Precari: -Stabilizzazione nella Sanità, ma non nella pubblica Amministrazione. Il paradosso siciliano...-

Precari: -Stabilizzazione nella Sanità, ma non nella pubblica Amministrazione. Il paradosso siciliano…-

Redazione

Precari: -Stabilizzazione nella Sanità, ma non nella pubblica Amministrazione. Il paradosso siciliano…-

sabato 06 Settembre 2008 - 09:11

Il dirigente aziendale della Uil Fpl Giordano Gaetano, scrive all'assessore regionale Incardona e al sindaco Buzzanca: l'attenzione è sui Trecentoquattro precari del Comune di Messina

Il dirigente aziendale della Uil Fpl Giordano Gaetano ha scritto una lettera all’assessore regionale al Lavoro Carmelo Incardona e al sindaco Giuseppe Buzzanca, per chiedere ad entrambi interventi efficaci per la stabilizzazione dei precari del Comune di Messina. Trecentoquattro in tutto, che chiedono un contratto a 36 ore ed a tempo indeterminato.

Una richiesta che per il rappresentante sindacale è legittima, visto che la stabilizzazione è prevista in Finanziaria fin dal 2006. Il problema, però, è che la Regione Sicilia non ha recepito le Finanziarie statali, per cui, a detta dell’Assessorato regionale degli Enti Locali, la stabilizzazione del personale precario titolare di un contratto a tempo determinato (pur prevista dalle leggi finanziarie nazionali del 27/12/06 e del 24/12/07) non è applicabile in Sicilia, in quanto la relativa normativa non è stata recepita con legge regionale.

«Tutto ciò mentre l’Assessorato regionale alla Sanità ha recentemente definito con Cgil, Cisl e Uil un protocollo d’intesa, recepito dal Governo regionale, che consentirà di stabilizzare i precari della Sanità con l’inserimento negli organici delle ASL, degli Enti Ospedalieri e dei Policlinici. E come se non bastasse, tra gli stessi precari della P.A. ci sono disparità: 193 di essi (ex art. 23), infatti, sono ancora con un contratto a 18 ore settimanali, a differenza di altri 111 che ne espletano 24. Nella storia infinita dei precari perenni, siciliani e messinesi, i guasti e le scelte discutibili sono stati tanti».

Per il rappresentante dell’Unione Italiana del Lavoro adesso gli strumenti per la stabilizzazione vera ci sono tutti, ma forse manca la volontà di fare a meno di questo bacino di cittadini precari e facilmente ricattabili. «Aspettiamo la stabilizzazione a 36 ore – conclude Gaetano – ma è importante anche non mollare la presa per i 193 (a tutt’oggi) che sono ancora con un contratto a 18 ore settimanali, con un misero stipendio da fame. E’ indispensabile, nell’immediatezza, adeguare tutti i contratti dei lavoratori a 24 ore settimanali, e subito dopo applicare anche in Sicilia la finanziaria nazionale che detta chiare linee di stabilizzazione».

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