Il monito dell’arcivescovo: «Turbati dalle manovre di potere, che non sempre rispondo all’interesse comune»

Il monito dell’arcivescovo: «Turbati dalle manovre di potere, che non sempre rispondo all’interesse comune»

Il monito dell’arcivescovo: «Turbati dalle manovre di potere, che non sempre rispondo all’interesse comune»

mercoledì 31 Marzo 2010 - 13:29

Il messaggio pasquale di La Piana tocca vari punti: la vertenza Pumex, la questione sanità (Piemonte e ospedale di Lipari), la “cricca” della Protezione civile e gli attacchi del New York Times alla Chiesa. «La Pasqua del Signore converta il cuore di tutti all’amore e alla solidarietà»

C’è la necessità di convertire il proprio cuore alla persona dell’altro. All’amore e alla solidarietà. E’ l’invito, l’augurio, l’auspicio che l’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana, consegna alla città nel giorno del suo messaggio pasquale. Un messaggio che racchiude parole forti, messaggi precisi. E tocca diversi punti. Partendo dall’inevitabile ricordo della tragedia del 1° ottobre e di tutte quelle che si sono susseguite, negli ultimi mesi, anche nel resto del mondo. Proseguendo con l’allarme sociale di chi rischia il posto di lavoro, con un riferimento specifico alla vertenza Pumex di Lipari («38 famiglie da tre lunghi anni in balia a promesse, incertezze, inspiegabili ed umanamente incomprensibili motivazioni»). La Piana si mostra preoccupato anche per la vicenda sanità, con un pensiero per il Piemonte e soprattutto per l’ospedale di Lipari. Duro il suo monito: «Rimaniamo turbati e qualche volta indignati per le logiche, le manovre e i giochi di potere che soggiacciono a scelte non sempre dettate dall’interesse per il bene comune e le concrete e reali esigenze dei cittadini». L’arcivescovo esce dai confini messinesi per toccare argomenti nazionali, come lo scandalo della “cricca” degli appalti della Protezione civile («rimaniamo sconvolti nell’apprendere che gente spudorata “ride e gioisce” per le altrui disgrazie, concepite quali fonte di speculazione, di corruzione e imbrogli vari»), e “planetari”, come il duro attacco alla Chiesa e al Papa sferzato dal New York Times («desideriamo reagire con forza esigendo il dovuto rispetto e assicurando ogni sforzo per garantire una credibile testimonianza alla missione ricevuta»). Tutti aspetti di un unico problema: «Quante sofferenze e mali, in famiglia, nell’ambiente del lavoro, nelle comunità civili e nelle stesse comunità parrocchiali e religiose si potrebbero evitare, quanti problemi risolveremmo se ognuno di noi convertisse il proprio cuore alla persona dell’altro?». Questo il pensiero, questo il segnale che l’arcivescovo lancia alla città.

(DI SEGUITO IL MESSAGGIO INTEGRALE DI MONS. LA PIANA)

Cari fedeli e cittadini,

avverto il bisogno, in occasione delle festività pasquali, di esprimervi la mia affettuosa vicinanza e la paterna solidarietà, raggiungendovi con queste semplici, ma intense e sentite parole. Abbiamo conosciuto nel corsi degli ultimi mesi, in città e provincia, ma anche a livello regionale, nazionale e mondiale, eventi tragici e luttuosi, che tanto dolore e sconforto hanno provocato in persone, famiglie e comunità. Come dimenticare l’alluvione del 1° ottobre che ha colpito diversi centri a noi familiari, le frane e i cedimenti di questo inizio d’anno sociale, i disastrosi terremoti di Haiti e del Cile?

