Domani, giovedì 20 marzo, il prefetto Alecc incontrerà il commissario al comune, il presidente della provincia, il presidente della Camera di Commercio, i responsabili provinciali delle associazioni dei commercianti , degli agricoltori e delle confederazioni sindacali.
Nel frattempo, la FNP-CISL (che, insieme con SPI e UILP, nell’incontro avuto con il prefetto qualche settimana fa chiese che a Messina si concertasse un “patto- per il contenimento dei prezzi di un paniere di prodotti prioritari) riunirà il per fare il punto sulla crisi che travolge tantissimi pensionati e famiglie disagiate.
Le richieste dei tre sindacati sono il contenimento delle imposte e tasse (Ici, addizionali Irpef, acqua, Tarsu), maggiori investimenti per la protezione sociale, misure atte a frenare i prezzi dei beni di prima necessità fra cui la realizzazione di un mercato bisettimanale del contadino e l’apertura di spacci di paragone gestiti dai produttori nei mercati esistenti.
Il sindacato dei pensionati della CISL nel documento, all’esame della dirigenza proveniente dai 108 comuni della provincia, e che sarà inviato anche alla Procura della Repubblica ed ai Ministeri degli Interni, della difesa, dell’economia e all’Antitrust, va oltre e chiede, in capo a tutto, un forte coordinamento delle Forse dell’Ordine ed una intensificazione della lotta all’illegalità e alla speculazione e alla mancanza di concorrenza.
Si sostiene infatti nel documento della FNP – sulla base di ricerche effettuate dall’Università Federico II, dalla Fondazione Chinnici, da Altroconsumo – che a Messina è diffuso il “pizzo- che si scarica immediatamente sui consumatori, è elevato l’indice di evasione fiscale persino nelle visite mediche, c’è sospetto di esistenza di “cartelli- nel commercio a danno del cittadino al quale in un anno la spesa alimentare costa 700-800 euro in più rispetto alle altre città d’Italia.
La FNP chiede che un argine all’aumento dei prezzi, in una città in cui i due terzi degli anziani hanno pensione al di sotto della soglia di povertà, debba costruirsi con due misure contestuali: un patto che riduca la filiera tra produttore e consumatore e un forte contrasto dell’illegalità diffusa.
