Una città “Senza Barriere”: un sogno che fatica a diventare realtà

Una città “Senza Barriere”: un sogno che fatica a diventare realtà

Una città “Senza Barriere”: un sogno che fatica a diventare realtà

sabato 26 Settembre 2009 - 11:14

All'auditorium Monsignor Fasola incontro-dibattito oganizzato dall'associazione di volontariato Senza Barriere sulla raccolta firme avviata qualche mese fa per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Una battaglia che, come sottolineato dal vice-presidente dell'associazione Nino Fiannacca, deve permettere di abbattere barriere non solo «urbanistiche ma ancne culturali»

Tutto ha avuto inizio qualche mese fa con l’avvio di una petizione sostenuta anche sulle pagine di Tempostretto.it (vedi banner a destra), per dire no ad una delle tante forme di inciviltà che quotidianamente si manifestano ad ogni angolo della città, per dire basta allle barriere architettoniche; una città “Senza barriere”. Quella che un giorno l’omonima associazione di volontariato presieduta da Nino Morabito, con la collaborazione della Caritas Diocesana, diretta da Gaetano Tripodo, sogna di poter offrire a tutte quelle persone costrette a vivere la vita da un’altra prospettiva, quella della sedia a rotelle. A portare la propria testimonianza diretta anche Lucia Cardillo, affetta da disabilità motoria e componete della stessa associazione.

Questa mattina, dunque, all’audiotrium Monisngor Fasola di via San Filippo Bianchi, si è cercato di fare il punto della situazione attraverso le tante domande rivolte all’amministrazione cittadina, rappresentata dall’assessore alle politiche sociali Pinella Alberti e dal presidente del consiglio comunale Giuseppe Previti. Domande forse “scontate”, come ha sottolineato Nino Arena direttore di Tempostretto.it e moderatore dell’incontro, perchè troppo spesso sottovalutate; perchè spesso scendere da un marcipiedi un po’ più alto del solito, o lasciare la macchina in corrispondenza delle discesa destinata alle carrozzine, è la “normalità”, ed una cosa normale non ha bisogno di spiegazioni o chiarimenti.

L’obiettivo che l’associazione Senza Barriere si propone di raggiungere, essendo ormai da anni impegnata nei temi della disabilità ma solo da qualche mese attivamente presente sul territorio, è proprio quello di ottenere dei risultati concreti. Protagonisti dell’incontro di questa mattina, i cittadini che vivono in prima persona le conseguenze della disattenzione e delle incompetenze altrui. Una realtà, la loro, che il vice-presidente dell’associazione Nino Fiannacca ha mostrato attraverso un imbarazzante excursus normativo e fotografico, imbarazzante per chi ovviamente dovrebbe tutelare gli intressi dei disabili, che ha sintetizzato alla perfezione il senso di inciviltà morale della comunità.

Partiamo dall’iter legislativo, iniziato nel lontano 1967, con il primo testo normativo, n°425, fino ad arrivare al 24/02/09 data in cui l’Italia ha ratificato la convenzione Onu del 30/03/07 sui diritti dei disabili «e anzi dobbiamo ritenirci fortunati che siano passati solo due anni» commenta sarcasticamente Fiannacca. E dopo tutto come dargli torto se si considera che ad essere rimaste quasi del tutto inattuate sono state anche le successive normative, che riportiamo di seguito solo per fornire un’idea dell’immobilsimo politco-burocratico della macchina amministrativa italiana: una nuova legge nel 1968, po nel ’71 la n°118, nel 1989 la n°13, nel 1994 la n°104 e nel 1996 la n°503.

La vergogna però aumenta nell’osservare le conseguenze che tali inadempimenti legislativi hanno determinato a danno dei disabili. Sempre Fiannacca, infatti, mostra ai presenti un’ampia galleria fotografica che suddivide la città in zone centro, nord e sud, e dove appaiono più che mai eviedenti gli ostacoli, spesso insormontabili, che un cittadino costretto sulla carrozzina si trova davanti non appena varca il portone di casa. Macchine posteggiate dovunque, marciapiedi privi dell’apposita discesa o con una discesa mal realizzata perchè troppo pendente, gradini che ostruiscono l’accesso ai pubblici uffici, persino di fronte la sede dell’istituzione dei servizi sociali, in via Felice Bisazza, o all’entrata del Centro provinciale dell’impiego. E poi ancora di fronte le chiese, a piazza Cairoli, sul viale San Martino, lungo via Garibaldi e persino in corrispondenza degli attraversamenti pedonali. «Alla luce di quanto appena visto, ciò che mi prime sottolineare – afferma Fiannacca – è “niente su di noi senza di noi”: per evitare che le cose vengano fatte nel modo sbagliato e dunque in modo poco funzionale alle esigenze del diversamente abile è necessario che veniamo coinvolti nelle scelte che l’amministrazione intende prendere».

Una città costruita a misura d’uomo ma non certo di disabile, un’organizzazione urbanistica e viaria che altro non fa se non accentuare il livello di emarginazione sociale di determinate fasce della popolazione. Un problema che l’assessore Aliberti afferma di conoscere bene ma che tuttavia per essere affrontato nel migliore dei modi necessita di risorse economiche spesso difficili da reperire e sopratutto insufficienti per tutti: «Sebbene in tanti siano pronti a far polemica sul ruolo dei servizi sociali e sopratutto su quello che è stato fatto o che si sta cercando di fare per venire incontro alle esgienze di chi ha bisogno, sono traqnuilla nell’affermare che in una città come Messina, dove i problemi sono di goni tipo, il mio assessorato sta lavorando nel miglior modo possibile» afferma la Aliberti. Ciò anche a seguito dell’ultimo “caso” sollevato dalla Cisl in merito al “Piano di Zona”. Anzi, proprio rispetto a tale progetto, l’assessore fa alcune anticipazioni: «Martedì terremo una conferenza in cui illustreremo nuove e importanti inziative in tema di disabilità, di programmi di sostegno al reddito, per chi ha perso il lavoro. Sul fronte del distretto socio-sanitario, invece – continua – dalla regione è arrivata la conferma del finanziamento di oltre 7 milioni di euro da impiegare dopo aver stabilito come utilizzare i fondi del 2002/03». Ancora un’iniziativa è quella di cui si fa portavoce il presidente Previti anche in qualità di rappresentante della Caritas: «Nei prossimi mesi presenteremo una guida su Palazzo Zanca. Questo stesso opsucolo verrà realizzato anche nel linguaggio Brail».

Un percorso lungo e faticoso sia sul versante politico che su quello civivo, un percorso ricco di ostacoli, anzi di barriere che, pur essendo “inanimate”, costiuite cioè da porzioni di cemento mal disposte o da vetture parcheggiate in modo sbagliato, sono il risultato di un insieme di errori e mancate responsabilità, le cui conseguenze continuano a ricadere sulla spalle di chi, sulle proprie spalle, deve già sopportare un peso fin troppo grande.

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