Servizi sociali, il centrosinistra: "No a strumentalizzazioni, il consiglio è libero"

Servizi sociali, il centrosinistra: “No a strumentalizzazioni, il consiglio è libero”

Francesca Stornante

Servizi sociali, il centrosinistra: “No a strumentalizzazioni, il consiglio è libero”

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lunedì 13 Maggio 2019 - 13:21

Sei consiglieri comunali rispediscono al mittente tutti gli attacchi sferrati in questi giorni al consiglio comunale. E spiegano perché non hanno approvato quell'ormai famosa variazione di bilancio su cui è scattato anche un esposto sindacale

Il centrosinistra non ci sta. Non ci sta ad essere additato come il “colpevole” della bufera in cui è finita la Messina Social City. Non ci sta che il consiglio passi come il responsabile del ritardo sul pagamento degli stipendi ai lavoratori. Nei giorni scorsi è stata la Fiadel a sparare a zero sul consiglio che ha bocciato una variazione di bilancio che avrebbe causato problemi per gli stipendi. Il sindacato ha anche presentato un esposto in Procura.

Ma i consiglieri comunali del centrosinistra hanno deciso di unirsi per dire a queste strumentalizzazioni. Per chiarire che il consiglio comunale non può essere tirato dalla giacchetta da nessuno. Per dire a chiare lettere che non possono essere pressioni di alcun tipo a indirizzare il lavoro di un consiglio comunale che è e deve rimanere libero.

Per questo Felice Calabrò, Gaetano Gennaro, Libero Gioveni, Massimo Rizzo, Nello Pergolizzi e Alessandro Russo hanno indetto una conferenza stampa. Un’iniziativa condivisa con tutta l’area di centrosinistra perché è arrivato il momento di dire basta. 

Un consiglio libero

Ha esordito così Massimo Rizzo: «Sono in troppi a pensare di tirare la giacchetta a questo cosnsiglio. Ci hanno provato sindaco, sindacati, associazioni, ma se continuano evidentemente è perché finora nessuno ci è riuscito. Anche il caso del piano Tari è un esempio e chi ha presentato quell’esposto pesante come una bolla d’aria si assumerà tutte le proprie responsabilità».

No alle strumentalizzazioni

A Felice Calabrò il compito di spiegare perché il centrosinistra oggi ha voluto dire la sua: «Dopo la bocciatura della variazione di bilancio si è scatenato una querelle sul fatto che i consiglieri avrebbero messo a rischio gli stipendi. Non abbiamo nessun interesse e nessuna voglia di mettere a rischio i lavoratori, strumentalizzare questo voto d’aula pensando che domani il consiglio possa decidere in altro modo sulla scorta di quella rappresentazione è sbagliato. E’ stato un voto responsabile. E se chi era d’accordo magari fosse stato presente sarebbe stato diverso l’esito.

Quella delibera andava bocciata perché aveva carenze e criticità che andavano fatte notare. Nessuno di noi ha assunto posizioni politiche a prescindere. Abbiamo studiato le carte. Questo dimostra la grande maturità di consiglieri che studiano ciò che votano. Vogliamo tutelare il ruolo di tutti i consiglieri comunali, anche di quelli che hanno sentito l’esigenza di scrivere subito scaricando le colpe, capiamo che a volte la penna scappa, ma bisogna capire di chi è la penna».

Gli attacchi

Libero Gioveni sulla stessa scia ha puntato il dito contro chi ha armato la polemica, quindi la Fiadel. E ha ripercorso il caso esploso sul contratto di servizio: «Chi ha dato il via a queste strumentalizzazioni si è soffermato solo sul voto del consiglio. Durante una commissione bilancio sono emersi gli errori del dirigente del dipartimento evidenziati in modo chiaro dal segretario generale. Di fronte a dichiarazioni forti del segretario generale che ha parlato di errori madornali, non abbiamo sentito dire nessuna parola. Ci si è soffermati solo sull’aspetto politico, che è anche legittimo. E questo fa pensare il legame con l’amministrazione».

