Un fondo anti-dissesto per i Comuni a rischio crack. Ma con un piano di rientro “lacrime e sangue”

Un fondo anti-dissesto per i Comuni a rischio crack. Ma con un piano di rientro “lacrime e sangue”

Danila La Torre

Un fondo anti-dissesto per i Comuni a rischio crack. Ma con un piano di rientro “lacrime e sangue”

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venerdì 05 Ottobre 2012 - 20:21

Per accedere alla procedura prevista dal Governo Monti, gli enti locali dovranno abolire il disavanzo e ridurre la spesa, riportando i conti in ordine. Notizie confortanti giungono da Palermo: la giunta regionale ha sbloccato 24 milioni di euro destinati al trasporto pubblico locale

Bastone e carota. Sembra essere questa la metodologia di intervento del Governo Monti per affrontare la crisi finanziaria dei Comuni italiani, molti dei quali sull’orlo dei dissesto. Se da una parte, l’esecutivo nazionale ha infatti deciso di mostrarsi intransigente nei confronti dei sindaci che hanno contribuito a far fallire gli enti comunali, prevedendo per loro l’incandidabilità per 10 anni e pesanti pene pecuniarie (vedi correlato) ; dall’altra ha deciso di correre in soccorso dei Comuni a rischio default.

Nel “decreto enti locali”, il Governo dà via libera al fondo anti-dissesto, che servirà a trasferire liquidità ai Comuni le cui casse sono praticamente vuote. L’erogazione delle somme sarà vincolata alla redazione da parte degli locali economicamente deficitari di un piano di rientro quinquennale del debito, con l’obiettivo di abolire il disavanzo e ridurre a spesa, riportando i conti in ordine. L’entità della somma trasferita dallo Stato ai Comuni sarà proporzionale all’entità di riduzione della spesa e di aumento di entrate tributarie ed extratributarie previsti dal piano, che dovrà dare garanzie precise.

Per accedere alla procedura e al fondo, i Comuni dovranno, infatti, mettere in piedi un piano di rientro (fino a 5 anni, estendibile a 10 in caso eccezionali) in grado di azzerare il disavanzo, tagliare la spesa di almeno il 10% nelle uscite per prestazioni di servizi e del 25% in quelle per trasferimenti ad altri Enti. Il piano sarà sottoposto all’esame preventivo da parte della Corte dei Conti e di una commissione paritetica tra Viminale ed Economia. Ogni 6 mesi sarà sottoposto al vaglio ancora del Viminale e della Magistratura contabile.

I Comuni soggetti al piano non avranno vita facile: dovranno eliminare dai bilanci le entrate accertate ma non riscosse; dovranno coprire con le tariffe i costi dei servizi; dovranno aumentare le aliquote e ridurre il personale.

Ancora sconosciuta l’entità complessiva del Fondo anti-dissesto: al momento, la norma si limita a fissare un tetto massimo di 100 euro ad abitante. In lizza per accedere al fondo ci sono già Napoli e Palermo , ma potrebbero aggiungersi presto anche Reggio Calabria ed Alessandria.

Il Comune di Messina non compare tra i possibili beneficiari delle somme inserite nel fondo perché, di fatto, il dissesto non è stato ancora dichiarato: in cassa ci sono solo poco più di 70 mila euro ma si attendono, entro la fine dell’anno, i trasferimenti statali e regionali. Croce ha intenzione di tirare fino a dicembre per evitare il crack del Comune, nonostante sia già un «ente strutturalmente deficitario», come certificato dai revisori dei conti nella relazione allegata al consuntivo 2011. Ma se alla fine, il dissesto fosse ineludibile, col fondo messo a disposizione dal Governo si potrebbe piangere con un occhio e pensare al domani con meno ansia, sapendo comunque che saranno tempi duri. Anzi, durissimi.

