L'esperienza - Ho smesso di fumare...a volte

L’esperienza – Ho smesso di fumare…a volte

L’esperienza – Ho smesso di fumare…a volte

giovedì 27 Maggio 2010 - 19:24

I vostri articoli – Una mattina mi sono alzato e ho pensato: io smetto. Perché no? Io smetto!

E ho smesso.

Non ho più comprato le sigarette e non ci sto nemmeno pensando molto. Credevo, veramente, fosse più difficile.

Sono stato previdente, se mi dovesse assalire il panico ho comprato cioccolato e mentine in quantità.

Ho smesso anche grazie alla soppressione delle abitudini legate al fumo: non bevo più caffè, non leggo più rotocalchi, non vado più allo stadio, non faccio più la cacca, in sostanza non vivo più. Frequento solo luoghi sani: palestre, cinema, biblioteche, in sostanza una noia mortale.

Ho smesso perchè ero stufo di essere rinchiuso in un ghetto. Emarginato. Giudicato. Ora sono libero se si può chiamare libertà l’essere costretto a non fare più la cosa che più mi piaceva fare al mondo.

Ho smesso: me lo ripeto ogni volta che vedo un fumatore sparire dietro la sua nuvola di fumo. Lo guardo, lo compatisco, lo biasimo e mi inorgoglisco.

Ho smesso: guardo impietosito, compatendolo, biasimandolo colui che invece, continua imperterrito a farsi del male.

Ho smesso: ma ho un dubbio che mi attanaglia. Inconsciamente il mio sguardo, dopo aver compatito, biasimato eccetera si dirige giù, sempre più giù, giù, giù, ancora più giù. Oltre la vita, accostati alla coscia ad osservare l’indice e il medio della mano vicini, vicinissimi a stringere un cilindretto di carta candida, o meglio a stringere Il Cilindretto Di Carta Candida e allora il mio sguardo si spegne, si intristisce, si incupisce: posso veramente dire di aver smesso?

Se davvero ho smesso perché quando vedo una faccia amica che fuma mi fiondo su di lui e: …ho smesso ma sono goloso, me ne offri una? Così chiacchieriamo un pochino come quando fumavo anch’io! E passo tutto il tempo della sigaretta (che divoro) a tediare l’amico con le considerazioni sul fumo che ho appena espresso.

L’amico, dubbioso mi compatisce, mi biasima ma mi perdona, capisce.

Ha smesso anche lui parecchie volte.

Quindi, forse non ho smesso davvero.

Ieri mi sono sorpreso ad osservare tristemente le insegne delle rivendite di tabacchi e mentre aspettavo il verde ho visto il mio corpo che penzolava dalla grande T come uno dei due ladroni: ho le visioni.

Non sono più schiavo della sigaretta ma sono schiavo del non essere più suo schiavo: vaneggio.

Che tristezza osservare in selciato vicino alle pensiline dei pullman. Quante aspirate sprecate per colpa del sopraggiungere inappropriato del bus! Una volta erano meno puntuali i mezzi di trasporto.

Spesso mi fermo ad osservare gli avanzi di mozziconi stritolati dai tacchi sul selciato. Quanto bendiddio sprecato!

Ma io ho smesso.

Non ci penso più.

Cammino per strada orgoglioso e a mente libera. Spalle dritte, petto in fuori, mento in alto: non puzzo più.

Mia moglie non si lamenta più del mio alito e mi bacia come mi baciava quando da ragazzini il sesso era la nostra unica droga.

Ho smesso di tastarmi le tasche alla ricerca di pacchetto e accendino o di contare i cilindretti rimanenti in previsione di giorni di neve o scioperi improvvisi.

Ho smesso.

Non ho più catene che mi legano, non sono più schiavo.

Ma che farò in tutti i momenti liberi?

Quei momenti che, ad arte, riuscivo a ritagliare nell’arco di una giornata impegnativa, per fumare una sigaretta? quegli stessi momenti che riempivo con una boccata di fumo?

Quasi, quasi potrei ammazzare il tempo accendendomi una sigaretta: una sola e solo una, che volete che sia?!

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