Ponte sullo Stretto, il fronte del “No” torna a mobilitarsi: nuova protesta a Torre Faro

Ponte sullo Stretto, il fronte del “No” torna a mobilitarsi: nuova protesta a Torre Faro

Ponte sullo Stretto, il fronte del “No” torna a mobilitarsi: nuova protesta a Torre Faro

lunedì 21 Giugno 2010 - 08:18

La contestazione avrà inizio alle 14,30. All'orizzonte, disagi per i residenti causati dai lavori di trivellazione

Il Ponte sullo Stetto di Messina ‘non s’ha da fare’.

Dopo la campagna di informazione e sensibilizzazione contro l’inizio delle trivellazioni in via Circuito – finalizzate ad eseguire le analisi geognostiche propedeutiche alla stesura del progetto definitivo del Ponte – gli adepti della Rete No Ponte tornano a far sentire il loro grido di protesta.

Oggi, pomeriggio, a partire dalle 14,30, i no pontisti si riuniranno nei pressi della zona in cui dovrebbero essere aperti i cantieri.

Tante le motivazioni per dire no all’opera, messe nere su bianco in un documento.

In un territorio che sta perdendo, progressivamente, le proprie attività produttive – si legge testualmente – si vorrebbe avviare un’opera destinata a dilapidare enormi risorse pubbliche che avvantaggerebbero solo poche imprese (estranee al tessuto locale) con una ricaduta occupazionale molto bassa. D’altronde, dal punto di vista occupazionale, i 40000 posti di lavoro sbandierati da più parti si sono rivelati un puro trucco mediatico. La stessa Eurolink (il general contractor) ha ammesso che nella costruzione del Ponte impiegherebbe 3500 unità. Di questi, almeno la metà non saranno locali.Il tutto mettendo a repentaglio il lavoro di migliaia di marittimi”.

Piuttosto che investire su un’opera faronica ed inutile, secondo Rete No Ponte “molto meglio sarebbe impiegare le somme per promuovere turismo e cantieristica, settori per i quali il nostro territorio ha maggiore vocazione; o ancora pensare alla messa in sicurezza sismica ed idrogeologica; al potenziamento del trasporto pubblico nello Stretto; all’ammodernamento della rete stradale e ferroviaria; ad un piano di edilizia scolastica”.

“Per progettare una mega opera devastante – continua il documento – il Governo ha deciso di continuare a buttare milioni di euro”. Tutto questo “mentre le aree alluvionate di Messina attendono ancora i promessi sostanziosi finanziamenti; RFI continua lo smantellamento del servizio pubblico di traghettamento risparmiando su navi e traghetti siciliani a vantaggio dell’Alta velocità del Nord; sempre più allarmanti sono i segnali di interessamento della mafia all’apertura dei cantieri; mentre la crisi economica colpisce i lavoratori; vengono attuati tagli agli enti locali, agli stipendi degli statali, alla scuola, ai servizi pubblici, ai precari, e agli invalidi.

“Con le trivellazioni – concludono quelli di Rete No Ponte – è iniziato lo sconvolgimento del territorio già previsto nello Studio d’Impatto Ambientale della stessa Stretto di Messina Spa”.

Al di là delle personali convinzioni sul Ponte – per qualcuno importante volano di sviluppo economico, mentre per altri opera inutile e dall’impatto devastante per il nostro territorio – non si può non sottolineare l’inopportuna tempistica con la quale si è dato inizio alle trivellazioni. Tra tutti i periodi possibili è stato scelto il periodo estivo, durante il quale la frazione di Torre Faro vede triplicare il numero dei residenti, con l’arrivo in paese di numerosissimi villeggianti .

Al caos consueto dei mesi estivi si aggiungerà adesso quello causato dai lavori di trivellazione, con immancabili ripercussioni sulla viabiltà e sulla vivibiltà. Il tutto, nel silenzio assordante delle istituzioni locali.

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