De Luca in campagna elettorale

Duro l’affondo di Gaetano Gennaro nei confronti di De Luca: «Queste cose capitano non a caso adesso. Siamo agli sgoccioli della campagna elettorale, abbiamo un’amministrazione assente da mesi, il sindaco è l’assessore al bilancio e da mesi non viene in aula a difendere le delibere. Il consiglio comunale troppo spesso è stato considerato morbido e accondiscendente. Gli atti devono essere portati in aula con tutti i crismi. Anche con l’amministrazione Accorinti fu bocciata una variazione di bilancio e fu proprio il consiglio che si attivò per andare a sopperire. E’ normale che sulle politiche di bilancio il consiglio si esprima in massima libertà.

Capisco chi attende lo stipendio, ma chi dovrebbe svolgere il ruolo di cuscinetto alza i toni e crea falsi nemici dovrebbe ricordare anche il passato, quando per esempio si votò per i lavoratori di MessinaServizi. Perché dovremmo avercela con chi lavora? Il consiglio comunale ha dato vita a questa società, ha condiviso l’indirizzo dell’amministrazione. Ci preoccupano le questioni di carattere tecnico. L’amministrazione è impegnata a fare altro mentre noi siamo qui a preoccuparci delle sorti della città».

Abbassare i toni

Anche Alessandro Russo ha difeso il lavoro fatto dal consiglio proprio per la Messina Social City per rispedire ogni attacco al mittente: «Molti errori della giunta sono stati corretti in consiglio comunale, anche alla nascita della Messina Social City. E’ vergognoso far passare il messaggio che sia stato il consiglio a impedire il pagamento degli stipendi. Bisogna abbassare i toni, è come se ci fosse una sfida. Abbiamo di fronte la vita della gente e dei lavoratori. Faccio un appello a chi crede di avere a che fare con un consiglio pusillanime: la via giudiziaria non porta da nessuna parte».

Il caso del contratto di servizio

Per Nello Pergolizzi, che ha fatto esplodere il caso del contratto di servizio dopo quella delibera che era stata portata in aula le motivazioni di quanto sta accadendo oggi sembrano quasi scontato: «C’è stata un’ostinazione politica da parte del sindaco a far partire la Social City dal 1 marzo, quando ancora non era pronta. Oggi funziona con un contratto che non è regolare. Quindi qualsiasi atto consequenziale non può essere posto in essere. Non approveremo nessuna variazione di bilancio se non prima si regolarizza il contratto di servizio. Ci potrebbero essere problemi con gli stipendi, ma di fronte a procedure non legittime non ci piegheremo».

Una presa di posizione forte, unitaria e che vuole mettere in chiaro come stanno le cose. E a quanto pare il problema stipendi sarebbe anche stato superato, a dimostrazione che non era strettamente quella variazione al bilancio a creare il blocco sugli stipendi. Ma la questione è ancora aperta. E sui servizi sociali della nuova era Messina Social City ci sono ancora troppe ombre.

Francesca Stornante

Un commento

  1. 70km di spiagge quasi tutte ridotte a discarica,villa Dante unico sputo di verde cittadino.siccita,dissesto idrogeologico,incendi devastatanti,mare avvelenato,frane,macchina anche per andare al ce**o, acquedotto:intere zone a secco per mesi o tra i liquami fognari,baracche,amianto,tir,più buche che strade,trasporto urbano da farsa,scuole a pezzi, nepotismo e clientelismo pure alla posta,cibo a km0 quasi scomparso, senso civico e valore al territorio=espressioni giapponesi, solidarietà e valori sociali solo a vuoti spettacolini istituzionali,20mila messinesi “scappati i casa”.la memoria del popolo messinese sotto i piedi di iene che governano dai social e di polli che
    ci vivono dentro,tra rigurgiti di ignoranza,fascismo,mafia,razzismo,corruzione, bigottismo.le azioni dei pochi eroi disperse tra mille notizie inutili e sempre uguali.

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