Tari, a Messina si paga il 45 per cento in più della media: i numeri nello studio del Comune

Tari, a Messina si paga il 45 per cento in più della media: i numeri nello studio del Comune

Giuseppe Fontana

Tari, a Messina si paga il 45 per cento in più della media: i numeri nello studio del Comune

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martedì 14 Marzo 2023 - 07:20

Nel 2023 una famiglia di 3 persone in una casa di 90mq pagherà oltre 440 euro. L'obiettivo è tornare a 312 nel 2024: da censire oltre 60mila immobili

MESSINA – I messinesi si preparano a pagare la Tari più alta mai vista in riva allo Stretto, che però potrebbe essere l’ultima così pesante per le tasche dei cittadini. Almeno questa è l’idea dell’amministrazione Basile, che seguendo il principio del “pagare tutti per pagare meno”, vuole di fatto stanare i “furbetti”, consapevoli e non, che non pagano la tassa e caricano il peso del mancato pagamento, così, sulle bollette (sempre più alte) degli altri. Per questo la giunta Basile, guidata dall’assessore Cicala, farà partire a breve quella che è stata ribattezzata dal sindaco “l’operazione chiarezza sulla Tari“, con l’obiettivo di aggiornare la banca dati, censendo immobili e, quindi, gli utenti stessi.

Tutto parte però da uno studio approfondito, presentato ieri a Palazzo Zanca. Nel documento, l’analisi sulla tassa sui rifiuti parte dal costo pro capite. Messina, con i suoi 218.292 abitanti, secondo i dati aggiornati a gennaio 2023 sul sito del Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze, ha un costo totale da coprire con la Tari pari a 54.183.146 euro. Questi oltre 54 milioni pesano a testa 248,21 euro, il 2 per cento di media in più rispetto alle altre città. Ma il rapporto tra il costo pro capite e la bolletta, è dell’1,77. Il che porta la Tari, per una famiglia composta da 3 persone in un immobile di 90 mq, a 440 euro, cifra nettamente superiore alla media nazionale di 326 euro: è il 45 per cento in più.

“Immobili dichiarati sono poco più del 50 per cento”

Partendo da questo presupposto, cruciale sarà l’aggiornamento della banca dati. Nel documento si evidenzia che “analizzando la lista di carico del 2022, rileviamo che sono presenti 124.617 utenze suddivise in 115.396 domestiche e 11.021 non domestiche. Gli immobili dichiarati con i dati catastali sono soltanto 64.894, quindi poco più del 50%. Primo obiettivo sarà pertanto quello di inserire i dati catastali nelle oltre 60.000 schede prive di questo dato”. Il totale degli immobili è di 198.258 unità abitative che producono rifiuti. A questi se ne aggiungono 14.562 tra quelli “a destinazione particolare” e quelli “che non producono reddito”, per un totale di 212.820 immobili, che rappresentano l’intera banca dati. Di 68.641 tra questi bisogna verificare la situazione.

Un questionario e il sito per aggiornare la banca dati

Come aggiornarlo? Con un questionario. “Verrà pertanto notificato ad ogni contribuente, la cui scheda Tari non sia completa, la compilazione di un questionario che è in effetti la dichiarazione originaria o di variazione della Tari, in cui oltre al dato catastale dell’immobile in detenzione dovrà essere comunicata la data di inizio detenzione e l’utilizzo dello stesso, se domestico o se non domestico con la categoria di appartenenza”. E inoltre “verrà creato un portale web apposito con accesso Spid/Cie, in cui anche intermediari quali, ad esempio i Caf, potranno agire per conto dei cittadini piuttosto che i commercialisti per conto dei loro clienti. I detentori avranno tempo 60 giorni per rispondere al questionario, che ricordiamo è obbligatorio farlo nei tempi e in maniera corretta, per evitare sanzioni che possono
arrivare anche a 500 euro”.

Da 448 euro nel 2023 a 312 nel 2024

Con i questionari si vuole far luce su diversi aspetti, dalle famiglie residenti non iscritte alla banca dati Tari a garage e cantine non denunciati, fino a immobili dichiarati esenti ma utilizzati, studi professionali dichiarati a uso domestico e aree a uso non domestico non correttamente dichiarate, oltre, ovviamente, a immobili direttamente non dichiarati. Ci vorranno mesi, ma l’obiettivo è di completare entro il 31 dicembre 2023, in modo tale da comunicare i nuovi valori e poter ricalcolare la tariffa. Nelle previsioni, se per il 2023 si prevede una bolletta da 448 euro per un famiglia di 3 persone in una abitazione di 90 mq, nel 2024, con un data base aggiornato, nella migliore delle ipotesi scendere a 312 euro, valore inferiore a quello del 2018.

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5 commenti

  1. Con una percentuale così alta di immobili non dichiarati mi chiedo quale siano stati gli impedimenti riscontrati dal comune sino ad oggi.
    Non parliamo di una nicchia di utenze nascoste da rilevare con metodi certosini, ma di una sostanziosa fetta di evasione.
    Io davvero non capisco come non si sia riusciti sino ad oggi ad intaccare in modo significativo quelle percentuali.

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  2. Ho sempre pagato la TARI e sono dell’idea che ci vogliano CONTROLLI EFFETTIVI con personale e risorse dedicate. Ci si dovrebbe rendere finalmente conto che è stato totalmente inutile credere ciecamente alle dichiarazioni fin qui fatte dai destinatari di una tassa, visto che molte di esse sono state spesso incomplete o “addirittura” false.
    Presumo che chi si sia “dimenticato” di dichiararsi all’ufficio tributi non abbia eccessive remore a dichiarare il falso a fronte di una ipotetica multa fino a 500 € recuperabile, in assenza di controlli, in appena un paio di anni.

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  3. Tutti quelli che paghiamo da anni, dovremmo chiedere i danni ai sindaci che si sono succeduti nel tempo che non hanno effettuato i dovuti controlli. La responsabilità politica fallimentare e quella amministrativa ricade sul vertice dell’ amministrazione comunale. Anche le promesse di questo anno verranno puntualmente disattese l’anno prossimo.

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  4. Certo che la tari a Messina é altissima, non la paga quasi nessuno a parte pochi fessi, ma il problema è che nessuna amministrazione ha mai fatto niente per scovare queste brave persone, nonostante ciò sarebbe abbastanza facile incrociando semplicemente dei dati. Nel frattempo questi illustri cittadini l’immondizia la buttano per strada non avendo più dove collacarla da quando hanno tolto i cassonetti.

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  5. Tutti gli amministratori e i funzionari degli anni passati cosa rispondono? È giusto che a pagare debbano essere sempre i soliti f…

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