Violenza sulle donne. Carmen Currò ci parla dell'esperienza del Cedav, attivo a Messina dal 1989

Violenza sulle donne. Carmen Currò ci parla dell’esperienza del Cedav, attivo a Messina dal 1989

Redazione

Violenza sulle donne. Carmen Currò ci parla dell’esperienza del Cedav, attivo a Messina dal 1989

venerdì 23 Novembre 2007 - 12:17

Domenica, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne indetta dall’Onu, verrà aperto il primo sportello antiviolenza a Villafranca Tirrena che, tuttavia, va ad affiancare quelli già operativi esistenti a Messina (dove troviamo quello del Cedav) come in tutta la Regione.

Abbiamo voluto approfondire una tematica della quale tanto si parla in questo periodo con Carmen Currò presidente del Centro donne antiviolenza, la quale fa sapere che il Cedav aderisce alla manifestazione prevista a Roma per domani.

“Dire basta alla violenza esercitata nei confronti delle donne è un’esigenza che non può più essere messa a tacere.

Le vicende, non solo italiane, mostrano drammaticamente come il problema della violenza incalzi a ritmi sconvolgenti, di giorno in giorno aumenta il numero delle vittime, senza che ci sia da parte dei governi un’azione concreta ed articolata nell’affrontare efficacemente tale questione. La violenza, purtroppo, è la prima causa di morte per le donne di tutto il mondo-.

– Le cronache nazionali ci narrano le storie di troppe donne costrette a fare i conti con una violenza spesso inaudita. Ma, per quanto concerne la nostra città, possiamo asserire che questo trend negativo viene confermato?

“Assolutamente, basta pensare che ben 300 donne si sono rivolte al Cedav negli ultimi tre anni e 150 di loro si sono avvalse della nostra consulenza (che va da quella psicologica a quella legale). In particolare, è molto presente il maltrattamento familiare che rappresenta, ahinoi, la prima causa di fallimento delle unioni-.

– Le donne oggi riescono a ribellarsi alla violenza?

“Sicuramente vi sono più denunce rispetto al passato, ma ricordiamo che quando parliamo di violenza facciamo riferimento ad un comportamento che si è protratto nel tempo e che non attiene esclusivamente alla sfera fisica. Anzi, spesso ci troviamo anche o solo in presenza di una violenza psicologica, devastante quanto la prima ma meno rilevabile. Un occhio nero si vede, ma il dolore dell’anima provocato da un convivente che per anni denigra la donna facendola sentire una nullità…beh, quello è più difficile da tirare fuori e “curare-. E’ necessario allora che la donna trovi un supporto psicologico che le consenta di comprendere che non è una persona incapace, ma piuttosto un soggetto che ha subito una violenza che va comunque contrastata-.

– Ma per rompere la spirale della violenza è davvero necessario ricorrere a manifestazioni come quelle previste per i prossimi giorni?

“La Giornata Mondiale è stata indetta dall’Onu per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di violenze inenarrabili subite dalle donne di tutto il mondo, ma anche in Italia è necessario fare qualcosa affinché i centri locali di assistenza alle donne possano contare sull’apporto di interventi governativi; inoltre, ci stiamo battendo per ottenere il riconoscimento del reato di persecuzione che, per intenderci, è quello che spesso conduce alla morte delle donne che ne sono vittima. Pensiamo ai casi degli ex coniugi che non si rassegnano alla fine della loro storia. Ebbene, da noi le forze dell’ordine non possono intervenire per porre fine agli atti persecutori, mentre in altri paesi il cosiddetto stalking ha già una sua configurazione giudiziaria-.

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