Intanto, buone notizie, giungono da Palermo. La giunta di governo della Regione Siciliana , riunitasi nella sede di Catania della Presidenza, ha disposto l'impiego dei fondi resi disponibili in seguito allo sblocco delle deroghe al Patto di stabilità concordate in sede tecnica e deciso dal ministro dell'Economia Grilli. In primo luogo sono stati liberati 24 milioni di euro destinati al trasporto pubblico locale, misura peraltro già prevista nella stessa deroga al patto di stabilitaà. Per l'impiego degli altri fondi è stato, poi, stabilito un elenco di priorità. Sarà data precedenza, dunque, allo sblocco dei pagamenti alle imprese per la realizzazione di opere e forniture, al cofinanziamento dei fondi strutturali, al finanziamento degli Enti locali ed agli investimenti nelle misure di sostegno all'ambiente attraverso progetti per la forestazione che prevedono sia interventi a tutela del patrimonio boschivo siciliano che per l'incremento di quest'ultimo.(Danila La Torre)

11 commenti

  1. ORMAI CHI PUO’ PIANGERE CON UN OCCHIO QUI..E’ SOLO POLIFEMO!
    NOI PIANGEREMO CON ENTRAMBI, PURTROPPO.
    DISSESTO O NON DISSESTO, QUESTA CITTA’ E’ STATA CONDANNATA ALLA MISERIA PER ALMENO ALTRI 10 ANNI.
    IL DECRETO CHE DOVREBBERO FARE E’ QUELLO CHE PREVEDE L’ABOLIZIONE DELLA POLITICA DAGLI ENTI TERRITORIALI..PUNTO!!

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  2. Ritengo che sia necessario leggere attentamente, la norma inserita nel decreto varato dal governo prima di esprimere considerazioni in merito alle conseguenze, positive o negative che ne derivano. Ho letto l’articolo sii’argomento scritto da Lorenzo Salvia pubblicato su “Il Corriere della Sera .it” titolato : L’Italia dei bilanci dissestati
    Tutti i politici che rischiano
    dal quale riporto integralmente” “passo” che ritengo rilevante per aiutarci a comprendere meglio la norma in questione:i
    “Fino a qualche anno fa era proprio lo Stato a coprire direttamente il buco, una procedura che poteva rendere il dissesto addirittura conveniente. Roma paga e via da capo: uno scherzo che negli anni ci è costato un miliardo e mezzo di euro. Capito l’inconveniente le regole sono state cambiate: chi dichiara il dissesto deve rialzarsi con le proprie gambe e se lo Stato concede un aiuto sotto forma di mutuo agevolato i soldi li deve tirare fuori il Comune. O meglio i suoi cittadini pagando nuove tasse. Il giochino”

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  3. Cara Danila LA TORRE, ci sognavamo noi messinesi di articoli cosi puntuali e dettagliati su notizie di politica economica, in un contesto caratterizzato dal silenzio assordante dei consiglieri comunali e amministratori di palazzo Zanca, fra poco toccherà mettere il naso a palazzo Dei Leoni e al suo bilancio.
    Per anni e anni quei palazzi hanno goduto del punto franco, la pacchia è finita, ci devono, dico DEVONO, conto fino all’ultimo centesimo di euro in entrata e uscita, l’obiettivo è accendere un faro sui movimenti della TESORERIA COMUNALE, abbiamo il diritto di sapere minuto per minuto i saldi della nostra, dico NOSTRA, cassa comunale. Anzi due punti.. Abbundandis ad abbundandum

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  4. BRAVO MONTI, SEI UN GENIO!
    Il tutto si tradurrà in un’altra mazzata per i cittadini di Messina che si vedranno aumentare tasse locali e multe, con inoltre la conseguente riduzione dei già scarsi servizi che l’Amministrazione Comunale eroga. I partiti che stanno dalla parte di questo governo di chupacabras si dovrebbero vergognare, invece di avallare l’ipotesi di un Monti bis.
    Alle urne ci faremo i conti.

