Dramma sociale alle porte. Scattate le procedure di licenziamento per 457 lavoratori delle cooperative

457 lavoratori potrebbero presto restare disoccupati. E’ la gravissima situazione di quattro cooperative sociali, i cui presidenti hanno incontrato i segretari delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil.

Le procedure sono già scattate per 207 lavoratori della cooperativa Azione Sociale, per 120 della Nuova Presenza, per 94 della Faro e per 36 della Nuova Solidarietà. L'Ufficio Provinciale del lavoro ha già disposto la convocazione dei lavoratori, per i giorni 5 e 11 dicembre a seguito dei preavvisi di licenziamento notificati. Licenziamenti che, espletate le procedure secondo quanto previsto dalla riforma Fornero, e cioè trascorsi i 20 giorni, diverranno immediatamente esecutivi.

Ed oltre ai lavoratori, sono a rischio anche i servizi del trasporto dei disabili nei centri riabilitativi, dell’assistenza domiciliare agli anziani e dei centri di aggregazione giovanile.

I primi che rischiano il licenziamento saranno i 104 lavoratori di Casa Serena, in quanto l’appalto scadrà il 31 dicembre. Per tutti gli altri il licenziamento scatterà dal 20 gennaio. Una situazione inaccettabile che inevitabilmente porterà intere famiglie alla disperazione, senza alcuna prospettiva. Così come inaccettabile è definita dai segretari sindacali la proposta dei consiglieri Pergolizzi e Calabrò di affidare la struttura in concessione.

“Questi i numeri delle prime vittime – dichiarano i segretari sindacali Clara Crocè, Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai – e purtroppo l’elenco è destinato ad allungarsi. All’appello mancano altre cooperative che nei prossimi giorni avvieranno le procedure di licenziamento”.

Secondo quanto riferito dal dirigente del dipartimento servizi sociali, Salvatore De Francesco, la mancata approvazione del bilancio di previsione 2012 e del pluriennale 2013/ 2014 compromette l'avvio delle procedure per l'approvazione dei bandi. In ogni caso, il Comune è intenzionato a tagliare drasticamente il budget per i servizi sociali, destinando solo 5 milioni di euro a fronte dei 19 milioni sino ad oggi spesi, comprese le somme da destinare al Don Orione che ammontano a un milione e 300 mila euro. Somme del tutto insufficienti per garantire i servizi.

“La richiesta delle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil ai presidenti delle cooperative ed alle loro associazioni é stata quella di rinviare ogni ipotesi di licenziamento dei lavoratori – dichiarano Crocè, Emanuele e Calapai – considerato che durante il vertice in prefettura tenutosi lo scorso 26 novembre è stato assunto l’impegno di aprire un tavolo tecnico per scongiurare la chiusura di Casa Serena, garantire il futuro occupazionale dei lavoratori e i servizi alle fasce più deboli della nostra popolazione. E ciò anche attraverso una rivisitazione dei programmazione dei fondi della legge 328/2000”.

“E’ impensabile approvare progetti finanziati con fondi della 328 sapendo che il Comune dal mese di gennaio non garantirà più i servizi – continuano Crocè, Emanuele e Calapai – e, se del caso, è necessario l'intervento della Regione che autorizzi l'utilizzo di dette risorse per il mantenimento dei servizi. Del resto si tratta di progetti predisposti da più di sette anni e che non tengono conto delle attuali esigenze degli utenti. La conferma delle procedure di licenziamento da parte delle cooperative ed il rifiuto di ogni ipotesi di rinvio, purtroppo rappresenta un danno per gli anziani, i disabili, i bambini, i ragazzi e le loro famiglie e per i lavoratori. insomma un danno per le fasce più deboli che sicuramente non possono pagare un conto così salato, per colpa – concludono Crocè Emanuele e Calapai – di una classe politica incapace, colpevole del disastro e inadeguata per affrontare l'emergenza Messina”.

Sull’argomento interviene con una nota anche il consigliere Nino Carreri: “E' necessario intervenire per frenare una strana deriva che rischia di produrre un danno macroscopico a centinaia di famiglie fornendo la possibilità, a chi ha gestito dissennatamente le cooperative, di uscire indenni dalle responsabilità e senza scucire i soldi dovuti ai lavoratori".

“Il commissario – prosegue Carreri – non ha ancora dato notizia delle intenzioni sulla prosecuzione delle attività di assistenza. Faccio appello alla sensibilità istituzionale del commissario Luigi Croce, dei suoi più stretti collaboratori e di tutto il personale dirigente dell’area economico finanziaria, affinché siano monitorati tutti i movimenti di denaro in favore delle cooperative allo scopo di assicurare il reale pagamento delle spettanze ai lavoratori prima di ogni altra necessità delle stesse società".

Non poteva mancare anche la nota dei consiglieri della III circoscrizione, Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto, che focalizzano la loro attenzione sui Centri di aggregazione giovanile: “Alla scadenza del servizio, il 20 gennaio, i Cag potrebbero definitivamente chiudere. Attualmente i centri sociali sono 8, tutti dislocati nei villaggi, ossia in quelle zone periferiche in cui emergono alti livelli di degrado e disagio sociale. Togliere a tanti adolescenti questo sano diversivo con dei fondamentali punti di riferimento o delle guide sicure per la loro crescita e la loro educazione, potrebbe significare perderli fra le mille distrazioni che offre il mondo, con le immaginabili conseguenze che ne possono derivare”. Pertanto, Gioveni e Cacciotto chiedono al commissario Croce di fare definitivamente chiarezza sul futuro dei Cag auspicandone il mantenimento in vita per scongiurarne le gravi ripercussioni sotto il profilo sociale e occupazionale.