Messina: il balletto dei “catalani” e una scelta in mano alla piazza

Messina: il balletto dei “catalani” e una scelta in mano alla piazza

Messina: il balletto dei “catalani” e una scelta in mano alla piazza

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mercoledì 17 Ottobre 2012 - 09:08

Un doppio pareggio in campionato ci può stare, mentre la squadra è ancora alla ricerca di un'identità tattica con l'inserimento di Leon. Dalla curva non solo fischi

Due pareggi consecutivi e l’entusiasmo che un po’ scema. Così, non deve essere. Il Messina resta saldamente nelle posizioni di testa, a soli tre punti dalla vetta occupata dalla Gelbison, in un campionato ancora senza padroni. I lanci lunghi, la posizione in campo di Leon, lo schieramento tattico: tutti fattori importanti ma nell’unica direzione che davvero conta, vincere le partite, vincere il torneo.

Agli esteti del bel gioco un invito ad avere pazienza, specie agli “allenatori” della Gradinata oggi trasferitisi nella Sud. La squadra è ancora alla ricerca di una sua identità, va incoraggiata, così come è stato fatto negli ultimi anni di serie D con squadre nettamente inferiore a quella attuale sul piano tecnico. L’inserimento posticipato di Leon ha rimescolato le carte, facendo perdere probabilmente quell’equilibrio offensivo e di manovra che a piccoli passi si era raggiunto dopo qualche gara, con il posizionamento di un under, Parachì, in attacco.

E’ vero. Catalano, che resta (per noi ingiustificatamente) nell’occhio del ciclone, deve trovare all’honduregno la giusta collocazione anche in rapporto alle qualità delle altre punte, Corona che sembra inamovibile e Croce che domenica a Palazzolo potrebbe rifiatare. Deve trovare la formula per sfruttare al meglio il potenziale del reparto offensivo giallorosso. Perché non immaginare un 4-4-2 con Leon a destra e Quintoni a sinistra a centrocampo, in modo da avere assicurata spinta sugli esterni e copertura verso la difesa dove giocano due dei quattro under obbligatori? Certo bisognerebbe rinunciare fuori casa all’agonismo di Maiorano e lasciare al centro solo Bucolo e Cicatiello, che ricordiamolo è sempre un ’94. Patate bollenti che restano nelle mani di Catalano, che continua ad incassare la fiducia della società e del quale, in primis proprio per questo, la gente deve fidarsi.

I fischi per una partita andata male possono starci, ma tutto deve fermarsi lì. In questo momento, come altre volte in passato, occorre essere uniti. A maggior ragione perché (finalmente) in ballo non ci sono stipendi da pagare, pullman da organizzare per far arrivare la squadra alla prossima trasferta, club da salvare (per chi si fosse dimenticato o non avesse vissuto il recente passato): qui si lotta per vincere e lasciare una volta per tutte questa categoria. Dalla nostra parte, organi di informazione e tifoseria, possiamo solo fare una cosa: decidere da che parte stare. Se isolarci nelle nostre posizioni, contestare Catalano (può anche non piacere, intendiamoci) e già alla prima avvisaglia tirare fuori i quintali di insofferenza accumulata oppure dimostrarci maturi, dare fiducia alla società, continuare a sostenere il biancoscudato indipendentemente da tutto. Credo che i ragazzi della curva abbiano già una risposta. E sono convinto che a fine anno festeggeremo la Seconda Divisione. Con Catalano.

2 commenti

  1. Non condivido nulla del tuo articolo.
    Il diritto di criticare la società per la campagna acquisti specialmente degli over non può togliermela nessuno, anche perchè sono spettatore abbonato a pagamento. A tale proposito vorrei riferire sull’accaduto di domenica scorsa in tribuna laterale: spettatori 8 maschere 6. Dopo avere sotto scritto l’abbonamento ho subito il distacco della retina, ma da vecchio appassionato (ammalato per il biancoscudato) ho voluto assistere ugualmente alla partita. Innanzitutto mi corre l’obbligo di ringraziare un degli addetti che mi ha accompagnato(dandomi il braccio, perchè non avevo dove appoggiarmi, cortesemente in uno dei posti inferiori per consentirmi di intravvedere qualcosa perchè il sole così forte nuoceva gravemente all’occhio. Ho chiesto cortesemente ad uno degli addetti al controllo della tribuna centrale cosa avrei potuto fare per occupare uno dei posti ombreggiati della tribuna centrale, mi ha risposto: nulla, precisando che se mi avesse favorito in qualche modo l’occhio indiscreto di una telecamera gli avrebbe fatto perdere il posto. Complimenti per il senso di fedeltà del dipendente; dimenticavo la differenza di prezzo è di euro 2.
    Alle mie cortesi insistenze per potere parlare con un responsabile mi dice “ridiscenda all’ingresso e veda se trova qualcuno”
    Ovviamente ho potuto vedere soltanto in parte il secondo tempo, quando frattanto era calata un poco di ombra.
    Mi chiedo il responsabile degli steward esiste oppure è uno dei dirigenti che ancora manca, insieme a quello addetto alle bandierine?
    Sono certo che nessuno prenderà in considerazione questa mia lagnanza, ma i 1000 portoghesi che li fa entrare gratis allo stadio?
    Grazie per avermi concesso questo spazio.

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  2. i tempi passano ma restano le vecchie abitudini,la piazza di Messina seppur tanto calorosa e’ troppo accondiscendente e non e’ mai critica al punto giusto.Domenica scorsa,dopo quella prestazione indecorosa contro una squadra alquanto modesta la squadra,e di conseguenza l’allenatore che e’ colui che la dispone in campo,avrebbe dovuto uscire dal campo subissata di fischi.invece nulla di tutto cio’,ritengo l’allenatore colpevole di non aver dato una minima impronta di gioco e lo si vede passivamente e senza alcuna verve assistere alle gare dalla panchina.Ora bisogna dare la scossa,poi sara’ gia’ troppo tardi,parola di un curvaiolo vero

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