Strage di rapaci migratori fra Montebello Jonico, Motta San Giovanni e Santa Venere

Strage di rapaci migratori fra Montebello Jonico, Motta San Giovanni e Santa Venere

Redazione

Strage di rapaci migratori fra Montebello Jonico, Motta San Giovanni e Santa Venere

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venerdì 23 Settembre 2022 - 15:50

Nel mirino dei bracconieri falchi di palude e falchi pecchiaioli. Gruppo Adorno: Carabinieri forestali assenti, giusto all'apertura della stagione venatoria

MONTEBELLO JONICO – Una strage di uccelli rapaci migratori – falchi di palude e falchi pecchiaioli – è stata compiuta domenica e lunedì scorsi nelle pinete di Montebello Jonico, Motta San Giovanni e a Santa Venere, frazione collinare nella periferia di Reggio Calabria.

Gruppo Adorno: nessun pattugliamento dei Carabinieri forestali

In particolare, intorno alle 17,30 di domenica scorsa 18 settembre volontari del Gruppo Adorno hanno assistito all’abbattimento di alcuni falchi di palude, specie particolarmente protette dalla legge. Hanno quindi composto il 1515, numero di emergenza dei Carabinieri Forestali, ricevendo però risposta dall’operatore del 112, il quale riferiva che nessuna pattuglia dei Carabinieri forestali si trovava in servizio.

Quindi non soltanto nessuna attività di controllo specifico era stata predisposta per il mese di settembre per rendere sicura la rotta migratoria di questi falchi (come soleva fare il Corpo forestale dello Stato), ma era pure assente la pattuglia del 1515, la cui presenza è prevista in due turni giornalieri proprio per fronteggiare eventuali emergenze dovute, ad esempio, ad incendi boschivi o bracconaggio.
Eppure non si trattava di una giornata qualsiasi, dal momento che il giorno festivo coincideva con l’apertura generale della caccia.

Eppure, il versante calabrese dello Stretto è Black spot

Anche nella giornata di lunedì si ha notizia di altri rapaci uccisi nella zona.
Si è dunque in presenza di gravissime violazioni delle azioni previste dal Governo Italiano con il Piano nazionale Antibracconaggio, con cui il Ministero dell’Ambiente si è impegnato con l’Unione Europea a tutelare le rotte migratorie di queste specie protette.

Il versante calabrese dello Stretto di Messina è stato a questo proposito dichiarato Black spot (zona di particolare sensibilità, cioè), proprio a causa degli atti di bracconaggio sistematici contro queste specie migratrici, fondamentali per il mantenimento degli equilibri naturali e la salvaguardia della biodiversità. Che nonostante ciò continuano purtroppo ad essere illegalmente uccise, sia in primavera che in autunno.

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