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  5. Se un’azienda privata è incapace di gestire i suoi rapporti con la clientela e, dopo aver dissenatamente speso i ricavi ad essa destinati dai beni/servizi prodotti, decidesse di alzarne i prezzi per restare in piedi, chiuderebbe battenti nel giro di un giorno: i clienti destinerebbero i loro sudati redditi verso altre aziende più efficienti.

    Quando si tratta di enti pubblici (locali o meno), questo “giochino” logico non vale mai.
    Quei pochi che comandano sui molti e che, nel corso degli anni, hanno scialacquato tutte le risorse a loro disposizione (frutto della coercizione fiscale) e dimostrato a più riprese la loro incapacità manageriale, dirigenziale e politica, la fanno sempre franca: aumentano i “prezzi” per perpetuare sè stessi e chi vive del sudore della fronte dovrà pagare (perchè costretto) per mantenere degli inetti. Il cliente, che nel linguaggio politicamente corretto viene appellato come cittadino/contribuente, qui diventa suddito/schiavo, non può scegliere. Deve solo pagare. E pagare di più.

    Effetti collaterali della democrazia contemporanea.

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  6. parole sante!!!!purtroppo….

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  7. certo prendiamocela con monti, mi pare proprio che la testa di certe persone serve solo per separare le orecchie, ma non si offenda ognuno ha la libertà di esprimere il proprio pensiero…ma vorrei ricordare quanta delinquenza sia dei politici che dei cittadini ha portato in questi ultimi 30 anni a questa situazione, si colleghi con sito del governo e legga i provvedimenti, si informi meglio prima di giudicare ed approfondisca determinati aspetti che riguardano l’economia, perchè non così semplice come si pensa……….

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  8. SALVARE GLI ENTI DAL DISSESTO, CON QUESTO DECRETO, CON L’OVVIA CONSEGUENZA DI GRAVARE IL POPOLO DI TASSE PER 10 ANNI, IMPOSTE ALLA MASSIMA ALIQUOTA, EQUIVALE A SALVARE IL POSTERIORE AI POLITICI.
    L’ENNESIMA LEGGE A FAVORE DELLA CASTA INSOMMA, CHE LI TOGLIE DALL’IMPICCIO, GLI SALVA LE POLTRONE E FA SALVA UNA GESTIONE DISSENNATA!

    EVVIVA L’ITALY !

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  9. Purtroppo, sì.
    Dimenticavo un punto: se il tizio, che deve pagare col sudore della fronte l’incapacità altrui, si trovasse nella sfortunata situazione (può capitare a chiunque) di noi poter pagare la sua “parte”, verrebbe additato alla stregua di un criminale, sporco evasore e nemico della collettività. Certo, perchè gli scandali odierni che vengono fuori da palazzo Zanca, nascono per un “favore” alla collettività.

    Il più bieco statalismo si è additato nelle menti della stragrande maggioranza delle persone, al punto di non saper più pensare modelli diversi e con paradigmi nuovi.
    Per i più, basta pagare e così, deresponsabilizzandosi, crede di aver assolto il suo dovere civico.

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  10. Lei mi sembra la rappresentazione reale delle 3 scimmiette che mimano: NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO.
    Si informi bene, perchè credo che lei non legga molto i giornali, sugli sfasci che ha provocato il Governo Monti. Ogni giorno taluni giornalsti esperti di economia fanno luce sull’operato di questo governo, svelandone le furberie per nascondere i dati reali.
    Probabilmente lei appartiene a quella ampia fascia di persone ancora abbienti a cui non frega un fico secco se molte persone non arrivano più a fine mese.
    Ma si ricordi una cosa: prima o poi anche chi sta bene si troverà a fare i conti con la vita.

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  11. Dovrebbero essere chiamate alle loro responsabilità anche le legislature che hanno preceduto quella di Buzzanca.
    Giunte e consigli comunali, dovrebbero essere dichiarati incandidabili per i prossimi dieci anni a decorrere dal momento in cui verranno accertati i momenti del dissesto.
    Visto che paghiamo noi cittadini, propongo una class action per la restituzione dei nostri soldi contro tutti i politici.

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