L'analisi del voto a Milazzo e Barcellona. Ecco i "c'era una volta e ora non c'è più"

L’analisi del voto a Milazzo e Barcellona. Ecco i “c’era una volta e ora non c’è più”

Rosaria Brancato

L’analisi del voto a Milazzo e Barcellona. Ecco i “c’era una volta e ora non c’è più”

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mercoledì 03 Giugno 2015 - 05:15

C'era una volta la destra, a Barcellona e Milazzo. C'era una volta l'Udc ago della della bilancia. C'era una volta il Pd unito. L'analisi del voto di queste amministrative ci consegna una serie di riflessioni diverse. La destra è scomparsa, il Pd diviso non vince, e determinanti sono i Dr di Picciolo.

I risultati elettorali di Milazzo e Barcellona spingono ad alcune riflessioni, da approfondire nel corso delle prossime settimane: 1) la scomparsa del centro-destra in territori amministrati per decenni dalla destra; 2) la fragilità di un Pd perennemente diviso; 3) il peso sempre più determinante dei Dr di Picciolo; 4) un Udc che non è più ago della bilancia. Tralascio la progressiva percentuale di “disillusi” che non vanno a votare perché è questa una piaga nazionale conseguenza di una politica che ha tradito sé stessa. Andiamo per ordine.

1)C’era una volta il centro-destra-

Tutto si può dire tranne che Barcellona sia stato in passato un Comune di sinistra. E neanche Milazzo ha mai scherzato. Ebbene, ci siamo ritrovati a Milazzo una sfida al ballottaggio tra due esponenti del Pd (Giovanni Formica e Carmelo Pino), un centro-sinistra che, se sommato,supererebbe il 70%, e di contro non c’è traccia di Forza Italia che non ha presentato lista. Il candidato di centro-destra, Lorenzo Italiano, con il 17,09%, porta a casa un solo consigliere comunale (e due delle tre liste non superano lo sbarramento). Spostandoci a Barcellona, Comune governato per decenni dalla destra fino alla “primavera della Collica”, lo scenario è simile. Emblematico il risultato di Sottile, candidato del centro-destra e primo firmatario della mozione di sfiducia. Le due liste di sostegno non hanno superato lo sbarramento e non ci sarà nessun consigliere della sua coalizione. Roberto Materia, (da molti anni lontano dalla politica) è stato candidato dai Dr ed è alla guida di una coalizione di moderati e di liste civiche.

2)C’era una volta il Pd unito-

Un ballottaggio tra due Pd sembra una barzelletta in una provincia che ha sempre guardato con distacco gli esponenti di centro-sinistra, invece a Milazzo lo scontro in atto tra Pino e Formica si è avuto sin dalle primarie, trascinandosi tra sedi di partito e tribunali. La guerra, tra genovesiani (pro Pino) e antigenovesiani (pro Formica) è stata su tutto, dalle primarie al simbolo. Sommate le percentuali dei due candidati superano il 70%. Invece divisi, Pino perde una delle tre liste e si ferma al 23% eleggendo 3 consiglieri, Formica incassa quasi il doppio, e porta in Aula 8 consiglieri. E Milazzo si trova a dover scegliere tra due Pd il prossimo 14 e 15 giugno. Spostandoci a Barcellona il masochismo del Pd va oltre. Già la mozione di sfiducia alla Collica, presentata dal centro destra, è passata grazie al voto del Pd (diviso in diversi rivoli anche su questo). Le spaccature sono emerse sin dal giorno dopo la sfiducia quando è apparso chiaro che trovare un candidato unico del partito sarebbe stato impossibile. Al fianco del candidato Pd Turrisi inoltre si stavano schierando ex centro-destra e Fratelli d’Italia. Così come a Milazzo anche a Barcellona il Pd si è frammentato, ma a differenza dei vicini di casa non ci sono stati due blocchi monolitici, quanto diversi rivoli. Renziani e civatiani hanno appoggiato la Collica, Munafò si è presentato da solo, alcuni consiglieri hanno sostenuto Materia ed il grosso delle truppe è rimasto al fianco di Turrisi, non tesserato ma esponente della società civile. I Dr, inizialmente pronti ad affiancarsi al Pd, di fronte alle divisioni e a un candidato esterno e senza tessera, hanno optato per Materia, mettendolo in campo. Risultato? La Collica sfiduciata gode ancora della fiducia degli elettori e fa lo sgambetto al Pd che resta fuori dal ballottaggio. La Collica, tra parentesi, pur sfiduciata, totalizza un 28,21% rispetto al suo collega uscente a Milazzo Carmelo Pino che si ferma al 23% nonostante la sua amministrazione abbia portato il Comune fuori dal dissesto. Se guardiamo poi i risultati della lista Pd a Barcellona, si è fermata al 7,35% (un solo consiglier Pd eletto, Cutugno) e delle 5 liste in appoggio di Turrisi tre non hanno superato la soglia. Un Pd unito, sia a Milazzo che a Barcellona, avrebbe scritto un’altra storia.

