Tornano a manifestare i precari della Scuola Pubblica: "Abbandonati da 20 anni"

Tornano a manifestare i precari della Scuola Pubblica: “Abbandonati da 20 anni”

Eleonora Corace

Tornano a manifestare i precari della Scuola Pubblica: “Abbandonati da 20 anni”

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mercoledì 04 Settembre 2013 - 14:56

Di nuovo in piazza i precari della scuola pubblica, che hanno indetto questa mattina un sit-in di protesta di fronte il Palazzo del Governo. Chiedono una marcia indietro rispetto ai tagli programmati nella riforma Gelmini e la trasformazione delle 120.000 cattedre che ricoprono di fatto in cattedre di ruolo. LA GALLERY DI MARTHA MICALI

Tutelare la scuola pubblica è salvaguardare il diritto allo studio. Non si stancheranno mai di ripeterlo i tanti, troppi precari della Scuola. Sono oltre tremila nella sola provincia di Messina. Docenti pluriabilitati che nonostante decenni di servizio continuano a vivere nel più assoluto precariato. Per questo, in occasione di una giornata di mobilitazione nazionale, hanno deciso di indire un sit-in di protesta, questa mattina, di fronte il Palazzo della Prefettura. Obiettivo polemico: i tagli della riforma Gelmini, di cui la scuola pubblica continua a pagare le conseguenze, e il nuovo concorso indetto dall’ex Ministro Profumo. Un concorso che i precari giudicano scandaloso, essendo stato indetto “a posti zero”.

Quella che è stata nominata “Il giorno della piazza precaria”- o anche “giornata della rabbia precaria”- è un’ iniziativa nata dal gruppo Facebook “ Precari Uniti contro i Tagli” che si è svolta contemporaneamente in diverse città d’Italia, con il principale obiettivo di portare alla luce i numerosi problemi che affliggono la scuola Italiana ed i suoi lavoratori. Le rivendicazioni dei docenti precari vertono, oltre che sulla stabilizzazione, anche sul problema della dignità, qualità , continuità didattica e su quello dei diritti degli alunni diversamente abili. “Ricordiamo che con l’inizio del nuovo anno alle porte non sono ancora stati nominati diversi docenti. A questo si aggiunga gli ulteriori tagli al sostegno e si avrà una situazione desolante che mina alle fondamenta quello che era uno dei pilastri della nostra nazione: la scuola pubblica”. Commenta amaramente la docente Mariella Melito, scesa in piazza a manifestare con i colleghi – purtroppo pochi, una quindicina in tutto.

“Ricopriamo – spiega la docente – chi da dieci anni chi da più di venti, un totale di 120.000 posti che sono liberi,ma lo Stato ha pensato bene di non metterci mai di ruolo”. I precari della scuola, però, sono scesi in piazza questa mattina, non solo per denunciare una situazione di immane disagio economico ed anche esistenziale, ma armati di proposte concrete che chiedono direttamente al governo di attuare in tempi brevi. Primo punto, ed imprescindibile condizione per un miglioramento della loro condizione e un rilancio della scuola, è il ritiro immediato dei tagli , risalente alla contestatissima Riforma Gelmini. Poi: lo svuotamento delle graduatorie ad esaurimento; trasformazione di tutte le cattedre dell’organico di fatto in organico di diritto; abolizione dell’obbligo da parte dei dirigenti scolastici di assegnare gli spezzoni inferiori alle sette ore ai docenti interni , scorporo degli alunni diversamente abili gravi dal calcolo del rapporto ½ docente-alunni su base provinciale.

Questa mattina è stata ribadita con forza la necessità di “ far passare tutte le cattedre di fatto che noi ricopriamo a cattedre di ruolo, nell’ottica di un piano triennale”. La difficoltà di avere una cattedra, inoltre, è direttamente collegata alla riduzione delle ore che hanno subito molte discipline. “Per le cattedre ci servono almeno diciotto ore”. Le proposte, questa mattina, sono state ribadite direttamente dai lavoratori precari di tutte le classi di concorso – insieme ai colleghi del sostegno – che sono scesi a manifestare senza il supporto di nessuna organizzazione sindacale.(Eleonora Corace)

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