Sesso con disabile in ospedale e video chiamate hot, infermiere messinese assolto

Sesso con disabile in ospedale e video chiamate hot, infermiere messinese assolto

Alessandra Serio

Sesso con disabile in ospedale e video chiamate hot, infermiere messinese assolto

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lunedì 13 Ottobre 2025 - 16:00

La vicenda è avvenuta nel 2020 all'ospedale Cervello di Palermo, dove la ragazza era isolata per la pandermia

Palermo – E’ stato scagionato l’infermiere messinese che nel 2020 era in servizio all’ospedale Cervello di Palermo, accusato di violenza nei confronti di una donna, ricoverata per diverticolite, isolata per il periodo Covid. L’uomo ha rischiato la condanna ad 8 anni, sollecitata dall’Accusa al Tribunale di Palermo che però, accogliendo la richiesta del difensore, ha assolto con l’allora 43enne. La ragazza aveva 24 anni all’epoca dei fatti e soffre di una lieve disabilità. Il rapporto era però consenziente, ha sostenuto l’imputato.

Paziente isolata all’ospedale Cervello

L’avvocata Nicoletta Milicia che lo ha assistito ha impostato la difesa sulla sussistenza del consenso della persona offesa al compimento degli atti sessuali, quindi sull’inattendibilità delle dichiarazioni della stessa persona offesa, affrontando il delicatissimo tema della libertà sessuale dei soggetti disabili, rispetto al quale, anche a tenore delle convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, si impone di contemperare l’esigenza di protezione con quella di non negare loro la propria autonomia e soggettività in un ambito fondamentale dell’esistenza umana. Una tesi che sembra condivisa dal Tribunale, in attesa di leggere le motivazioni.

Video chiamate hot

A dare il via al processo era stata la denuncia della madre della ragazza, assistita dall’avvocato Sergio Di Giacomo. Secondo l’Accusa le violenze erano proseguite dopo le dimissioni della ragazza che sarebbe stata indotta a numerose videochiamate a sfondo sessuale con lo stesso infermiere, al quale erano stati sequestrati tutti i dispositivi informatici ed era stato perquisito l’armadietto. Dopo un lungo incidente probatorio e numerose consulenze psichiatriche ed informatiche, il 9 ottobre scorso è arrivato il verdetto assolutorio del tribunale di Palermo.

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