Marchetti incontra gli studenti: “Trasformate questa città babba. Ritrovate il senso di appartenenza“

Marchetti incontra gli studenti: “Trasformate questa città babba. Ritrovate il senso di appartenenza“

Redazione

Marchetti incontra gli studenti: “Trasformate questa città babba. Ritrovate il senso di appartenenza“

giovedì 25 Ottobre 2007 - 13:25

La scuola media Juvarra si apre alla cultura siciliana e ai grandi personaggi

“Nella vita non è sempre chiaro chi sia il cattivo. Bisogna guardare per capire, mai far finta di niente, ipocritamente-. Queste sono state le parole di Maurizio Marchetti, direttore artistico del Teatro V. Emanuele che, questa mattina, ha incontrato i ragazzi della Scuola Media “Juvarra-. Profondo conoscitore della storia siciliana, l’attore si è messo a disposizione di due seconde classi raccontando la crisi che ha travolto questa città, dopo il disastro del 1908.“Fra moti e terremoti: due secoli di ricostruzione-, gli studenti impareranno ad apprezzare il loro senso di appartenenza. Lo suggerisce Marchetti, uno dei personaggi scelti dall’associazione culturale Diquadalfaro per recuperare il valore delle nostre origini. Grazie al progetto didattico “Terza Pagina Oltre Confine-, l’istrionico attore aggiunge: “Prima del terremoto, Messina trasmetteva a suoi abitanti la fierezza dell’appartenenza, il coraggio e la bellezza. Una volta ricostruita, ha perso la sua identità e i cittadini non si sono più riconosciuti come tali. E poi, via alla speculazione edilizia, agli arraffamenti della mafia. Anche se Messina non ha una cultura mafiosa. E’ solo una città babba-.

“Nella II Guerra Mondiale, Messina è stata la città più bombardata insieme a Dresda-, continua Marchetti. “Gli Americani la chiamavano “città fantasma-. I criteri antisismici con cui era stata edificata hanno consentito, invece, di centrare i bersagli con le bombe. Queste penetravano i muri e poi esplodevano al passaggio dei nemici. Non si possono contare i morti civili. Alla fine, i Tedeschi transitavano per poco tempo-.

La nostra storia è complessa. “Bisogna conoscerla bene-, incalza l’attore. “Ci sono tanti libri che la raccontano-. Sotto gli occhi interessati degli alunni, si è parlato di mafia, del modo di concepire la vita da parte del mafioso e del cittadino comune. Marchetti andrà in onda nei prossimi giorni proprio con “Il capo dei capi-, dove si narrano le vicende di Totò Riina, il più feroce capo di Cosa Nostra. La fiction parte da stasera ed è un ottimo modo per spiegare ai ragazzi quello che è successo nella storia più recente. “Quella che, si augura il direttore artistico, insegneranno prima o poi nelle scuole-. Tra gli sceneggiatori, spicca Claudio Fava.

“Noi nasciamo con il debito pubblico, come il peccato originale-, prosegue. “Il cittadino non si sente appartenente al territorio, anzi, cerca di scappare altrove. La mafia risolve le questioni con la violenza, con ammazzamenti continui. Noi, invece, scappando. Lo stesso Totò Riina, che sta scontando l’ergastolo, ha ucciso poco meno di 1000 persone dello schieramento mafioso opposto-. “Dovremmo commemorare le nostre disgrazie come quella del terremoto, invece, nessuno sta facendo nulla-, afferma Marchetti. “Per l’anniversario nel 1968, si decide di aprire il Teatro V. Emanuele mettendo in scena l’-Aida-, la stessa opera lirica del 1908. Si invitano le persone più illustri e non la popolazione. Il risultato: la meraviglia di trovare un teatro integro. Ma qualcuno ha provveduto a saccheggiare gli arredi d’epoca. Uno scempio seguito da un rifacimento inadeguato del teatro-.

“Bisogna tenersi cari i propri beni, bisogna imparare a riconoscerli-, conclude il relatore. “In questo, mi aiuta molto il mio mestiere che serve a capire la realtà e il personaggio da interpretare-. Sicuramente, darà una splendida interpretazione di Michele Greco, un altro capo mafia, condannato per 138 omicidi.

L’associazione Diquadalfaro è nata nel 2004 e ha il merito di divulgare quello che nessuno ci può togliere: le nostre radici.

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