Bluferries, sindacati in stato di agitazione. Oltre 30 posti di lavoro a rischio

Bluferries, sindacati in stato di agitazione. Oltre 30 posti di lavoro a rischio

Marco Ipsale

Bluferries, sindacati in stato di agitazione. Oltre 30 posti di lavoro a rischio

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mercoledì 17 Settembre 2014 - 10:39

Dal 29 settembre, il vettore pubblico dismetterà la terza nave, quella in servizio al porto storico. Rimarranno solo le due al porto di Tremestieri, per il trasporto dei Tir. Automobili e pedoni saranno così costretti a rivolgersi ai privati. Anche la Metromare è in scadenza al 31 dicembre e la nuova gara è andata deserta. I sindacati non ci stanno e attaccano sia l’amministrazione comunale sia il Governo nazionale

“Istituzioni cieche e oltre il confine della decenza”. Non usa mezzi termini Mariano Massaro, segretario regionale dell’Orsa. Dopo l'annuncio della dismissione della terza nave di Bluferries, a partire dal prossimo 29 settembre, cresce la preoccupazione del sindacato per la sorte di oltre trenta lavoratori. Il problema è che il vettore pubblico riesce ad accaparrarsi solo il 10 % del traffico pedonale e automobilistico, quasi interamente appannaggio di Caronte e Tourist, ed in queste condizioni il servizio diventa anti economico. Le altre due navi sono invece entrambe al porto di Tremestieri per il trasporto dei tir, la "fetta" più remunerativa.

“Nessun intervento si registra a tutela dei lavoratori che resteranno disoccupati – prosegue Massaro –“. Ed il danno è anche per i pendolari, che di sera e nei week end non avranno altre alternative che affidarsi al vettore privato.

Anzi, dal 1 gennaio, questo rischio potrebbe protrarsi 24 ore al giorno e 7 giorni su 7, visto che il nuovo bando Metromare è andato deserto. E si potrebbe restare a piedi persino in questo caso, perché esiste un limite massimo di pedoni trasportabili.

Secondo l’Orsa, siamo in presenza di due pesi e due misure, visto che quando si trattò di vietare l’imbarco e lo sbarco diurno della Cartour, in molti si schierarono dalla parte di Caronte e Tourist, “dalla Prefettura all’Autorità Portuale ad altri sindacati – ricorda il segretario dell’Orsa -. Evidentemente in questa città la tutela del profitto privato è prioritaria mentre i lavoratori e i pendolari non interessano a nessuno”.

Il sindacato autonomo, al fianco dell’amministrazione comunale nella “battaglia” contro il servizio diurno della Cartour, è invece contrario per ciò che concerne Bluferries, perché ritiene il porto di Tremestieri inadeguato anche adesso che è a pieno servizio e riesce a smaltire l’intero traffico dei tir in attraversamento.

“Liberare la città dalla schiavitù dei tir è obiettivo sacrosanto che l’Orsa sostiene da sempre ma lo scopo non si può raggiungere smontando la chiesa per addobbare l’altare – afferma Massaro – ed è necessario dotarsi di infrastrutture efficienti che al momento non esistono”.

Opinioni sul porto di Tremestieri a parte, quel che è certo è che “è in discussione l’intero nodo dei trasporti nello Stretto – conclude il segretario dell’Orsa -. Istituzioni, ferrovie e operatori privati hanno il dovere di concertare soluzioni opportune per liberare la città dai tir senza sacrificare il diritto alla mobilità, la continuità territoriale e altri posti di lavoro. In assenza di interventi risolutivi ci vedremo costretti alla mobilitazione con tutti gli strumenti a nostra disposizione”.

In conseguenza di questa situazione, l’Orsa dichiara lo stato di agitazione di tutto il personale Bluferries e dell’indotto e preannuncia un eventuale sciopero in caso di mancato riscontro alle rimostranze.

