Nell'ultimo Consiglio Nazinale è stata evidenziata la mancata volontà di dialogo da parte delle istituzioni regionali.
A mali estremi, estremi rimedi. Il settore agricolo necessita interventi che non arrivano e così Confeuro ha decsio di mobiltarsi.
«La crisi economica che sta colpendo duramente i bilanci delle aziende agricole siciliane non è solamente responsabilità del Governo centrale, ma altresì della giunta regionale isolana. Riscontrata l’indisponibilità dell’amministrazione locale a incontrare una delegazione della Confeuro, che in Sicilia vanta 30mila iscritti, è giunto il momento – dichiara il Presidente Nazionale Confeuro, Rocco Tiso – di proclamare lo stato di agitazione permanente».
Nel Consiglio Nazionale Confeuro, tenutosi giovedì 7 aprile a Catania, è stata evidenziata la mancata volontà di dialogo da parte delle istituzioni regionali. Inaccettabile in un periodo di crisi come quello attuale e che sta costringendo alla chiusura migliaia di aziende.
«La forte criticità degli operatori agricoli siciliani verso la Giunta regionale e espressa dalla Confederazione – continua Tiso – è stata condivisa anche da una folta rappresentanza della CIA di Enna, alla quale è stato rivolto dall’assise Confeuro un grande applauso. La delegazione, capeggiata dal Presidente Costa, è stata molto critica nei confronti della propria presidenza nazionale, ritenuta responsabile di una politica troppo sterile e povera.
Noi della Confeuro abbiamo più volte indicato il dialogo e il confronto come premesse necessarie a risolvere la crisi del sistema agroalimentare siciliano. Riteniamo quindi incomprensibile e inammissibile la chiusura espressa dalla giunta regionale della Sicila, e pertanto – conclude Tiso – manterremo lo stato di agitazione permanente fino a che non verrà convocato un incontro che si occupi finalmente di affrontare la crisi del settore nell’isola».