Taormina. Ampliata la mostra sulla storia dell’archeologia subacquea

Taormina. Ampliata la mostra sulla storia dell’archeologia subacquea

Gianluca Santisi

Taormina. Ampliata la mostra sulla storia dell’archeologia subacquea

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sabato 21 Dicembre 2019 - 11:07

Esposti da oggi fino al 12 gennaio il grande rostro di Acqualadroni e i reperti del relitto di Capo Rasocolmo

TAORMINA. Il rostro delle Egadi, un elmo Montefortino ma anche il grande rostro di Acqualadroni e una raccolta di oggetti provenienti dal relitto di Capo Rasocolmo. Sono i reperti della nuova sezione della mostra sulla storia dell’archeologia subacquea in Sicilia allestita a Palazzo Ciampoli dal Parco Archeologico Naxos Taormina. Ieri l’inaugurazione della nuova area espositiva con l’arrivo dei reperti in prestito dal MuMe (Museo Interdisciplinare Regionale) e dalla Soprintendenza di Messina. Presenti, tra gli altri, la direttrice del Parco, Gabriella Tigano, Giusy Zevattieri della Soprintendenza e l’assessore del Comune di Taormina, Graziella Longo.

Il relitto di Capo Rasocolmo

Di particolare interesse i reperti provenienti dal relitto di Capo Rasocolmo, una nave da guerra affondata per un incendio, come documentano le analisi chimiche, intorno al 36 a.C.

A bordo, non un carico commerciale ma macine in pietra lavica che fungevano da zavorra; monete in bronzo e argento; una lamina in bronzo con una iscrizione (NP Magnus) forse collare di un marinaio o di uno schiavo; alcuni elementi decorativi in bronzo a testa di palmipede (un cigno o forse un’anatra) probabilmente usati per reggere i cordami della nave e presenti in altre navi da guerra d’età romana. Insieme a questi reperti, in mostra anche uno spillone, ganci, anelli e pendenti. 

Il Rostro di Acqualadroni

Il rostro recuperato nel 2008 da Sebastiano Tusa, alla guida della Soprintendenza del Mare, ad Acqualadroni, sulla costa tirrenica di Messina, rappresenta un “unicum” nel suo genere: oltre alle dimensioni e al peso consistenti (circa 300 kg), a differenza di altri rostri, solitamente decorati con dee alate (come quello delle Egadi già in mostra) ed elementi floreali, presenta tre spade che formano un tridente.

La presenza del legno, il fasciame della nave, nel Rostro di Acqualadroni ha consentito l’esame al radio carbonio per definire la datazione, fissata dagli studiosi intorno al II sec. a.C. ed è probabile che la nave si sia incagliata fra le secche di sabbia della baia tirrenica.

La mostra di Palazzo Ciampoli sarà visitabile fino al 12 gennaio, con ingresso gratuito, dal venerdì alla domenica, dalle 9 alle 18.30. Per visite guidate infrasettimanali occorre prenotare al n. 335 7304 378.


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