Sinistra, dove sei? Una sconfitta annunciata, Messina non ti ama

Sinistra, dove sei? Una sconfitta annunciata, Messina non ti ama

Marco Olivieri

Sinistra, dove sei? Una sconfitta annunciata, Messina non ti ama

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mercoledì 28 Settembre 2022 - 13:15

Errori fatali commessi a livello nazionale, regionale e cittadino

“Oddio, mi è sparita la sinistra”, direbbe un personaggio di Altan. Negli anni. gli errori nazionali, regionali, cittadini e provinciali commessi dal Partito democratico e da tutte le altre forze progressiste sono stati fatali. E l’ultima campagna elettorale, dignitosa ma fragile, non poteva che avere questo esito. Non è bastato, dati i problemi strutturali, l’impegno dei candidati Calabrò e Russo alle politiche e lo sforzo alle regionali con Pd e Centopassi per la Sicilia a favore di Chinnici, candidata indebolita anche dalla rottura con il M5S.

Troppo poco tempo per rimediare a una catena di errori commessi negli anni, provocando una scissione con l’elettorato. E l’addio di Claudio Fava alla politica è il corollario di una sconfitta esistenziale di tutte le forze progressiste, fuori e dentro il Pd, percepite dal popolo della sinistra, e non solo, come lontane, assenti.

La marginalità della sinistra e il fattore De Luca

Se De Luca “Sindaco di Sicilia” prevale su Schifani superando il 50 per cento, contro il 29% del vincitore nel resto della Sicilia, un motivo ci sarà e non ci deve limitare ad analisi superficiali. Lo stesso ragionamento va esteso al dato delle liste. Quelle dell’ex sindaco di Messina volano al 42 per cento contro il 39 della coalizione di centrodestra, in provincia di Messina.

Il “fattore De Luca” c’è, come cinque anni fa c’era il fenomeno nazionale del M5S, che rimane primo partito alle politiche nelle altre zone dell’Isola. Quella che appare certa è la marginalità della sinistra: da anni il Partito democratico si colloca più al centro che a sinistra ma, dati i numeri inconsistenti di Unione popolare, in molti hanno scelto il Pd come segno d’attaccamento ai valori progressisti. Sono lontani i tempi della Rifondazione comunista con Bertinotti,

L’8 per cento del Pd nel territorio provinciale e la sconfitta regionale e nazionale

La marginalità del centrosinistra nel territorio è tutta nel risultato alle regionali del Partito democratico, con il suo 8 per cento. La rottura con il Movimento Cinquestelle, dopo le presidenziali, ha ancora di più reso evidente che questo cosiddetto campo progressista è completamente da rifare. Da rifare con idee e progetti nuovi e l’apporto di nuove persone, più legate alla parola “noi” e meno all’individualismo. L’8 per cento qui, dove si registra una debolezza storica della sinistra, è in coerenza con la sconfitta regionale e nazionale. Tutto è da rifare, come avrebbe detto Bartali. Intanto le persone percepiscono la lontananza di questo partito dai propri problemi, a torto o a ragione.

L’occasione mancata del risanamento

“A preoccupare in vista dell’inverno – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento, che ha analizzato il voto regionale – è soprattutto l’aumento del costo della vita e dell’inflazione. 8 su 10 dei siciliani evidenziano l’incremento, non sostenibile per la gran parte delle famiglie e delle imprese, delle bollette di gas ed energia. L’esigenza di un sostegno al potere d’acquisto delle famiglie supera, per la prima volta nell’Isola, la priorità storica dell’occupazione e del lavoro”.

Nelle politiche, pur facendo tutto il possibile, nella competizione uninominale del collegio messinese, i consiglieri comunali Antonella Russo e Felice Calabrò sono arrivati solo quarti, con una percentuale del 14 per cento. Insomma, hanno pagato l’assenza di un partito vero, con sezioni aperte e dibattiti pubblici. E gli sforzi del segretario provinciale Nino Bartolotta, non eletto all’Ars, non potevano certo rimediare ad anni di assenza di un partito passato dal dominio di Francantonio Genovese all’elezione alla Camera di Pietro Navarra, con congedo finale e polemiche annesse. Il tutto senza un radicamento vero nel territorio e una reale identità.

