Si chiamerà Gal Taormina Peloritani. Nella città turistica una sede di rappresentanza. Giuseppe Lombardo rimane presidente
Alla fine non ci sono né vinti né vincitori. Il Gal va avanti. A ranghi allargati, compresi i sindaci ribelli. Il rinnovo delle cariche sancito dall’assemblea dei soci restituisce serenità ed entusiasmo nell’ottica di un grande traguardo, quello di portare nel territorio oltre 8 milioni di euro di finanziamenti. Le novità sono di fatto due: l’ampliamento del Consiglio d’Amministrazione e un’ampia visibilità a Taormina, che minacciava di mollare insieme ad altri Comuni, per trasferirsi armi e bagagli in un Gruppo di azione locale catanese. Cambia il nome: Gal Taormina Peloritani e non più Gal Peloritani. La sede rimarrà a S. Teresa di Riva (il cui sindaco, Cateno De Luca, è presidente onorario) ma ne sarà aperta una di rappresentanza a Taormina. Il presidente resta Giuseppe Lombardo, suo vice sarà il sindaco di Rometta Nicola Merlino. Gli altri componenti del Cda sono: Guido Signorino, assessore comune di Messina, i sindaci Marcello Bartolotta (Limina), Alessandro Costa (Letojanni) ed Eligio Giardina (Taormina); Pierpaolo Biondi (presidente Federalberghi Letojanni) Massimiliano Minutoli, Armando Carpo, Gatto Franco e Ivano Cantello in rappresentanza del partenariato privato. I soci passano così da 8 a 11 tra pubblici e privati.
E’ la conseguenza della ribellione di giugno che portò alla firma di un documento da parte dei sindaci di Taormina, Limina, Furci e Roccalumera, i quali sostenevano che non vi era il dovuto coinvolgimento. “Sono contento della decisione dell’assemblea – rimarca il presidente Lombardo – ma non è allargando il numero dei componenti dei soci nel Cda che aumenta la trasparenza. La gestione del Gal è stata e continuerà ad essere contrassegnata dalla massima trasparenza”. Ma Lombardo preferisce parlare degli obiettivi: “Che sono ben chiari. Intendiamo promuovere la competitività delle imprese agricole ed aiutare quelle esistenti in modo concreto, investendo in macchinari, impianti e beni tangibili. Ma si guarda con grande attenzione anche al dissesto idrogeologico, con interventi di messa in sicurezza ed in tempi rapidi che incentivino il recupero dei terreni abbandonati al fine tra l’altro di creare nuove fonti reddito”.
Carmelo Caspanello
