Lo Monte lancia l’allarme: il numero chiuso a Medicina provocherà una “carenza” di dottori nel futuro

Lo Monte lancia l’allarme: il numero chiuso a Medicina provocherà una “carenza” di dottori nel futuro

Lo Monte lancia l’allarme: il numero chiuso a Medicina provocherà una “carenza” di dottori nel futuro

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mercoledì 28 Settembre 2011 - 22:17

Interrogazione parlamentare del deputato nazionale dell’Mpa Carmelo Lo Monte: «Nel 2013 ci sarà un saldo negativo tra assunti e pensionati»

Il “numero chiuso” per l’ingresso alle facoltà di Medicina e Chirurgia frena l’occupazione, l’assistenza e la Ricerca: molti aspiranti medici non troveranno posto nelle Università a fronte dei numerosi sanitari che nei prossimi mesi andranno in pensione. Questi i contenuti di un’interrogazione ai ministri dell’Università e della Salute dal deputato nazionale dell’Mpa Carmelo Lo Monte. Gli effetti, riguardano, ovviamente, anche l’Università di Messina, il Policlinico e le strutture sanitarie pubbliche e private. I dati illustrati da Lo Monte sono nazionali ma il trend nella Penisola è in linea con quanto sta accadendo anche nel nostro territorio. I numeri di previsione secondo il piano sanitario nazionale 2011-2013 dicono che in Italia c’è una forte concentrazione di personale medico nella fascia di età superiore o uguale ai 60 anni, per cui è possibile stimare che circa 17 mila medici lasceranno il Servizio sanitario nazionale entro il 2015. Ma, è questo il concetto di Lo Monte, chi sostituirà a lavoro i futuri pensionati del comparto Sanità nei prossimi anni? Nel 2013, infatti, ci sarà un saldo negativo nei nosocomi tra gli assunti e i sanitari andati in pensione e questa prospettiva sarà ancora più accentuata nelle Regioni, come la Sicilia, impegnate con i piani di rientro e il blocco di nuove assunzioni. Anche Messina vedrà centinaia e centinaia di medici, negli anni, cessare il servizio alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale ma gli specializzati, i laureandi e soprattutto coloro che intendono iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia dovranno “restare a guardare” senza poter sostituire i colleghi entrati sotto la tutela previdenziale.

Lo Monte sostiene, ad esempio, che anche per l’anno accademico 2011-12 la programmazione nazionale dei corsi di laurea della facoltà di Medicina e Chirurgia non si è svolta secondo i criteri, le analisi e le stime ponderate dall’effettivo fabbisogno. E per questo i ministeri della Salute e dell’Università hanno dovuto adottare il provvedimento sul numero di studenti che potevano iscriversi alle facoltà italiane di Medicina e Chirurgia; purtroppo la relativa ripartizione tra le Università è stata disposta solo con i dati forniti dalle Regioni e dalla “potenzialità formativa” dichiarata dagli Atenei. Lo Monte chiede dunque che anche per l’anno accademico 2011-12, come accaduto l’anno scorso, vista l’evidente insufficienza del numero dei posti assegnati dal ministero della Salute rispetto all’effettivo, reale ed accertato fabbisogno formativo, venga concesso un ampliamento del 20 per cento dell’attuale ripartizione disposta dal ministero della Salute.

Un commento

  1. Caro lo Monte, meglio 10 medici asini e raccomandati in meno negli ospedali, ma piu’ Ausiliari,OSS, Infermieri e tecnici,queste figure lavorano con i pazienti, i medici(non tutti) leggono il giornale e assorbono gran parte delle risorse della sanita’ pubblica, per produrre quello che ogni giorno si legge sui giornali “MALA SANITA”.
    A Dimenticavo fai una verifica dei Direttori delle unita’ operative ma verifica seria e non politica in favore dei soliti porta voti.

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