Al via i saldi estivi: si parte con sconti del 20-30 per cento

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sabato 02 Luglio 2011 - 08:05

Confesercenti: ormai è il periodo in cui si recuperano le perdite. I consumatori: sistema anacronistico, si liberalizzi davvero il mercato

E’ ufficialmente partita la stagione estiva dei saldi, con la novità della data unica per tutta Italia. Ma, per dirla col presidente di Confesercenti Sicilia, Giovanni Felice, «se in passato i saldi servivano ad eliminare le giacenze, oggi servono a recuperare le perdite». Parliamo di un periodo, quello degli sconti, in cui ormai i negozianti fanno il 40 per cento del fatturato. Il che la dice lunga. Secondo l’ufficio studi di Confcommercio ogni famiglia spenderà, in media, per articoli di abbigliamento e calzature, 274 euro per un valore di circa 4,1 miliardi di euro ma «certo la situazione dei consumi in generale, in particolare per l’abbigliamento, permane difficile», sottolinea Renato Borghi, vicepresidente di Confcommercio e presidente di Federazione Moda Italia. Dunque non si attende «una stagione di saldi particolarmente effervescente» ma solo «una sostanziale tenuta rispetto ai ricavi dello scorso anno». Secondo il numero due di Confcommercio sono però inattendibili «le stime pessimistiche diffuse in questi giorni dai soliti profeti di sventura». Secondo le previsioni gli sconti iniziali si aggireranno nelle prime settimane sul 20-30 per cento per gli articoli estivi e quelli di marca. Saldi più cospicui, fino al 50 per cento, dovrebbero interessare i capi prettamente di stagione come i pareo, gli shorts, i top.

Critiche, e questa non è una novità, le associazioni dei consumatori. L’Adoc prevede “un flop” con un calo delle vendite in media del 15 per cento rispetto al 2010, «diretta conseguenza – secondo il presidente Carlo Pileri – della crisi economica in corso». Secondo l’Adoc il 20 per cento dei consumatori avrà come tetto massimo di spesa 50 euro, il 20 per cento avrà a disposizione un budget di 100 euro e il 12 per cento spenderà piu’ di 100 euro. Molto meno della media prevista da Confcommercio. Secondo Adiconsum è anacronistico il sistema stesso dei soldi, sarebbe invece più utile «aprire una stagione legislativa che liberalizzi realmente e progressivamente il mercato e che i commercianti si misurino per la loro capacità imprenditoriale e non per normative di protezione varate decine di anni fa». D’altronde, avvertono dall’associazione, «Confcommercio e Confesercenti sanno benissimo che i commercianti effettuano sconti durante tutto l’anno, arrivando ad inventare anche la “stagione sommersa dei pre-saldi2 che si consuma durante le settimane precedenti i saldi ufficiali». Anche il presidente di Confesercenti Sicilai, Felice, si dice convinto della necessità di «riforme strutturali serie. Se non si rilancia l’economia dell’Isola, i negozianti avranno vita sempre più dura. Ma all’orizzonte non si intravede chi possa impegnarsi in questa direzione».

Un commento

  1. Ieri primo giorno di merce scontata non ho trovato tutta la confusione che mi aspettavo. Alcuni grandi franchising sono partiti subito col 50% riempiendo i negozi, gli altri che hanno applicato il 20% hanno avuto calma piatta. Escludendo le grandi firme che oltre al prodotto vendono l’esclusività e la griffe(quindi non paghi il reale valore del prodotto), credo che bisognerebbe che chi si colloca nella fascia intermedia dedicata alle famiglie, a studenti, precari ecc.. farebbe bene a rivedere i prezzi ed a mantenerli accettabili anche a prezzo pieno. Così venderebbe tutto l’anno. La crisi la avvertono i negozi che stanno nel mezzo, i wannabe pretenziosetti.

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