Calamona. La città è divisa in due, scopriamo cosa c'è al di là della frana

Calamona. La città è divisa in due, scopriamo cosa c’è al di là della frana

Calamona. La città è divisa in due, scopriamo cosa c’è al di là della frana

sabato 08 Agosto 2009 - 18:12

San Saba, Rodia, Tarantonio ed Orto Liuzzo. Borghi marinari ancora interamente da scoprire

Avete presente le Colonne d’Ercole? Una sorta di limite tra il mondo conosciuto e tutto il resto, tra ciò che appartiene a questa vita e quello che può essere visto come una speranza di ricchezza grazie a terre migliori e più ospitali.

Da almeno otto mesi anche Messina ha il suo limite invalicabile o quasi, quel separé che divide in due parti l’estrema zona nord della città, la frana di Calamona (a proposito, la Provincia ha preso un forte impegno per la bonifica dell’area, cliccare in basso l’approfondimento per ulteriori dettagli).

E, se “al di qua” della frana siamo dopotutto ancora in piena città o comunque vi si trovano paesi o borghi medio/grandi, è “al di là” dello smottamento che troviamo un micromondo che fa da cuscinetto tra Messina e i paesi come Villafranca, Rometta, Spadafora, Venetico (e tanti altri), appena fuori dai confini comunali.

Una zona che potrebbe costituire il fiore all’occhiello del territorio, per la ricchezza, l’unicità e la bellezza di questi luoghi, oltre ad un’incredibile diversità tra i vari borghi che si succedono nonostante gli stessi si trovino, per usare un’espressione ormai desueta, ad un tiro di schioppo l’uno dall’altro.

Un pezzo di Messina che si estende in meno di dieci chilometri e che è accomunato dalla strada statale 113, ma che presenta località totalmente differenti anche a distanza di pochi metri.

Chi riesce a superare le “Colonne di Calamona” non restando impelagato nella lanterna semaforica che dovrebbe regolare il traffico nella bretella che bypassa la frana, trova di fronte a sé, come primo paesino, il borgo marinaro di San Saba.

Praticamente un agglomerato di case e barche, dove in inverno si fatica a trovare una persona per strada mentre d’estate si vorrebbe che di persone ce ne fossero di meno.

Sono ancora tanti i residenti a San Saba che vivono esclusivamente di pesca, sono esperti e pare quasi dialoghino con il loro “amico mare”. Fantastico lo scenario di Capo Rosocolmo con le sue “Montagne di Sabbia” che degradano verso il mare.

Ma l’estate porta con sé bagnanti e turisti e con loro anche le loro imbarcazioni, che vengono parcheggiate sulla spiaggia con tanto di “carrello” e, all’occasione, anche un trattore per “salire” al riparo il natante. I più puntigliosi potrebbero gridare: «questa è occupazione di suolo pubblico», altri potrebbero pensare: «e io dove mi sdraio a prendere il sole, con la spiaggia tutta occupata?». In tal senso non guasterebbero controlli molto più severi da parte delle autorità, in primis la Guardia Costiera e l’assessorato comunale preposto ai controlli in tal senso.

Novità di questi giorni è l’installazione di una postazione per il “servizio di vigilanza e salvataggio per le spiagge libere del territorio del Comune”: dei bagnini insomma, che rendono un servizio del tutto nuovo per il piccolo borgo marinaro.

La situazione delle barche parcheggiate sulla spiaggia la riscontriamo anche poco più avanti, nel paese di Rodia. Forse il problema qui è meno sentito per la notevole ampiezza della spiaggia: in alcuni punti quest’ultima non fatica ad arrivare ad una cinquantina di metri dalla battigia alla strada in asfalto, una conformazione che fa di Rodia forse il paese più “vivo” ed abitato della zona.

Tanti i lidi presenti e tanti anche i campi da beach volley. Pochi invece i centri di aggregazione “liberi” nel paese, che soffre l’assenza di una piazza principale come esiste ad esempio a Santo Saba.

