Vara 2009. Cronaca di un fotoamatore

Vara 2009. Cronaca di un fotoamatore

Vara 2009. Cronaca di un fotoamatore

martedì 18 Agosto 2009 - 20:13

In photogallery le ultime emozioni

Il giorno della Vara è, tra l’altro, un’opportunità imperdibile per chi, professionista o amatore, si diletta nell’arte della fotografia. I preparativi alla processione, il carro votivo, i tiratori, gli astanti e infine i giochi pirotecnici costituiscono nel loro insieme una fonte pressoché inesauribile d’ispirazione. Ed è proprio questa abbondanza che spinge molti appassionati a seguire l’evento ferragostano con un maggiore e particolare interesse, il quale va per così dire a “integrare” le motivazioni di carattere religioso e spirituale che toccano ognuno di noi.

Fare il “turista” a casa propria è poi un’occasione per vedere la città sotto una lente diversa, più propensa alla ricerca del bello che ci circonda e che spesso sfugge via tra le pieghe distratte della quotidianità.

Anche quest’anno, tra amici, ci diamo appuntamento per un tour fotografico che segua da vicino il fervore della festa dell’Assunta. Siamo in quattro. Macchina digitale, svariate tipologie di obiettivi, cavalletto: ogni cosa è al suo posto. L’incontro è fissato alle 17 in piazza Duomo dove aspettiamo Mauro, trentenne messinese alla prima esperienza con la Vara (quando si dice non è mai troppo tardi!). Tonino e Roberto sono consolidati habitué, mentre chi scrive, con un nuovo “strumento” tra le mani, si trova nella posizione di neofita fotoamatore alle prese con la grande manifestazione.

Ci dirigiamo verso piazza Castronovo attraverso la via Garibaldi. Lungo la strada sono in molti ad ornare balconi e finestre con fiori, stoffe e corredi preziosi che saluteranno il passaggio della Beata Vergine. Gli abiti bianchi dei tiratori fioccano da ogni traversa radunandosi alla spicciolata nello slargo di partenza. Il brusio di sottofondo è periodicamente squarciato da poderosi “Viva Maria!” , subito seguiti da scrosciati applausi e grida di approvazione. Si distendono le gomene e la trepidazione della folla diventa palpabile. E’ tutto pronto, via! La Vara inizia la sua emozionante corsa verso il centro storico.

Decidiamo di bypassare l’affollatissimo percorso tramite via Boner, per ricongiungerci con la processione all’altezza della Prefettura. Nel tragitto, comunque congestionato, diamo spazio a varie considerazioni. Mauro è colpito dall’imponenza della celebrazione, Roberto accentua la sofferenza dell’afa descrivendo la frescura del mare di Pace, io penso anche quest’anno di non aver mai visto a Messina tanti vigili urbani in una sola volta. Tonino invece l’abbiamo lasciato in mezzo alle corde da dove trarrà scatti di rara bellezza.

Da piazza Unità d’Italia, dopo una prima batteria di fuochi d’artificio esplosi dal forte del S.S. Salvatore, svoltiamo verso la Cattedrale percorrendo il corso Cavour. Ho la fortuna di ammirare l’arrivo della “machina” da una scenografica terrazza che si affaccia sulla piazza. Da qui la visuale è magnifica: di fronte le eleganti forme del Duomo e del suo campanile, sullo sfondo il santuario di Montalto ed il sacrario di Cristo Re puntellano il profilo dei colli indorati dagli ultimi raggi di sole.

In fondo alla via I settembre si notano i veloci movimenti della “girata”. L’avanzata del carro votivo si arresta a pochi metri dal traguardo, consentendo così a Mons. La Piana di diffondere il suo messaggio pieno di speranza.

L’arrivo della Vara in piazza, piena all’inverosimile, è qualcosa di straordinario. Un tripudio di fazzoletti bianchi accoglie l’arrivo della Madonna, mentre la lunga schiera dei tiratori fende come un fiume in piena la moltitudine dei fedeli. I “Viva Maria!”, che alla partenza e lungo tutto il viaggio si erano diffusi fragorosamente, adesso diventano veri e propri boati, specialmente quando sono di risposta agli appelli provenienti dal palco.

Poco più tardi ci ritroviamo con altri amici, direzione Cristo Re per lo spettacolo dei giochi pirotecnici. “Aggiriamo” un cancelletto inopinatamente chiuso e ci gustiamo queste esplosioni di luce che rischiarano la città, lo Stretto ed anche i nostri animi. A ridosso della mezzanotte mi telefona il buon Peppe Caridi da Reggio che ha appena catturato insolite immagini della festa messinese dalla sponda reggina. “Dobbiamo assolutamente raccoglierle in una photogallery” afferma entusiasta. Detto, fatto.

Ciao Vara, all’anno prossimo.

Le fotografie nella photogallery sono di Antonino Sandi (1 – 7 + 29), Diego Buda (8 – 21), Peppe Caridi (22 – 28) e Roberto Lembo (30 – 35)

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