Da Messina a Sochi: la storia di Giuseppe Comunale, capitano dell'Italia nello snowboard

Da Messina a Sochi: la storia di Giuseppe Comunale, capitano dell’Italia nello snowboard

fabrizio berte

Da Messina a Sochi: la storia di Giuseppe Comunale, capitano dell’Italia nello snowboard

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mercoledì 05 Marzo 2014 - 00:38

L'atleta messinese parteciperà ai Giochi Paralimpici che prenderanno il via venerdì 7 marzo: "Con la Sicilia nel cuore"

"Sono profondamente legato alla mia terra d'origine, la porto nel cuore, i suoi scorci, i profumi". Queste le parole dell'atleta Giuseppe Comunale, nato a Messina il 29 novembre 1979, capitano della Nazionale Italiana di snowboard cross che parteciperà agli imminenti Giochi Paralimpici di Sochi che prenderanno il via il 7 marzo. Per colpa della Focomelia ha la gamba destra più corta di 32 centimetri e la caviglia e il ginocchio non funzionano, per questo motivo è costretto ad aiutarsi con una protesi. Inoltre, gli mancano varie falangi e falangette da entrambe le mani. Ma nonostante tutto Giuseppe, Peppe per gli amici, non si è mai dato per vinto e ha deciso di cimentarsi in uno sport eccitante e stimolante come lo snowboard cross.

Fin da ragazzo ha sempre avuto una grande passione per lo street e per tutto ciò che orbitava nell'underground: dalla musica all'arte, per finire con gli sport, come lo skateboard. Il sindaco, Renato Accorinti, ha espresso il suo compiacimento per la presenza di Comunale ai Giochi, sottolineando che "al nostro concittadino va il mio personale e sentito in bocca al lupo, affinché possa vivere un'esperienza straordinaria ed, allo stesso tempo, porti in alto il nome di Messina con le sue imprese sportive, augurando sempre più ambiziosi traguardi". Peppe Comunale si allena sei mesi all'anno in Trentino con i compagni di squadra Veronica Plebani, Fabio Piscitello e Luca Righetti. Adesso è arrivato il grande momento: le Paralimpiadi di Sochi sono ormai alle porte e noi abbiamo contattato il trentaquattrenne atleta messinese, pronto ad affrontare l'importante manifestazione.

Come ti stai preparando in vista dei Giochi Paralimpici di Sochi?

"Anche quest'anno ho preso casa in affitto in Trentino (Lavarone) per poter passare più tempo sulla neve e con la tavola ai piedi. Oltre gli allenamenti con la Nazionale in tracciati a noi dedicati, faccio campo libero sulla neve e un po' di park per allenarmi sui salti".

Quando e come è nata la tua passione per lo snowboard cross?

"Più o meno nel 2007, grazie ad un mio caro amico (Giuseppe Irrera). Ho provato a mettere ai piedi la tavola da snow. La passione è arrivata partendo da tutti gli sport underground sulla tavola, vedi il surf o lo skate".

Da quanto tempo sei il capitano della Nazionale Italiana?

"Da quest'anno, anche perché a Sochi ci sarà la competizione solo per atleti con disabilità agli arti inferiori, ma in squadra abbiamo il nostro capitano Roberto Saku Cavicchi, che però ha una disabilità agli arti superiori".

Quali saranno gli avversari da temere maggiormente nella disciplina dello snowboard cross ai Giochi Paralimpici di Sochi? Che possibilità di successo ci sono per la squadra azzurra?

"Gli avversari da temere saranno parecchi, in molti verranno dal nuovo Continente. Americani e Canadesi sono davvero forti, molto più di noi Italiani, considerand o che da loro è una disciplina iniziata prima e che molti di loro riescono a vivere solo di sport".

Settimo ai Campionati Mondali con miglior piazzamento a Nakiska e due volte Campione d'Italia nella categoria low-limb. Forse sono i tuoi avversari che devono temere te…

"No, no (ride, n.d.r.)! Quest’anno gareggiamo senza alcun bonus per le disabilità, quindi tutti con i tempi reali. E' normale che un atleta con una disabilità minore rispetto alla mia riesca ad andare più forte di me".

Da un po' di tempo ti sei trasferito in Val di Fiemme per poterti allenare al meglio, come ti trovi in Trentino?

"Amo il Trentino per la loro ospitalità e per il modo in cui curano il loro territorio. Saranno anche un po' troppo precisini magari, ma indubbiamente qui funziona bene quasi tutto. Comunque mi trasferisco lì solo nei mesi invernali, per via degli allenamenti. Il mio cuore è siciliano!".

Che rapporto hai con la città di Messina?

"Finita la stagione invernale e una volta terminate le gare ritorno a casa a Messina e ci rimango fino a gennaio. Sono profondamente legato alla mia terra, la Sicilia. Porto tutto nel cuore, la mia ragazza, la mia famiglia, gli amici, il mare".

La speranza è che tu possa portare in alto il nome di Messina in tutto il mondo grazie alle tue imprese sportive. In bocca al lupo!

"Crepi il lupo!"

5 commenti

  1. BARCAIOLO1978 5 Marzo 2014 06:56

    grande peppe. un grande in bocca al lupo compare !!!!!! porta alto il nome della nostra splendida trinacria e quello dello stivale . forte zio

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  2. Un grande sportivo da cui dovrebbero prendere esempio molti giovani che davanti ad una minima e stupida difficoltà si arrendono.

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  3. Siamo con te! grande!

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  4. è solo nato qui, è noto che chi vuole realizzarsi e campare deve fuggire da Messina, non vedo cosa ha da vantarsi Accorinti

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  5. Peppe, mi ricordo di te fin dai tempi della scuola (parliamo del 1995 circa), eri sempre attorniato da amici che come te vestivano “Hip Hop” nei pressi della galleria; si vedeva che nonostante la tua disabilità avevi una marcia in più rispetto a quelli “normali”, avevi lo spirito forte, una cosa che prescinde dal fisico.
    Mi spiace che tu sia andato al nord per gli allenamenti ma, vuoi per il clima, vuoi per la carenza d’impianti sull’Etna, sei stato costretto ed hai fatto la scelta giusta.

    In bocca al lupo per le Paraolimpiadi, e fagli vedere come un siciliano senza neve riesce a fare numeri.

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