Rodia, per la sua vocazione residenziale, somiglia molto ai più quotati paesi extracomunali come ad esempio Venetico, ma non riesce a trovare la stessa “forma” che quest’ultimo paese ha raggiunto negli ultimi anni, diventando una piccola perla sul mare con un lungomare degno di località turistiche più ambite.

San Saba e Rodia sono inoltre accomunati da uno strano destino che riguarda i loro uffici postali: è quasi divertente osservare il sincronismo per il quale se è chiuso quello di un paese, l’altro abbia il terminale guasto, l’aria condizionata rotta, sia chiuso anch’esso ecc…un pizzico di considerazione in più per dei cittadini non certo di serie B non guasterebbe.

Discorso a parte per le spiagge, non perfettamente pulite. Tradiscono dunque l’assenza di interventi da parte del Comune, ma sicuramente una buona dose di inciviltà da parte di chi ne fruisce.

Percorrendo la statale e superando Rodia noterete il torrente Marmora e Tarantonio, prima di dover per forza rallentare sulla Statale, sopratutto per le macchine in doppia fila ai bordi della strada.

Siete arrivati nel cuore di Orto Liuzzo, paese che gravita anche attorno alle attività commerciali presenti sulla SS 113.

Orto Liuzzo, proprio quella frazione del territorio messinese in cui ricade lo svincolo dell’autostrada, quindi per legge esente da pedaggio essendo considerato parte della tangenziale, ma nei cui caselli, per transitarvi, i messinesi sono costretti a versare senza motivo un euro e passa di pedaggio ingiustificato.

Lasciamo stare la vicenda, anche perché a breve dovrebbe essere risolta, almeno così hanno promesso le alte sfere del CAS (ci chiediamo in ultima battuta: chi ha subito per anni tale furto, non meriterebbe un rimborso, anche una cifra di forfait da dare ai residenti della zona?), e concentriamoci sulla particolare struttura del paese.

Una conformazione che potremmo definire a “lisca di pesce” se è vero che si sviluppa tutto intorno la via Fazzino, lunga diverse centinaia di metri e perpendicolare al mare, e che poi si dirama con tante strette arterie, più o meno lunghe, che portano ai vari accessi privati.

La “situazione spiaggia” ad Orto Liuzzo è decisamente migliore dei due paesi di Rodia e San Saba e molto simile al borgo gemello di Tarantonio. L’accesso è sgombero da barche od ostacoli vari, la pulizia della spiaggia non è deprecabile e l’aria non profuma di odori malsani provenienti dalle fogne come purtroppo avviene a Rodia e Santo Saba dove le condotte fognarie, inadatte ad ospitare il boom di vacanzieri, a volte cedono. A San Saba inoltre il depuratore in zona lascia scappare degli olezzi poco gradevoli per chi visita o risiede nella zona.

La spiaggia, ad Orto Liuzzo, non sarà lunghissima (circa 10 metri di media) ma permette una tranquilla e confortevole permanenza.

La situazione “acqua” in tutti e tre i paesi è ideale: acqua dalla temperatura accettabile, mai comunque troppo fredda. Certo a volte potreste trovare ospiti indesiderati come meduse, ma stavolta ci sentiamo di sollevare da responsabilità politica e mala gestione del territorio.

Finisce qui il nostro tour virtuale, fatto di luoghi certamente affascinanti e che se appartenessero ad un’altra nazione non esiteremmo a chiamarli “esotici”: avete mai visto lo scenario del tramonto estivo da uno di questi paesi, con il sole che si nasconde tra le isole Eolie mentre il cielo diventa di mille colori, dall’azzurro all’arancio, dal viola al rosa?

Beh, vi consigliamo di assistere a tale spettacolo. E consigliamo anche alle istituzioni di valorizzare al meglio queste zone, perché il tanto decantato impulso turistico del nostro territorio passa anche da queste piccole realtà.

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