3)C’era una volta l’Udc ago della bilancia. Ora sono i Dr-

Per decenni i centristi hanno governato sia con la destra che con la sinistra ed hanno determinato le sorti delle coalizioni e delle amministrazioni. Le comunali 2015 di Barcellona e Milazzo consegnano alle analisi un altro dato: ad essere determinanti sono i Dr del gruppo Picciolo. Contestualmente il peso dell’Udc è sceso ed a Barcellona non hanno neanche presentato una lista. I Democratici riformisti incassano un doppio risultato (sia a Milazzo che a Barcellona) anche nei confronti del Pd, veri destinatari del messaggio che viene dalle urne.

I due candidati che andranno al ballottaggio infatti, Giovanni Formica e Roberto Materia, sono “targati” Dr. A dar man forte a Formica, Pd, inizialmente sostenuto da Panarello in chiave anti-genovesiana, sono scesi in campo i Dr, portandosi dietro in ultimo anche Nino Germanà. Tra Picciolo e il collega Ncd con due liste hanno portato nel paniere di Formica 3.300 voti, il 19% oltre a tre consiglieri (2 Pdr e 1 Ora Milazzo). La lista Pd è al 13% e riunisce tutte le varie anime del partito. A Barcellona la candidatura di Roberto Materia è stata lanciata in campo proprio dai Dr non appena le divisioni del Pd si stavano facendo allarmanti. Ed è Materia a superare il 35% ed arrivare al ballottaggio. Determinanti quindi sono i Dr in entrambi i Comuni. Destinatari del messaggio di queste urne sono i leader del Pd: da Rinaldi (che ha visto Carmelo Pino frenare bruscamente) a Panarello e Laccoto che da soli non avrebbero potuto raggiungere quelle percentuali e che a Barcellona hanno visto Turrisi scalzato. Se fino a un mese fa il triumvirato che regge il Pd poteva avere qualche dubbio sulla crescita del gruppo Picciolo e sulla direzione del percorso, da lunedì ne ha la certezza. Nel frattempo resta da chiedersi che fine abbia fatto l’ago della bilancia di un tempo, l’Udc. A Barcellona i centristi non hanno presentato lista ed erano presenti in ordine sparso tra le truppe di Turrisi e Sottile. A Milazzo gli Udc hanno sostenuto Carmelo Formica , arrivato terzo, ma i due consiglieri comunali eletti non sono vicini a D’Alia e sembra siano in procinto di annunciare l’appoggio a Pino per il ballottaggio. Se un tempo i centristi erano determinanti per far spostare da un lato o dall’altro la bilancia, adesso non lo sono più.

L’ultima considerazione riguarda il ballottaggio a Barcellona. La Collica è stata sfiduciata su mozione presentata da Sottile e poi sostenuta da tutto il fronte, Udc e Pd compresi. Che faranno adesso Turrisi e Sottile? Annunceranno l’apparentamento con la Collica che hanno sfiduciato ad aprile o con Materia, la cui candidatura è nata in “contro-tendenza” rispetto a Pd e centro-destra e come diretta conseguenza delle spaccature e dei veti interni alla coalizione? E la Collica accetterà eventuali apparentamenti con chi le ha tolto la poltrona o ha contribuito a farlo a due anni dal mandato?

Rosaria Brancato

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