sprar.

Eleonora Corace

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