Fnp Cisl, un documento per chiedere di arginare l'incremento dei prezzi

Fnp Cisl, un documento per chiedere di arginare l’incremento dei prezzi

Redazione

Fnp Cisl, un documento per chiedere di arginare l’incremento dei prezzi

mercoledì 19 Marzo 2008 - 11:33

Domani, giovedì 20 marzo, il prefetto Alecc incontrerà il commissario al comune, il presidente della provincia, il presidente della Camera di Commercio, i responsabili provinciali delle associazioni dei commercianti , degli agricoltori e delle confederazioni sindacali.

Nel frattempo, la FNP-CISL (che, insieme con SPI e UILP, nell’incontro avuto con il prefetto qualche settimana fa chiese che a Messina si concertasse un “patto- per il contenimento dei prezzi di un paniere di prodotti prioritari) riunirà il per fare il punto sulla crisi che travolge tantissimi pensionati e famiglie disagiate.

Le richieste dei tre sindacati sono il contenimento delle imposte e tasse (Ici, addizionali Irpef, acqua, Tarsu), maggiori investimenti per la protezione sociale, misure atte a frenare i prezzi dei beni di prima necessità fra cui la realizzazione di un mercato bisettimanale del contadino e l’apertura di spacci di paragone gestiti dai produttori nei mercati esistenti.

Il sindacato dei pensionati della CISL nel documento, all’esame della dirigenza proveniente dai 108 comuni della provincia, e che sarà inviato anche alla Procura della Repubblica ed ai Ministeri degli Interni, della difesa, dell’economia e all’Antitrust, va oltre e chiede, in capo a tutto, un forte coordinamento delle Forse dell’Ordine ed una intensificazione della lotta all’illegalità e alla speculazione e alla mancanza di concorrenza.

Si sostiene infatti nel documento della FNP – sulla base di ricerche effettuate dall’Università Federico II, dalla Fondazione Chinnici, da Altroconsumo – che a Messina è diffuso il “pizzo- che si scarica immediatamente sui consumatori, è elevato l’indice di evasione fiscale persino nelle visite mediche, c’è sospetto di esistenza di “cartelli- nel commercio a danno del cittadino al quale in un anno la spesa alimentare costa 700-800 euro in più rispetto alle altre città d’Italia.

La FNP chiede che un argine all’aumento dei prezzi, in una città in cui i due terzi degli anziani hanno pensione al di sotto della soglia di povertà, debba costruirsi con due misure contestuali: un patto che riduca la filiera tra produttore e consumatore e un forte contrasto dell’illegalità diffusa.

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