Le strade del V quartiere abbandonate tra immondizia e discariche abusive. «Troppi messinesi privi di senso civico»

Le strade del V quartiere abbandonate tra immondizia e discariche abusive. «Troppi messinesi privi di senso civico»

Le strade del V quartiere abbandonate tra immondizia e discariche abusive. «Troppi messinesi privi di senso civico»

mercoledì 20 Gennaio 2010 - 08:04

I rappresentanti della circoscrizione che lamentano ormai da mesi la condizione di degrado, chiedono all’amministrazione maggiore severità nel punire i trasgressori che abbandonano ovunque sacchetti ed elettrodomestici. Interviene anche la Fp Cgil

Cumuli di spazzatura abbandonati anche lì dove non ci sono cassonetti di raccolta perché i contenitori situati nei dintorni risultano già stracolmi; cani randagi che fanno banchetto gettandosi sulle buste e lacerandole con i denti sperando di individuare i residui commestibili, con l’ovvia conseguenza che il -contenuto- dei sacchi neri finisce con l’essere disperso lungo la carreggiata. Questo l’avvilente quadro delle strade che ricadono nel territorio della V circoscrizione dove la raccolta della spazzatura da parte della società Messinambiente procede a rilento. Ad evidenziare i troppi disagi subiti dagli abitanti delle zone in questione sottolineando anche le pessime condizioni igienico-sanitarie, è il consiglio della V circoscrizione che chiede una risposta alla società di Nino Dalmazio. Un problema che, come dichiarato dallo stesso Dalmazio è legato ai tempi, decisamente più lunghi, per il conferimento nella discarica di Motta S.Anastasia piuttosto che in quella di Mazzarà Sant’Andrea (attualmente chiusa).

I rappresentanti del V quartiere sottolineano poi come accanto ad un problema di non puntuale raccolta rifiuti, vada riconosciuta l’enorme irresponsabilità dei cittadini che «con assoluta mancanza di senso civico abbandonano anche dove non si dovrebbe elettrodomestici, eternit, materiali edili, favorendo la creazione di continue discariche abusive in pieno centro città. Ciò che chiediamo all’amministrazione è dunque un più attento e severo controllo per coloro che non rispettano le regole». Una situazione ormai invivibile per le strade del V quartiere e, aggiungiamo, che non è detto più avanti non riguarderà un’altra delle sei circoscrizioni, che ha dunque spinto gli stessi rappresentanti della municipalità alla realizzazione di un “docu-film” proprio sullo stato di degrado delle zone: il lavoro, a giorno presentato alla cittadinanza, passa in rassegna, uno dopo l’altro, i punti di raccolta di immondizia presso i cassonetti e le discariche abusive censite.

«E’ tempo di intervenire, prevedendo soluzioni operative immediate e non rinviate ulteriormente, essendo davvero inconcepibile la rassegnazione e il fatalismo con cui le condizioni di sporcizia e di assoluto disdoro che vive Messina sono vissute da chi dovrebbe avere competenza in tale settore».

Sulla questione rifiuti interviene anche la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè che stigmatizza l’atteggiamento dell’azienda rispetto alla gestione della raccolta rifiuti ed in particolare sul fronte del lavoro: «Comune e Messinambiente – si legge nella nota sindacale – non affrontano i problemi e poi scaricano sui lavoratori le inefficienze. Dopo l’intensificarsi delle segnalazioni su evidenti problemi nel servizio di raccolta dei rifiuti, la FP CGIL ha ripetutamente chiesto alla Messinambiente un incontro per verificare cosa stesse accadendo e individuare soluzioni condivise, anche perché da parte dei lavoratori il servizio è stato sempre eseguito secondo le disposizioni ricevute senza alcuna interruzione o problema che non fosse la carenza di mezzi. E problemi di qualche natura devono certamente esserci – prosegue Crocè- visto che si conferisce a Motta S.Anastasia da soli 45 giorni, mentre le segnalazioni sono partite ben prima. Ma ancora oggi l’azienda non ha ritenuto di rispondere alle nostre richieste di incontro».

Il sindacato sollecita dunque un nuovo incontro con i vertici e i dirigenti della società, per evitare «che ancora una volta si finisse con lo scaricare sui lavoratori responsabilità di altro tipo» conclude la sindacalista.

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