Presunte discriminazioni nell'assunzione delle donne, la coop Orsa Maggiore si difende

Presunte discriminazioni nell’assunzione delle donne, la coop Orsa Maggiore si difende

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Presunte discriminazioni nell’assunzione delle donne, la coop Orsa Maggiore si difende

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domenica 08 Febbraio 2015 - 23:35

Nei giorni scorsi avevamo raccontato la vicenda di tre lavoratrici rimaste fuori dal servizio di assistenza domiciliare disabili recentemente assegnato dal Comune alla coop Orsa Maggiore dopo l'espletamento dei nuovi bandi. La cooperativa dice la sua e spiega i motivi delle sue scelte gestionali.

Preferenze di genere e presunte discriminazioni nella scelta dei lavoratori da assumere, la cooperativa Orsa Maggiore replica alle critiche e spiega la sua posizione. Nei giorni scorsi avevamo raccontato la singolare vicenda di tre lavoratrici del servizio di assistenza domiciliare disabili che erano rimaste fuori nel passaggio di consegne dal vecchio al nuovo appalto assegnato di recente dal Comune alla coop Orsa Maggiore che si è aggiudicata uno dei bandi dei servizi sociali di Palazzo Zanca (vedi articolo correlato). A far balzare sull’attenti lavoratrici e sindacati, in primis la Fp Cgil, era stata una nota dello scorso 19 gennaio in cui la coop spiegava che «considerata la tipologia di utenza da assistere, il monte ore degli operatori uomini è risultato insufficiente ad evadere le richieste di assistenza degli utenti di sesso maschile che, per ragioni di riserbo e pudore, chiedono l’intervento di operatori uomini. Di contro risulta un monte ore delle operatrici donne assolutamente sproporzionato rispetto la tipologia dei servizi risultanti dai piani di lavoro predisposti, in quanto per alcune di esse, il monte ore sottoscritto in sede di accordo sindacale, è superiore all’impegno giornaliero ad esse richiesto».

Un atteggiamento che inevitabilmente ha creato un po’ di scompiglio e che ha spinto a scendere in campo anche la consigliera provinciale di parità Mariella Crisafulli che ha immediatamente scritto alla cooperativa e all’assessore ai Servizi Sociali Nino Mantineo per chiedere chiarimenti sulla vicenda. Chiarimenti che non si sono fatti attendere da parte di Orsa Maggiore che ha messo nero su bianco tutte le motivazioni delle sue scelte gestionali e che in questi giorni ha anche già assunto una delle tre lavoratrici che nello scorrimento della graduatoria erano rimaste fuori.

Questo il testo della lettera della coop che per tutto l’anno si occuperà dell’assistenza domiciliare disabili: «A seguito di questo nuovo affidamento, cosi come previsto dall'art.37 del nostro CCNL di categoria, si è provveduto al passaggio di 55 lavoratori già precedentemente occupati e che per previsione di capitolato d'appalto andavano assunti per 38 ore settimanali. Purtroppo, la cooperativa uscente ci presentava un elenco di 71 operatori, tutti assunti con contratti part time, di fatto tutti titolari di un posto nella graduatoria in forza di un precedente accordo di solidarietà che distribuiva il monte ore di 55 operatori su un totale di 71. Nell'odierno passaggio, il precedente accordo di solidarietà veniva meno (non per scelta di chi scrive) con un "utile" di ore di solidarietà a disposizione pari a 140 da distribuire sugli operatori in graduatoria dal 56° in avanti.

Per effetto di ciò, si riduceva sensibilmente il numero di lavoratori immediatamente avviati al servizio e conseguentemente si è dovuto procedere alla rimodulazione di ogni singolo piano di lavoro. Attualmente l'organico del servizio e di 64 unita di cui 46 donne e 18 uomini. Trattandosi di prestazioni di igiene e cura rese a persone spesso allettate e con gravi problemi di movimentazione, qualche famiglia ha fatto presente di continuare a gradire la figura di operatori di sesso maschile sia per una questione di forza fisica dell'operatore dedicato, ma anche in relazione al sesso del congiunto disabile. La questione del riserbo e del pudore, tanto stigmatizzata in questi giorni, rientra nel rispetto dell'etica professionale che adotta questa cooperativa e nella garanzia di un'assistenza personalizzata e degna dei livelli di qualità per la quale la pubblica amministrazione investe importanti voci di spesa. Quindi, non avendo in forza sufficienti operatori uomini, per venire incontro a precise richieste provenienti dagli utenti, la cooperativa (in assoluta buona fede) ha attinto dalla graduatori redatta dalle organizzazioni sindacali di categoria i nominativi di due operatori uomini, nella certezza di dare efficienza ed efficacia al servizio a noi affidato. Nient’altro».

La cooperativa infine aggiunge anche di essersi trovata spiazzata dall’enfasi con cui è stata trattata la vicenda e che, consapevole delle problematiche di ogni luogo laddove la cooperativa rende i suoi servizi, modificherà le sue priorità rispetto al lavoro da svolgere in conseguenza di quanto accaduto.

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