Sabato 28 giornata del Parkinson: centri specializzati aperti a tutti

Sabato 28 giornata del Parkinson: centri specializzati aperti a tutti

Sabato 28 giornata del Parkinson: centri specializzati aperti a tutti

domenica 22 Novembre 2009 - 10:50

Sabato prossimo, “Giornata nazionale della malattia di Parkinson”, in molti ospedali, centri specializzati aperti per dare chiarimenti, consulenza gratuita e informazioni sul morbo di Parkinson. Diffondere la conoscenza della patologia e sensibilizzare sull’importanza di diagnosticare il prima possibile. L’iniziativa è della Lega Italiana per la lotta contro la Malattia di Parkinson, le Sindromi Extrapiramidali e le Demenze (Limpe) con la collaborazione delle Associazioni Pazienti AIP (Associazione Italiana Parkinsoniani) e Parkinson Italia.

Anche in Sicilia, sono diversi i centri che hanno aderito, primo tra tutti l’Ambulatorio Parkinson del Policlinico universitario di Messina, di cui è responsabile il prof. Letterio Morgante, vice presidente nazionale della Limpe, afferente all’Unità operativa di neurologia e malattie neuromuscolari diretta dal prof. Giuseppe Vita. Non solo al Policlinico, ma anche al Centro neurolesi di Colle San Rizzo, responsabile il prof. Dino Bramanti, porte aperte per tutta la giornata del 28.

Sarà un’occasione di sensibilizzazione importante, utile a divulgare informazioni corrette, dire quali sono i supporti oggi disponibili e quali le possibilità terapeutiche mentre rimangono sconosciute le cause, nonostante sia stata descritta per la prima volta nel 1817 dal dottor James Parkinson. “E’ importante saperne di più – sottolinea il prof. Morgante – perché molti la collegano unicamente al tremore che colpisce soprattutto una mano del paziente mentre la malattia denuncia la progressiva morte delle cellule nervose (neuroni) situate nella
cosiddetta sostanza nera, una piccola zona del cervello che, attraverso il neurotrasmettitore dopamina, controlla i movimenti di tutto il corpo.
 Chi ha il Parkinson, proprio per la progressiva morte dei neuroni, produce sempre
meno dopamina, perdendo il controllo del suo corpo. Arrivano così tremori, rigidità, lentezza nei movimenti. E’ stato dimostrato che i sintomi iniziano a manifestarsi
 quando sono andati perduti circa il 50-60% dei neuroni dopaminergici”.

Oggi colpisce circa il 3 per mille della popolazione generale, e circa l’1%di quella sopra i 65 anni. In Italia i malati di Parkinson sono circa 300.000, per lo più maschi (1,5 volte in più), con età d’esordio compresa fra i 59 e i 62 anni.
 Età d’esordio da riconsiderare, l’immagine che la malattia riguardi solo le persone anziane non corrisponde più alla realtà: sempre più giovani (un paziente su
 4 ha meno di 50 anni, il 10% ha meno di 40 anni), per il fatto che la scienza è oggi in
 grado di porre una diagnosi ai primi sintomi, quando la malattia è ancora in fase
 precocissima. Inoltre, si ipotizza che mediamente, rispetto al momento della prima 
diagnosi, l’inizio del danno cerebrale sia da retrodatare di almeno 6 anni.

Ma è importante sapere anche che ci sono presidi farmacologici che aiutano molto. “La ricerca avanza a passi spediti – precisa Morgante – e oggi consente ai neurologi non solo una buona diagnosi preventiva, ma di incidere con terapie efficaci che non solo agiscono sui sintomi ma sono in grado di bloccare l’evoluzione della malattia”.

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