Dopo la sconfitta alle amministrative, non è paradossale che segretario provinciale ed ex segretario della Cgil di Messina Giovanni Mastroeni non riescano a diventare deputati regionali? E che l’unico messinese, eletto nel Pd, sia il giovane Calogero Leanza? Volto emergente della politica, figlio di una figura di rilievo della Dc, Vincenzo Leanza. Un tempo le strutture di partito e le organizzazioni, come il sindacato, avrebbero sostenuto candidati appartenenti a quel mondo. Oggi il tappo è saltato e tutto va riorganizzato.

Ma le frasi del vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano (nella foto l’iniziativa a Messina) rimandano a potenzialità non espresse, rimaste sulla carta. E al rimpianto per un’iniziativa che andava presa prima e che ha acuito la distanza dalla città, polemica a parte con Matilde Siracusano: ” Sul risanamento a Messina, da ministro, puntavo su un progetto più ampio a livello economico, con 250 milioni di euro da impiegare e il coinvolgimento della Regione. La caduta del governo ha bloccato l’operazione”. Questa posizione è apparsa debole. Il tutto senza nulla togliere all’apporto parlamentare successivo pure del Pd, con un impegno trasversale, che ha portato all’approvazione della legge sul risanamento.

Partendo da questa sconfitta generale, tocca al Pd e alle altre forze progressiste costruire, nel tempo, un’alternativa concreta.

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9 commenti

  1. È una domanda alla quale è semplice rispondere: i partiti sono rappresentati da uomini e donne quindi probabilmente……..

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  2. Fin quando la sinistra non capirà che deve trovare soluzioni per i più poveri e deboli, disoccupati, aumentare stipendi minimi e pensioni, aumentare l’efficienza e i presidi sanitari, il popolo continuerà a farsi abbindolare dall’aria fritta che propongono le destre.
    Uscite da quelle stanze di palazzo, andate in mezzo alla gente e non rompete i cabbasisi.

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  3. Emanuele Ferrara 28 Settembre 2022 15:50

    IL PD a Messina è inesistente come logistica e come idee. Una volta ai miei tempi il PCI aveva a Messina numerose sezioni. La gente partecipava e credeva nei valori e negli ideali di quei grandi dirigenti. Oggi tutto questo non c’è più. Si presentano a due giorni dalle elezioni e chiedono il voto alla gente. Ma la gente nemmeno li conosce! Dove sono le grandi battaglie politiche della sinistra? Volete catturare l’attenzione de cittadini? Bene. Fate una grande battaglia politica per riportare il collegamento sullo Stretto al settore pubblico se ne avete il fegato! E vedrete che qualcuno vi seguirà! Svegliatevi invece di stare a vegetare!

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  4. Poco connessi al popolo , hanno mantenuto negli ultimi anni un aspetto elitario (spesso autoreferenziale) e una sostanza inesistente.
    Bocciati !!!

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  5. Quel che avete seminato avete raccolto.

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  6. Come dice J-Ax in una canzone: comunisti col Rolex

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  7. Ancora una volta, la sinistra italiana (anche a Messina), resta assente dagli appuntamenti importanti (le elezioni politiche), rinchiusa com’e’ nel suo entourage “elitario e radical-chic”. I suoi esponenti non mostrano grande voglia di dialogare con la gente, capirne i bisogni, avanzare nuove idee. Almeno, questa è l’impressione che continuo a ricavarne. In fondo, è naturale : loro sono i figli dell’Aventino.
    Vedo piu’ passione altrove, in Europa, invece. Ma sapete la cosa piu’ grave che riscontro in loro ? E’ questa : alcuni di loro, ricordando un concetto espresso da Luigi Tenco (buonanima) “hanno le colt, sparano cioccolatini”. Per la verità, quel cantautore genovese, si riferiva al complesso dei Giganti ed alla musica che esprimevano: ma, fatte le dovute variazioni, di ambito, di tempo e di luogo, trovo che tale definizione resti pur sempre ancora valida ed attuale. Semmai mi chiedo : PERCHE’ NON LOTTARE, IN LEGALITA’, PER DELLE IDEE ???

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  8. Il PCI a Messina non ha mai raggiunto le percentuali che raccoglieva a livello nazionale ma con la sua rappresentanza striminzita ma di ottimo livello era presente tra la gente e ha portato avanti proposte per una città migliore che dopo anni sono risultate lungimiranti, purtroppo non sempre il merito è ripagato con il consenso elettorale

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  9. Perché quando mai le sinistra è stata a Messina, in in vita mia non lo ricordo.

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