Abbiamo molto sofferto ascoltando il grido di dolore, a volte di disperazione, di numerose persone per la perdita della casa, del lavoro (gli operai della Pumex di Lipari, 38 famiglie da tre lunghi anni in balia a promesse, incertezze, inspiegabili ed umanamente incomprensibili motivazioni), il venir meno di utili e necessari servizi sociali e sanitari (l’ospedale Piemonte ed ancora l’ospedale di Lipari, unico centro di assistenza sanitaria ed indispensabile per tutto l’arcipelago eoliano). Rimaniamo turbati e qualche volta indignati per le logiche, le manovre e i giochi di potere che soggiacciono a scelte non sempre dettate dall’interesse per il bene comune e le concrete e reali esigenze dei cittadini. Rimaniamo sconvolti nell’apprendere che gente spudorata “ride e gioisce” per le altrui disgrazie, concepite quali fonte di speculazione, di corruzione e imbrogli vari. Perché solo e sempre i poveri e gli indigenti si ritrovano a dovere pagare l’altissimo prezzo di così tristi e tragiche situazioni? Viene proprio da domandarsi se esiste un argine a quell’insaziabile sete di possesso e di potere che si annida “nel cuore indurito” di molti uomini e che li porta, con naturalezza, a disinteressarsi degli altri, quanto ciò non si esprime in forme sofisticate o meno di oppressione, angherie e vessazioni di ogni ordine e grado?

Mentre apprezziamo lo sforzo di quanti si prodigano per risolvere i tanti problemi ancora insoluti, la solidarietà e l’impegno per lenire i disagi e le immani difficoltà, non sempre facili da affrontare perché non tutto dipende dalla sola personale buona volontà, sento anche, quale guida spirituale di questa nostra amata Arcidiocesi, di rivolgere a tutti indistintamente un accorato appello alla conversione del cuore verso tutto ciò che riguarda il valore della persona umana.

E’ indispensabile collocare al centro della propria vita e del proprio cuore non i beni materiali, ma il valore e la dignità della persona, di tutte le persone. Ogni persona, infatti, per il fatto di essere tale ha una sua dignità che va accolta, rispettata, tutelata e promossa. Non siamo noi a dare dignità alle persone, poiché questa è insita al loro essere uomo o donna, fanciullo o bambino, ragazzo o giovane, adulto o anziano, sano o ammalato, colto o ignorante, cittadino o immigrato, ricco o povero che sia.

Il riconoscimento del valore inviolabile e universale della dignità della persona umana sostiene la solidarietà e la condivisione, spinge verso la promozione del bene comune, determina il rispetto della vita e l’accoglienza dell’altro, motiva la comprensione dei suoi limiti e la stessa capacità di perdono. Quante sofferenze e mali, in famiglia, nell’ambiente del lavoro, nelle comunità civili e nelle stesse comunità parrocchiali e religiose si potrebbero evitare, quanti problemi risolveremmo se ognuno di noi convertisse il proprio cuore alla persona dell’altro: genitori, figli, educatori, colleghi, clienti, responsabili a tutti i livelli, ecc.

In questi giorni la Chiesa e i suoi ministri, incluso lo stesso Pontefice, subiscono continui attacchi (una vera gogna mediatica che nasconde foschi o oscuri interessi) con l’intento di offuscare la fedeltà del Vangelo di numerosi e generosi presbiteri operanti nel mondo, e ciò ingigantendo o riesumando situazioni ritenute ormai in prescrizione dalla stessa legislazione civile, misconoscendo e tacendo l’incommensurabile impegno materiale e spirituale profuso a beneficio di milioni di persone in ogni angolo della terra. Senza rinunciare alla verità e a chiedere perdono per quelle “situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l’infedeltà e il peccato di alcuni suoi ministri”, desideriamo reagire con forza esigendo il dovuto rispetto e assicurando ogni sforzo per garantire una credibile testimonianza alla missione ricevuta.

Siamo fiduciosi e riponiamo la nostra speranza nella Pasqua del Signore, festoso e giocoso annuncio della vittoria di Dio sul peccato, sul male e su tutto ciò che tende a mortificare l’uomo e la sua dignità. La Pasqua di Risurrezione, mistero insondabile della solidarietà di Dio verso gli uomini, porti a tutti il coraggio di lottare per sconfiggere indifferenza, ingiustizia, illegalità ed ogni espressione di cattiveria e di malvagità che riscontriamo dentro di noi e negli ambiti vitali del nostro vissuto quotidiano.

La Pasqua del Signore converta il cuore di tutti all’amore e alla solidarietà. E’ quanto di vero cuore chiedo al Signore augurandovi una Buona e Santa Pasqua.

† Calogero La Piana

(foto Sturiale)

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