Secondo omicidio a Milazzo. I social si scatenano: "Città mafiosa", il sindaco risponde

Secondo omicidio a Milazzo. I social si scatenano: “Città mafiosa”, il sindaco risponde

Alessandra Serio

Secondo omicidio a Milazzo. I social si scatenano: “Città mafiosa”, il sindaco risponde

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sabato 12 Luglio 2025 - 15:56

Dopo il delitto Italiano scoppia la polemica sui social. Il punto sulle indagini

Milazzo – “Dispiace leggere su Facebook frasi del tipo ‘siete tutti mafiosi’ o ‘tanto lì è la normalità’ – ha detto il primo cittadino ad AdnKronos –  frasi che accostano la nostra città a omicidi continui e a faide di mafia. Fa male perché ci si rende conto che nonostante tutti gli sforzi fatti in questi anni per affrancarsi da questo stereotipo resta un retaggio, un luogo comune: che tutti i paesi della Sicilia siano mafiosi e che dietro a ogni fatto drammatico ci sia la mafia. Non è così e non è giusto bollare un territorio. Il nostro auspicio è che su questa vicenda si faccia al più presto luce”.

La campagna social

Così il sindaco di Milazzo Pippo Midili commenta il tam tam social scatenatosi dopo alcuni commenti relativi all’omicidio di Salvatore Italiano, il secondo in poco più di un mese nel milazzese.

A dare il via al dibattito che sta animando le bacheche è stato proprio il commento “tanto lì è tutta normalità” relativo ad un articolo del sito Fanpage sull’omicidio dell’ottantenne di Milazzo.

Le indagini sull’omicidio Italiano

Sul caso intanto indaga la Procura di Barcellona che proprio stamane ordinerà l’autopsia sul corpo di Salvatore Italiano. Ad eseguirla sarà probabilmente la stessa professoressa Elvira Ventura Spagnolo che ha effettuato la prima ricognizione sul cadavere, scoprendo due fori di proiettile, uno al capo e l’altro al petto. Il corpo non era in avanzato stato di decomposizione, a quanto pare dal primo esame, quindi secondo gli investigatori probabilmente Italiano è stato ucciso quella stessa mattina, poi il cadavere spostato e lasciato nel sacco in via Capuana. La Polizia in queste ore scava nella vita privata del bottegaio di Fiumarella, incensurato e senza legami apparenti con la criminalità.

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