Su questo fronte, c’è l’accordo anche di Cgil, Cisl e Uil, che si preparano alla mobilitazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali. “Bluferries, capitale pubblico a parte, non ha alcun obbligo di legge riguardo la continuità territoriale – scrivono in una nota congiunta i confederali -. Non esiste infatti nessuna norma che imponga ad aziende, sia esse pubbliche che private, la realizzazione di quel principio costituzionalmente previsto della mobilità nel territorio nazionale e neppure di operare in perdita economica”.

Per i sindacati, si sta verificando quanto già si sapeva sarebbe accaduto. “La spallata ai tir senza una ragionata previsione dei suoi effetti, la realizzazione delle infrastrutture necessarie, la previsione e il finanziamento dei servizi alternativi e complementari, alla fine porterà ad una riduzione dell'occupazione, al peggioramento delle condizioni per i passeggeri, all'aumento delle difficoltà per le aziende causata dalla complicatissima movimentazione delle merci in città che logicamente si tradurrà in un conseguente aumento dei costi di trasporto e dei prodotti”.

Tutti d’accordo con la salvaguardia della salute e della sicurezza dei cittadini, ma si vogliono cercare soluzioni mediate che tengano conto anche delle necessità dei tir. Miglioramento della qualità della vita sì, ma senza mettere a rischio posti di lavoro o servizi pubblici.

Dopo l’attacco all’amministrazione comunale, quello al Governo. “Da anni – scrivono Cgil, Cisl e Uil – non ha voluto mai rifinanziare nemmeno la Metromare. Trovi le risorse per una nuova gara e per non interrompere il servizio. Nulla si può fare, invece, per costringere Bluferries a restare al porto storico. La società di Rfi non ha nemmeno un contratto di servizio con lo Stato e l'Antitrust ha già imposto la separazione dei bilanci con l'azienda madre, impedendo qualsiasi partita di giro per il ripiano delle perdite che sono anche impedite dalla norma sugli aiuti di Stato”.

Il sindacato confederale promuoverà un confronto e chiederà al Governo nazionale di esercitare il ruolo che gli compete per trovare soluzioni utili ad assicurare un servizio dignitoso per i pendolari e salvaguardare l’occupazione.

(Marco Ipsale)

6 commenti

  1. Ma come si fa a invocare il diritto costituzionale alla continuità territoriale se, di giorno e di notte, nei giorni festivi come in quelli feriali, c’è un traghetto ogni 40′? Senza considerare Tremestieri. Da nessuna altra parte al mondo un’isola è collegata (via mare) in modo così efficiente e continuo. Nessuna persona sana di mente può capire come faccia un sindacato “pendolari dello Stretto” a protestare e, contemporaneamente, rifiutare il collegamento stabile

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  2. Ma come si fa a invocare il diritto costituzionale alla continuità territoriale se, di giorno e di notte, nei giorni festivi come in quelli feriali, c’è un traghetto ogni 40′? Senza considerare Tremestieri. Da nessuna altra parte al mondo un’isola è collegata (via mare) in modo così efficiente e continuo. Nessuna persona sana di mente può capire come faccia un sindacato “pendolari dello Stretto” a protestare e, contemporaneamente, rifiutare il collegamento stabile

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  3. Il problema così impostato è irrisolvibile. Un Paese allo sfascio non dedicherà un euro in più per intensificare un collegamento che è già molto efficiente. Al contrario, obiettivo dei Governi e delle FFSS è quello di ridurre le somme destinate a finanziare a fondo perduto i collegamenti sullo Stretto. Lo capirebbe anche un bambino e, invece, ci si ostina a chiedere l’impossibile.

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  4. Il problema così impostato è irrisolvibile. Un Paese allo sfascio non dedicherà un euro in più per intensificare un collegamento che è già molto efficiente. Al contrario, obiettivo dei Governi e delle FFSS è quello di ridurre le somme destinate a finanziare a fondo perduto i collegamenti sullo Stretto. Lo capirebbe anche un bambino e, invece, ci si ostina a chiedere l’impossibile.

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  5. NIENTE PAURA,fateli assumere all’ATM o all’AMAM.

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  6. NIENTE PAURA,fateli assumere all’ATM o all’AMAM.

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